#2…dalla porta accanto: Pier Vittorio Tondelli


Sulla panca, un solitario barbone mangia una crosta di grana con del pane attento a non disperdere neanche una briciola della sua cena. Giusy lo guarda. Il barbone si lecca le dita e accartoccia quello che rimane in una stagnola, poi nel pacchetto delle nazionali e lo mette nella tasca del paletot nero. Giusy lo lascia, continua a seguire la luce del Posto Ristoro che traspare in fondo alla porta a vetri. Si stropiccia gli occhi entrando, ordina un cappuccino al bancone che sta lì alla sinistra. Il barista ghigna “benealzato”, Giusy saluta storto. “Visto qualcuno?”

[Altri Libertini, P.V. Tondelli]

 

Raramente mi è capitato di leggere un libro così spietato. Non una perifrasi, neppure un’eufemismo. Tondelli vuole sparare al cuore dei Libertini, vuole toccare il punto nevralgico della gioventù.

Nato nel 1955 a Correggio, in Emilia, esordisce con il “romanzo a puntate” Altri Libertini: sei racconti dove omosessualità, violenza, paure, durezza sono all’ordine del giorno. Talmente “spinto” nel suo obiettivo da guadagnare un ritiro dal mercato dopo meno di un mese dall’uscita . La casa editrice Feltrinelli non demorde e riescono a riottenere il pieno diritto alla pubblicazione. Si susseguono le ristampe. (Anche la Bompiani si interessa a ciò, ma nella nuova versione non vengono riportate le bestemmie nda ).

Ma ridurlo a quella sola opera sarebbe davvero  restrittivo: Un week end postmoderno, Pao Pao, Rimini, Camere separate sono alcune delle sue opere più apprezzate dal pubblico italiano. Alcune vengono tradotte anche in altre lingue, tra cui il francese.

Cosa rende Tondelli un autore così maledettamente amato e criticato, esaltato e poi anche dimenticato?

Semplicemente è il “padre” della scena letteraria Pulp nel Bel Paese: arrivato molto più tardi rispetto agli USA (stiamo parlando degli anni novanta contro i primi anni venti del ‘900). Il registro linguistico è a dir poco colorito, gli episodi raccontati (si ricordi che Pier Vittorio Tondelli scrive perlopiù racconti, piuttosto che romanzi, nonostante lui non ami definirli così) senza veli né censure, i punti di vista sono al contempo dolci e brutali.

Il desiderio di accettazione, di libertà, di giustizia si legge sui volti dei personaggi dell’autore di Altri Libertini: sogni genuini, affogati da una società allo sbaraglio, sesso strumentalizzato e commercializzato. I figli del benessere scoprono il lato oscuro della città, dell’Emilia e mettono a nudo le proprie paure tramite le numerose contraddizioni.

E allora la Sylvia salta su e si mette a fare la Silvana che sarebbe una battona bolognese e la Nanni fa la Falana, battona romana, persone vere conosciute ai tempi chiacchieroni delle autocoscienze, e cominciano a dialogare e c’è da sputtanarsi lo stomaco dalle risate a vederle in piedi sui leoni più alti che si passan la battuta. […] E mentre siamo lì che ci meniamo tutte nostre cose s’apre una finestra e una donna ci dice di andare a letto, sporcaccione delle Splash, eppoi arriva un uomo e ci butta acqua addosso che però non ci bagna e noi per tutta risposta a far pollaio e starnazzare più forte e si ride ma poi intravediamo oltre il porticato del Broletto una sfumatura azzurra lampeggiante e capiamo che si deve lasciar lo spettacolo e prendere le ciclo e scappare, ma era soltanto un’autoambulanza che portava a casa una morta.

Senza dubbio un motivo per leggere  (e rileggere, e rileggere ancora e ancora) Tondelli e il suo Altri Libertini è  il suo punto di vista, da paragonarsi  con la situazione attuale: si vedrà come gli slang, le “ragazzate” non sono prodotti esclusivi delle nuove generazioni, bensì anche quelli che noi abbiamo definito bacchettoni più di una volta, sono stati giovani e hanno vissuto gli stessi nostri disagi, i nostri desideri. Anche le loro teste piene di gel e ora pelate, un tempo, hanno sognato.

E ci si fa forza  e per il sabato sera si prepara una grande uscita […] e si può fare un poco di follia.

2 Comments

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  1. S.

    Sara, complimenti: il tuo articolo mi è piaciuto molto.
    Amo Tondelli, il suo modo di raccontare, le parole che usa…
    Sono molto legata a “Camere Separate”, e mi dispiace pensare che un autore come lui sia, ai giorni nostri, quasi sconosciuto.
    Brava!

  2. Sara Pasini

    Grazie… Comunque in generale pur avendo “in casa” i padri della letteratura, dell’arte siamo tutti ignoranti, non sappiamo apprezzare il bello che abbiamo attorno o…sugli scaffali.

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