Storia dei tatuaggi – Mode di oggi o mode di ieri?


“La gente che ha rovinato il mondo ha la cravatta, non i tatuaggi”: si apra un qualunque social network e (garantito) si ritrova questa frase. Ma è proprio vero? O, meglio, è ovunque vero? I tatuaggi sono una moda di oggi o sono forse, una tradizione di ieri? Proviamo insieme a scoprire qualcosa in più ripercorrendone la storia.

Scolpire il corpo in maniera indelebile: una pratica antropologica

Un qualsiasi antropologo sa bene che la pratica del tatuaggio è nata in Polinesia: serviva a distinguere il ruolo sociale degli individui, e in particolare se fossero capi o uomini liberi o, ancora, schiavi.

La Spalla di una ragazza presenta un tatuaggio che raffigura un ciliegio in fiore

L’arte del tatuatore sta nel far rivivere emozioni e scolpirle per sempre sulla pelle: qui l’opera d’arte di Riccardo, in arte Rick ‘n’ Roll Tattoo, tatuatore genovese (Credits: Riccardo Filimbaia)

Dalla Polinesia, il tatuaggio si è diffuso al resto del mondo, navigando con i marinai: spesso veniva usato per connotare negativamente le persone e, in epoche dove l’inclusione non era esattamente al primo posto, diventava un segno inconfondibile per marchiare omosessuali, prostitute, galeotti, ladri e chi più ne ha più ne metta.

Solo in Giappone, fin dal 1700, il tatuaggio prende una connotazione estetica che si porterà avanti fino ad oggi – e fino alla dicotomica linea del chi è tatuato e chi no. Da sempre, nella società moderna e occidentale, il tatuaggio è assurto a simbolo di molte subculture e può stare a indicare ribellione o disagio.

“Il tatuaggio vuole lo sfondo chiaro”

Forse non abbiamo mai riflettuto sul fatto che vediamo moltissima popolazione bianca tatuata e pochissima popolazione nera tatuata. Questo solamente perché, che sia monocromatico o colorato, il tatuaggio vuole uno sfondo chiaro.

Una giovane donna mostra il corpo nudo pieno di tatuaggi decorativi

Una giovane mostra l’effetto decorativo del Tatuaggio sul corpo nudo (Credits: Foto di Khusen Rustamov da Pixabay)

Spesso, però, in alcune aree tribali dell’Africa – come tra i Be-tammari del Benin settentrionale – si ricorre alla scarificazione della pelle e all’inserimento di alcune “perline” – di fatto, granelli molto piccoli con i quali si va a creare un disegno. Sono pratiche puramente decorative.

Tatuaggi di oggi ma anche di ieri: il caso di Roma

Il tatuaggio non era comune, ma esisteva anche a Roma.

Probabilmente era stato importato dall’Egitto, dove era una pratica di abbellimento molto usata fin dall’epoca più antica. Venne però proibito dall’imperatore Costantino – al quale fu dedicata Costantinopoli, odierna Istanbul – a seguito della sua conversione al Cristianesimo. Nella Bibbia, infatti, in Levitico 19:28, si sconsiglia questa pratica: “Non vi farete incisioni nella carne per un defunto né vi farete tatuaggi addosso. Io sono il Signore”.

Un Gruppo di donne mostra le mani tatuate da Henné

Un gruppo di donne mostra un tatuaggio all’Henné di moda oggi ma anche forma di una tradizione di ieri (Credits: Foto di Khalid Hamid da Pixabay)

Questo ha, chiaramente, influenzato le persone di religione ebraica che, ritenendo sacro il Vecchio Testamento, a causa di questo versetto avrebbero l’obbligo di non tatuarsi. Anche i musulmani non hanno in simpatia l’idea di tatuarsi in modo permanente, ma tollerano e anzi incentivano l’uso dell’henné, che è temporaneo.

Molte donne, prima del matrimonio, vengono tatuate su tutto il corpo come in un rito preparatorio alla prima notte di nozze.

I Tatuaggi tornano in Occidente grazie ai viaggi e alle scoperte

Dopo il XVIII secolo il tatuaggio ritorna prepotentemente in Europa, grazie ai viaggi di mare e alle scoperte geografiche relative all’Oceania. La pratica perse ogni connotazione negativa e, anzi, divenne puro abbellimento, tanto che molti uomini famosi e aristocratici portarono tatuaggi, anche tra il XIX e il XX secolo.

Il Tatuaggio raffigura un Pokemon

I tatuaggi di ieri, come abbiamo visto, avevano molteplici significati, i tatuaggi di oggi possono rappresentare ogni cosa: anche la passione per i manga. Qui il lavoro straordinario di Elvis, in arte Elventred (Credits: Elvis Venturini)

Da ricordare sono il maresciallo di Napoleone, Bernadotte (il futuro re Charles XIV John di Svezia e Norvegia) che si dice portasse tatuato sul cuore “mort aux rois”, “morte ai re” – da rivoluzionario a monarca il passo può essere brevissimo; ma anche Sir Winston Churchill, grande statista inglese, e Nicola II, ultimo zar di Russia.

A questo punto dovremmo chiederci se l’ideatore della frase in apertura dell’articolo sia l’ultimo zarista, sostenitore però anche della Rivoluzione francese e di Bernadotte e grande fan di Churchill. Un personaggio, dunque, con cui gradirei molto uscire a cena.

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