Recensioni: Suffragette


Suffragette: Recensione e Trailer

Film di Sarah Gavron, con Cary Mulligan, Helena Bonham Carter, Meryl Streep, Brendan Gleeson, Anne – Marie Duff

Suffragette: Recensione

 

Inghilterra, 1912. Maud Watts(Carey Mulligan) ha 24 anni e da quando ne aveva sette lavora in una lavanderia, rovinandosi la salute per una paga inferiore a quella del marito/collega, che ha compiti meno logoranti, e sopportando i ripetuti abusi del titolare. Maud Watts non è la sola: la sua storia di sofferenza e sfruttamento è simile a quella delle sue colleghe e più in generale, a quella delle altre donne sue contemporanee. Quando Maud incontra Violet (Anne-Marie Duff), attivista per il voto alle donne, la giovane operaia capisce che qualcosa può e deve cambiare e che, perché ciò accada, bisogna lottare…

Suffragette: Recensione, Trailer e Trama del film con Carey MullighanSuffragette ha il merito di raccontare il movimento per il voto alle donne sdoganandolo dalla visione tradizionale. Le suffragette di Sara Gavron non sono vittime bisognose di aiuto, né signore eleganti che si recano allegre alle manifestazioni: sono piuttosto operaie, commercianti ed intellettuali, indipendenti e capaci,  il cui contributo alla società viene costantemente svalutato. Maud Watts e le sue contemporanee vengono pagate meno degli uomini per svolgere lavori ugualmente faticosi e logoranti, non hanno alcuna potestà sui propri figli, e non possono prendere parte alle decisioni che le riguardano direttamente perchè non hanno diritto al voto. Ecco dunque che il suffragio femminile smette di essere ” una questione femminista”, e diventa un problema di giustizia sociale, tale e quale (c’è ancora bisogno di ribadirlo) alle lotte di classe dei lavoratori uomini.

L’altro pregio del film sta nell’aver mostrato la pervasività dell’oppressione del genere femminile in senso culturale: ne sono lo specchio i mariti incapaci di prepararsi un piatto di minestra se la moglie finisce in galera e che, come crumiri, tacciano di egoismo una causa della quale trarrebbero anche loro beneficio. (Forse che, se il lavoro di una donna contasse quanto quello di uomo, le entrate familiari non aumenterebbero?)

La materia di Suffragette è talmente importante, attuale e corrosiva dello status quo, che stupisce la scelta di Gavron di costruire un film sostanzialmente classico. Se le suffragiste rompono le vetrine e piazzano esplosivo nelle cassette della posta, la sceneggiatura di Abi Morgan non osa mai sul piano tecnico e narrativo: il risultato è un’opera più simile al percorso personale del Il Discorso del Re, o alla tragedia didattica di The Imitation Game, che alla durezza di Hunger o alla potenza narrativa di Selma.

Certo, le scelte classiche in termini narrativi consentono al film di rivolgersi ad un pubblico il più vasto e variegato possibile, portando un messaggio significativo e una, seppur romanzata, importante lezione di storia. Ma la lotta per il suffragio femminile avrebbe meritato più  coraggio ed onestà, sia nel mostrare la brutalità del trattamento riservato alle donne(e alle attiviste) sia nel ricordarci le ombre del movimento stesso (non ultimo il razzismo). Lascia un poco di amaro in bocca, poi, la breve apparizione di Emmeline Pankhurst/Meryl Streep: la guida del movimento suffragista inglese avrebbe potuto avere ben di più che pochi minuti in scena.

Suffragette però non affonda mai: merito anche e soprattutto della recitazione senza sbavature di Carey Mulligan, capace di trasmettere allo spettatore tutta la carica emotiva della trasformazione di Maud da operaia sottomessa e diligente ad attivista determinata e volitiva.

Da vedere.

Piccola nota alla traduzione italiana: ma perchè la frase ” Siamo in ogni casa, siamo metà della razza umana…”, pronunciata da Maud alla polizia, è stata tradotta con ” Siamo in ogni casa, diamo la vita..” ?  

C’è differenza tra rivendicare il proprio valore come essere umano e rivendicare il proprio ruolo di madre e alle suffragiste non sarebbe sfuggita.

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