Il canto di Penelope


Il canto di Penelope di Margaret Atwood, foto originale di Silvia Liotta

Il canto di Penelope di Margaret Atwood, foto originale di Silvia Liotta

Penelope non è mai stata bella come sua cugina Elena, nessuna guerra è stata combattuta per conquistare il suo cuore. Ma la sua perseveranza nell’aspettare Odisseo per oltre vent’anni è stata tramandata sino ad oggi come l’emblema supremo dell’amore devoto di una moglie. Ma è davvero andata così? Margaret Atwood decide di dar voce a questa donna, attraverso le pagine de Il canto di Penelope.

Ormai la sua anima ha raggiunto l’Ade e la sua lingua, così come il suo cuore, sono liberi di raccontare gli eventi come si sono svolti, non quindi la storia che Omero ci ha raccontato di Odisseo che navigò per mare e sconfisse Ciclopi, sedusse dee e scampò alle sirene. Questa volta Penelope è la protagonista e sarà la sua la storia che leggeremo, quella di una ragazzina con grande intelletto e poca bellezza che riuscì a governare un regno ed a tenere lontani i Proci.

L’Antica Grecia è un vasto mondo fatto di eroi e leggende, di dèi capricciosi che si divertivano a confondere gli umani, spesso scendevano sulla terra solo per creare scompiglio. Penelope era figlia del re Icario e di Policaste, una naiade, ed in quanto figlia femmina il suo unico scopo era quello di sposare un uomo che avrebbe accresciuto le schiere di guerrieri del padre. Peccato che Odisseo decise di portare ad Itaca la sua sposa per mostrarle l

Incipit de Il canto di Penelope di Margaret Atwood, foto originale di Silvia Liotta

Incipit de Il canto di Penelope di Margaret Atwood, foto originale di Silvia Liotta

a sua isola ed i suoi possedimenti.

Attraverso il canto di Penelope, edito da Ponte alle Grazie, l’autrice Margaret Atwood regala ai lettori un’inedita versione della storia che tutti noi abbiamo studiato sui libri di storia. Quanti di noi hanno pensato che Penelope fosse semplicemente una sposa fedele, devota al marito che rimase in patria a fare una tela di giorno ed a disfarla di notte mentre il vero eroe, Odisseo sfidava ciclopi e sirene?

Penelope non era solo una sposa ed una madre, era una donna intelligente che con astuzia riuscì a raggirare i Proci, a governare un regno ed a crescere un figlio in un’isola a lei straniera lontana dai suoi affetti. Chi era quindi il vero eroe?

Il canto di Penelope è un vero e proprio inno alle donne intelligenti, che non si lasciano intimorire dalla vita e dagli eventi negativi, che sanno tenere testa a chiunque voglia calpestarle. Margaret Atwood racconta ai lettori anche la vicenda di dodici fanciulle, dodici anime scelte da Penelope che vennero trucidate da Odisseo al suo ritorno.

Penelope dopo molti anni era consapevole che il fantasma del marito non avrebbe tenuto a bada i Proci, doveva fare qualcosa per tenere calmi quegli uomini che vedevano in lei una vedova ormai sul finire degli anni, una preda facile che gli avrebbe permesso di governare un regno con poca fatica.

Cos’altro avrebbe potuto fare Penelope se non usare l’ingegno? Ecco quindi che scelse il telaio e tra le sue ancelle scelse le più giovani che sarebbero state le sue orecchie ed i suoi occhi in mezzo a quegli uomini, dodici ragazze che aveva cresciuto e che non l’avrebbero mai tradita.

Invece Odisseo in loro vide solo delle traditrici che decise di giustiziare senza pietà. Anche le loro voci ascolteremo quindi ne Il canto di Penelope, anche alla loro storia l’autrice Margaret Atwood decide di dare risalto. Con ironia e maestria in poco più di cento pagine il lettore è al centro di un vicenda antica ma moderna e si ritroverà faccia a faccia con Penelope e la sua storia.

+ Non ci sono commenti

Aggiungi