Sesso – La prima volta non si scorda mai (purtroppo o per fortuna?)


Cosa ci si aspetta dalla prima volta che si fa sesso?

Le candele profumate, un vasca piena di schiuma, petali di rosa sul pavimento, dolcezza e amore in ogni pertugio. E invece si ottiene la Panda 4×4 del cugino, in camporella alle sei di pomeriggio con il freno a mano piantato nel fianco e una paura folle di qualche serial killer lì a spiarvi.

Queste cose non ve le aveva mai dette nessuno. Ve le dico io. Sarebbe stato anche utile saperle prima, ovviamente!

La prima volta con il sesso non è come timbrare il cartellino

Marco Cubeddu, autore del libro Con una bomba a mano sul cuore, descrisse la sua prima volta come carica di emozioni, aspettative e di cambi di prospettive. Ovviamente finì frettolosamente. “Un secco colpo di reni e via”. Parole sue.

Una quasi prima volta con il sesso di Lorraine in Ritorno al futuro (1985)

Lorraine e Marty in Ritorno al futuro (Credits: Quotev.com)

Ecco, no. Fare sesso per la prima volta non è come rimuovere un cerotto: uno strappo veloce e passa il male.
È un’attesa di emozioni e sensazioni, è un godersi il momento e in qualche modo valicare un confine.
Sì, perché poi non è che si torna indietro, eh.

Potete mentire a tutti i futuri partner dicendo “Avoglia, manco so come sia fatto”, ma in cuor vostro la prima volta c’è stata.

Perché ne stiamo parlando, nonostante la maggior parte dei nostri lettori ha già avuto la sua prima volta? Perché – terribilmente – la prima volta potrebbe influire anche su tutte le volte successive. Vediamo come.

La prima di tante volte (si spera)

Torniamo indietro con la memoria: siete in preda agli ormoni e avete dilapidato tutte le vostre paghette in Cioè cercando di carpire i più reconditi segreti del sesso e finalmente vi capita l’occasione giusta. Siete pronti. Siete preparati (o meglio, siete informati). La teoria la sapete tutta. L’anatomia pressapoco. Su, puntiamo al 24, mica alla lode.

Siete agitati, siete confusi. È la persona a cui voglio dedicare la mia prima volta? E se poi me ne pento? E se faccio un casino? E se non gli/le piace? E se non mi piace? E se sono sbagliato/a? E se ce l’ho diverso/a?! Stop. Domande più che plausibili. E se sono solo dubbi dovuti all’ansia da “Notte prima degli esami”, comunque vada sarà un successo.

Sesso - La prima volta di JD e Elliot in Scrubs. Anzi, la mattina dopo la loro prima volta

JD e Elliot in Scrubs (Credits: Nbc)

Solo che all’epoca non lo sapevamo. Non sapevamo che fossero dubbi dovuti al “Ma sai che forse forse posso aspettare ancora un po’, ma lo devo fare: tutti i miei amici lo hanno già fatto, mi hanno detto di farlo, se non lo faccio mi lascia, se non imito una pornostar non mi amerà mai”. Ecco, lì forse avremmo potuto fermarci. Immobili.

Ad aspettare. Perché c’erano tutte le basi per un trauma che con ogni probabilità ci ha già fatto spendere miliardi in terapia.
Ci siamo approcciati al sesso come una valvola di sfogo, come una svalutazione del proprio corpo e dell’atto in sé, quando – al contrario – dovrebbe essere vissuto come un momento di condivisione, divertimento ed intimità. Con la persona giusta.

Anzi, con entrambe le persone giuste: la nostra controparte e noi, realmente pronti a volerci mostrare nudi e vulnerabili.

Il sesso, la prima volta e come migliorare la situazione

Non vorrei fare un discorso motivazionale stile cheerleader, ma davvero, trattiamo il nostro corpo con rispetto, sempre.
Non lasciamoci tentare dal gusto dello sconosciuto, del non sapere cosa si prova o come ci si sente dopo. Perché, sfatiamo un mito – soprattutto per le femminucce – la prima volta di solito è insipida.

Ed Sheeran in una foto del 2018

Ed Sheeran, gran visir della musica da camporella (Credits: Harald Krichel, Creative Commons, foto ritagliata)

Carica di aspettative, di romanticismo, di nuvolette rosa e musica soft porno (ehi, Ed Sheeran, non stavo parlando di te). E alla fine dura circa trenta secondi. In cui ti domandi se hai dato da mangiare al gatto prima di uscire.

Questo accade quando si vogliono bruciare le tappe, quando si vuole correre verso un traguardo imposto da chi ci sta accanto, dalle aspettative sociali “Ma come, hai 18 anni e sei ancora vergine?” senza darci modo di ascoltare quello di cui abbiamo davvero bisogno.

Ascoltare gli ormoni (e se stessi)

È vero, gli ormoni che circolano sono infidi: mescolano le carte in tavola, ti tappano gli occhi e ti fanno roteare su te stesso tre volte prima di lanciarti in mezzo alla stanza. Così che tu non ci capisca più nulla.

Se però siamo davvero in ascolto con noi stessi e con i nostri desideri e bisogni, potremo capire che sì, il brivido del proibito, della scoperta e del piacere sono tutte cose stupende, ma vale la pena scoprirle tutte subito? Si può aspettare? E quanto si deve aspettare?

Una banalità: finchè vogliamo noi. Noi e noi soltanto.

II ricordo della prima volta

Non facciamoci convincere o peggio obbligare, non sentiamoci costretti a cedere a dei ricatti morali (molto spesso subdoli, ma questo è un argomento che tratteremo in un altro articolo) e rimaniamo su un punto fisso: amiamo noi stessi e il nostro corpo più di qualsiasi altra persona. E facciamoci amare come meritiamo, dentro e fuori dal letto.

Perché dopo la prima volta, dieci o vent’anni dopo, cosa rimane? Un ricordo. E siamo noi che dobbiamo decidere che ricordo vogliamo avere.

Poi la panda 4×4 è anche divertente, nelle volte successive.

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