L’evoluzione della casa – Quale sarà l’abitazione del futuro?


Prima di parlare dell’evoluzione della casa è bene capire qual è la sua definizione. Qualcuno la immagina e la vive come uno spazio in cui sentirsi al sicuro. Altri come un punto di appoggio utile solo a dormire e lavarsi. Alcuni odiano stare tutto il giorno in casa, altri lo amano. Ognuno di noi interpreta il concetto di abitazione in maniera diversa.

Infatti la casa è un organismo mutevole che risponde e si modella in base alle necessità di chi la abita. Quando cambiano i bisogni, cambiano anche le case, evolvendosi.

In base a queste premesse è lecito chiederci “Come sarà la casa del futuro?”. Qualche tendenza ha cominciato già a farsi avanti e la pandemia da Coronavirus ha impresso una svolta a quelle che saranno, dovranno o potranno essere le nuove forme dell’abitare.

Ripercorriamo rapidamente l’evoluzione delle abitazioni, per poi tentare di dare uno sguardo al futuro.

Evoluzione della casa – Dalla caverna alla “macchina per abitare”

Durante la preistoria la necessità di avere un rifugio (dove ripararsi dalle intemperie o dagli animali feroci) ha stimolato l’ingegno degli uomini, che hanno cominciato a costruirsi dei ripari. Una struttura a sostegno di una copertura, prima molto semplice e poi sempre più elaborata.

Col passare dei secoli è stato sempre più chiaro che la casa è diventata una vera e propria estensione del corpo e soprattutto della psiche. È il posto dove trasformiamo il mondo, dove lo costringiamo ad assumere i contorni che vogliamo. Il modo di arredare la nostra casa e gli oggetti di cui ci circondiamo sono un modo di rendere la nostra vita migliore.

È così che definisce la casa il filosofo Emanuele Coccia nel suo libro Filosofia della casa, approfondendo tematiche che già in nuce aveva ben chiare il celebre architetto Le Corbusier quando parla del ruolo di un edificio come una “macchina per abitare”.

Il Modulor: lo standard della progettazione

L’invenzione del cemento armato alla fine dell’Ottocento ha creato un nuovo paradigma in architettura. Più di cent’anni fa cambiò radicalmente il modo di costruire che è ancora quello che usiamo tutt’oggi. Con l’uso del cemento armato la struttura portante si è fatta più leggera, permettendo di avere più luce, più aria, più altezza.

Partendo proprio da queste premesse, Le Corbusier scrive teorie e progetta edifici che esaltano questo materiale. Per lui la casa deve essere  una macchina che unisce diversi componenti (struttura, impianti, materiali e finiture) per garantire agli abitanti il massimo comfort possibile.

evoluzione della casa - il Modulor

Il modulor di Le Corbusier permette di progettare ogni dettaglio basandosi sulle misure umane (Credits: Shyamal– Licenza Creative Commons)

Al centro di questa macchina vi è l’uomo, origine e riferimento della progettazione. Le Corbusier teorizza infatti una scala di proporzioni da adottare basate sulla misura del corpo umano e che chiamò Modulor. Il nome è una crasi delle parole francesi module e or, ovvero modulo e oro, quest’ultimo in riferimento alla section d’or – la sezione aurea.

Una casa per ogni generazione

Ma l’evoluzione della casa non segue soltanto i gusti e le mode: anche i cambiamenti sociali ed economici giocano una grossa parte.

Se confrontiamo infatti un appartamento del secolo scorso con uno di recente costruzione, molte cose sono cambiate.

evoluzione della casa - un appartamento anni Settanta

Un tipico appartamento degli anni Settanta. Notare come il corridoio occupi una metratura non indifferente (Credits: elaborazione grafica dell’autore)

Innanzitutto le dimensioni: l’aumento della popolazione e dei prezzi ha fatto sì che le nostre case siano diventate sempre più piccole. Addirittura gli appartamenti di piccolo taglio sono quelli che oggi si vendono più velocemente. I nuclei famigliari sono sempre più piccoli e  lo sforzo economico per comprare un appartamento di ampia metratura non è da sottovalutare.

Anche la disposizione interna è mutata. Se un tempo le stanze si aprivano attorno a un corridoio, oggi si preferisce risparmiare metri quadri preziosi diminuendo al minimo gli spazi di passaggio. La cucina, da stanza separata e quasi da nascondere, oggi si apre sul salotto facendo diventare la preparazione dei pasti un rito da condividere con tutta la famiglia o gli amici.

Anche l’altezza delle stanze è andata sempre a diminuire: con soffitti più bassi si possono costruire edifici più alti e risparmiare sul riscaldamento invernale.

Negli appartamenti degli ultimi anni il corridoio è ridotto al minimo (Credits: elaborazione grafica dell’autore)

I mini appartamenti: la tendenza prima della pandemia

L’arrivo del Coronavirus ha costretto ognuno di noi a ripensare abitudini e modi di vivere quotidiani. Impossibilitati a lasciare le nostre abitazioni, il tema della casa è stato sicuramente uno di quelli che ci ha riguardato più da vicino.

Prima della pandemia molte delle nostre abitazioni erano diventate un “punto di appoggio”: un luogo dove passare il tempo strettamente necessario a riposare e lavarsi. Le infinite possibilità di occasioni sociali, culturali, gastronomiche che la città offre hanno tolto in parte alla casa il suo ruolo. Questo fattore – unito alla già citata diminuzione delle metrature medie – ha fatto sì che la ricerca architettonica si concentrasse su soluzioni per appartamenti sempre più piccoli. 

A onor del vero ne sono nati anche ottimi progetti, con intelligenti modalità di usare gli spazi e di integrare, anche in un solo elemento, tutto il mobilio necessario a un appartamento. Come in questo progetto dello studio Aacm di Milano.

Un appartamento sui Navigli è stato ristrutturato con l’inserimento di un solo elemento-contenitore che ospita ingresso, cucina, armadio e bagno.

evoluzione della casa - un esempio di mini appartamento

In questo mini appartamento un elemento centrale di colore nero ospita l’ingresso (a sx), la cucina, il passaggio per la camera da letto, l’armadio alle spalle della cucina e il bagno (Credits: progetto studio Aacm – Foto Maria Francesca Lui)

Appartamenti bara a Hong Kong

Questa tendenza si è particolarmente estremizzata nelle grandi città con grossi problemi abitativi. Come a Hong Kong e i suoi “appartamenti-bara”.  Il fotografo Benny Lam, nel suo reportage Trapped, ha documentato la vita all’interno di minuscoli loculi, grandi tra 1,5 e 12 metri quadri, dove spesso non si possono stendere le gambe o alzarsi in piedi. Non sono sistemazioni temporanee, ma delle vere e proprie case con affitti non proprio popolari. I prezzi si aggirano infatti tra i 250 e i 600 euro al mese.

L’evoluzione della casa: social network e Coronavirus

L’arrivo dei nuovi media ha ampliato l’esperienza domestica. Pensate a quante dirette, post, video vengono girati e ideati tra le mura domestiche. Sempre secondo il filosofo Emanuele Coccia, questo porterà alla fine della città come la conosciamo, sotto molti punti di vista.

Instagram e Facebook sono diventati vere e proprie piazze pubbliche dove interagire con altri, osservare le loro vite o fare shopping.

Ma è bastato questo a rivoluzionare la casa? Forse non completamente o non ancora, ma sta indicando una tendenza sempre più marcata. La compenetrazione del mondo digitale con quello reale è sotto agli occhi di tutti. La città digitale grazie ai social è entrata nelle case “minerali”, influenzandole e modificandole. L’evoluzione della casa non sarà più basata sul Modulor, ma sarà molto più probabilmente Whatsapp il nuovo metro di riferimento.

L’evoluzione della casa post-Covid

In questo interessante articolo del Post, Alessandro Baricco afferma che la pandemia causata dal Coronavirus sia stata come una crepa temporale in cui sono passati cinque anni in uno. Una sorta di balzo dove alcune tendenze si sono affermate in un lasso di tempo cinque volte più corto del normale.

Senza la pandemia probabilmente saremmo arrivati solo nel 2025 ad ampliare lo smart working, la didattica a distanza, la palestra davanti al televisore o la spesa fatta con Whatsapp. Anche molti architetti e designer si sono visti costretti a ripensare il concetto di casa, soprattutto alla luce di come è stata vista e vissuta durante i mesi di lockdown.

evoluzione della casa - spazio smart working

Nel prossimo futuro sarà sempre più richiesta una zona per lo smart working (Credits: fancycrave1 da Pixabay)

Da spazio di passaggio, il nostro appartamento è diventato il centro della vita quotidiana: uno spazio di lavoro, di fitness e di socialità “a distanza”. I nostri salotti si sono dovuti attrezzare per ospitare il telelavoro, la camera da letto ha fatto spazio a un tappetino da yoga. Il nostro balcone improvvisamente è diventato uno spazio da utilizzare per comunicare con il vicinato.

Siamo stati costretti a ripensare addirittura al ruolo del nostro pianerottolo come nuovo luogo di condivisione.

Non sprechiamo un’occasione

La sfida che aspetta nei prossimi anni i progettisti sarà quella di cambiare – nuovamente – il paradigma dell’architettura. Bisognerà innanzitutto convincere i committenti a pensare a nuovi modi di utilizzare lo spazio, abbandonando le vecchie consuetudini.

Poi sarà la volta di rivedere le leggi che regolano l’edilizia. Appartamenti divisi in camere da letto doppie o singole, bagno e soggiorno con dei minimi di superficie sarà obsoleto. Non potendo aumentare la dimensione di un appartamento, ci si concentrerà nel proporre una serie di piccole stanze, nicchie e spazi di risulta dedicati a funzioni sempre più specifiche. Allenarsi, suonare uno strumento, lavorare. A queste si aggiungerà un grande spazio comune simile ai soggiorni che conosciamo.

evoluzione della casa - un ruolo preponderante lo avranno i nuovi media

I nuovi media saranno un fattore imprescindibile nella progettazione futura (Credits: elaborazione grafica dell’autore)

In questo modo la casa rifletterà e proporrà quasi completamente la stessa possibilità di scelta che offre la città. Non si sostituirà a essa, ma diventerà complementare, grazie a quella integrazione di mondo reale e digitale di cui parlavamo prima. E il minimo richiesto per ogni alloggio non sarà una metratura specifica, ma una dotazione tecnica: impianto elettrico, wi-fi, impianti sanitario e un importantissimo spazio esterno.

Se questa sarà davvero l’evoluzione della casa nessuno lo può sapere per certo. Ma possiamo cogliere del bello in quello che negli ultimi anni ci è successo e realizzare per davvero quelle idee che nei tanti momenti di noia e solitudine abbiamo avuto l’occasione di pensare e ripensare.

Sarebbe bello non sprecare questo cambio di rotta. 

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