The Batman – Due parole sull’adattamento degli enigmi, sui villain e sul Battinson


Ormai penso l’abbiate visto tutti, no? Mentre scrivo, infatti, The Batman ha già sfiorato i 7 milioni di euro al botteghino italiano, quindi immagino di poterne parlare liberamente.

E dunque: com’è il film di Matt Reeves dedicato all’Uomo pipistrello? Gli indovinelli dell’Enigmista sono stati adattati bene? E il Battinson (sì, insomma… il Batman di Robert Pattinson) funziona?

Vediamo.

The Batman – L’adattamento degli indovinelli dell’Enigmista

Fin dal primo trailer, una cosa è stata subito chiara: questo The Batman avrebbe fatto sudare parecchio gli adattatori nel tentativo di renderlo fruibile in italiano.

Un cattivo come l’Enigmista infatti obbliga a uno sforzo enorme: non solo l’indovinello deve essere coerente con il labiale dei personaggi, ma deve pure essere in rima e non sacrificare la quasi onnipresente polisemia dell’enigma o della soluzione – ovvero quando una stessa parola racchiude più di un significato.

Prendiamo l’indovinello “Cosa fa un bugiardo quando muore?”, la cui soluzione in originale è “He lies still”. Lies è un esempio di polisemia, perché significa sia “giace” che “mente”, e questa ambiguità è il cuore di tutto l’enigma.

Trovare una soluzione migliore di quella che ha escogitato l’adattatore italiano era obiettivamente molto difficile. La scelta è ricaduta sul mantenere “lies” come “giace” e spostare il gioco di parole su “still”, che diventa “continuamente“. Si perde qualcosa, è meno potente dell’originale, ma la penso come la Svet nel suo meraviglioso podcast su doppiaggio e adattamento Piove a cani e gatti: meglio di così non si poteva fare. E dunque, complimenti a Marco Mete (tra le altre cose, voce storica di Robin Williams e tanti altri) che si è trovato davanti una sfida molto difficile e ha tirato fuori un adattamento davvero ben fatto.

Per gli altri enigmi, vi rimando alla puntata apposita di Piove a cani e gatti. E vi lascio un corrispettivo anni Sessanta di questi indovinelli perché è sempre bello.

Robert Pattinson tra Batman e Bruce Wayne

Ma mettiamo da parte l’Enigmista di Paul Dano per parlare di lui, il nostro protagonista, interpretato da Robert Pattinson.

La difficoltà maggiore quando sforni un prodotto come The Batman è quella di differenziarlo dai suoi predecessori senza snaturarlo. Forse la fortuna maggiore di Matt Reeves, regista del film, è stata quella di poter sfruttare un aspetto del Cavaliere oscuro poco sfruttato nelle precedenti incarnazioni, come dicevamo tempo fa: le sue impressionanti doti da detective.

E se a un Batman investigatore, in attività da circa due anni, attrezzato ma non perfettamente rodato, si aggiunge un Bruce Wayne nel pieno del proprio trauma, il risultato è l’Uomo pipistrello di Robert Pattinson. Come disse qualcuno, “Sembra che sia Batman a travestirsi da Bruce Wayne, e non il contrario”. E per buona parte del film è così: essere Bruce Wayne significa sofferenza, resa davvero bene dalle capacità attoriali di Pattinson.

Robert Pattinson e Zoe Kravitz in una scena di The Batman

Robert Pattinson e Zoe Kravitz in una scena di The Batman (Credits: Warner bros.)

Il suo Bruce è schiacciato dal dolore, rifiuta di portare avanti le attività economiche dei suoi genitori e quasi causa la rovina del proprio patrimonio per vivere come Batman, un essere che si nutre di quella sofferenza per trasformarla in vendetta.

Incarnare Batman, nella mente di Bruce Wayne, dovrebbe essere liberatorio. “Io sono Vendetta”, è il modo in cui si presenta. Eppure è chiaro che qualcosa non vada. Seminare quella vendetta tra le strade di Gotham per liberarsi del trauma legato alla morte dei propri genitori non pare funzionare davvero.

Il Battinson insomma è un personaggio che emerge dalle tenebre, ma che man mano che il film prosegue inizia a legarsi alla luce. Prima portando una torcia e trascinando fuori dall’ombra i gothamiani salvati durante la battaglia finale, e infine emergendo sotto i pallidi raggi dell’alba. Comprendendo che la sua missione può essere qualcosa di diverso da quello che aveva pensato fino a quel momento.

I villain del film di Matt Reeves

The Batman è imbottito di personaggi, ma in qualche modo vengono usati tutti nel modo giusto. Il futuro commissario Gordon e Selina “Catwoman” Kyle, interpretati da Jeffrey Wright e Zoë Kravitz, garantiranno a chi si è occupato del loro casting una vita di pacche sulle spalle e congratulazioni. Tra l’altro, piccola curiosità, in precedenza Kravitz aveva già interpretato Catwoman, anche se in Lego Batman – Il film.

L’attenzione maggiore, però, era per i cattivi. In The Batman possiamo vedere in azione tre pezzi grossi del parco villain del Crociato di Gotham, ovvero Carmine Falcone (affabile e spietato boss della mafia con le sembianze di John Turturro), l’Enigmista e il Pinguino, ovvero un irriconoscibile Colin Farrell.

Forse anche troppo irriconoscibile: il trucco di Cobblepot è forse la cosa più smaccatamente finta del film. Ci si abitua, ma non l’ho trovato riuscitissimo. Spero in un passetto avanti per i prossimi film, in particolare nel secondo, in cui mi aspetto che il Pinguino sia la minaccia principale.

Il Pinguino di Colin Farrell nel film di Matt Reeves

Il Pinguino di Colin Farrell nel film di Matt Reeves (Credits: Warner bros.)

L’Enigmista è forse il personaggio più snaturato del film rispetto alle versioni a cui siamo abituati, perlomeno nelle motivazioni. In The Batman è un terrorista e un serial killer (profondamente ispirato al celebre Zodiac) e non un criminale con l’ossessione di dimostrare la propria superiorità intellettuale all’acutissima mente del Cavaliere oscuro. Anzi, qui vorrebbe addirittura trasformarlo in un suo alleato, vedendolo come affine a lui. E a ragione, visto il suo background.

Ma snaturato non significa né fatto male né tantomeno fuori posto. E dunque, promosso a pieni voti anche lui.

The Batman in sintesi

The Batman sfrutta al meglio gli spazi lasciati liberi dai suoi predecessori, e costruisce una Gotham City cupa e affascinante, che riesce a sembrare di altri tempi nonostante la presenza massiccia di tecnologia contemporanea.

Il passato di Bruce Wayne, noto probabilmente anche al criceto di un 97enne di Rottofreno (PC), viene comunque raccontato per chi non dovesse conoscerlo, ma in modo da non appesantire chi lo ha già visto in tutte le salse. Un po’ come accade, in un certo senso, anche in Spider-man – No way home con la questione dello zio Ben.

E Batman ha un percorso di crescita davvero interessante, che fin da subito lo porta fuori da quel rischio – sempre presente quando si parla dell’Uomo pipistrello – di trovarci di fronte a una Mary Sue insopportabile e infallibile.

Soprattutto, fa venire voglia di vederlo presto in azione. Ancora e ancora.

Nell’attesa che succeda, avete fatto anche voi, come me, un salto su rataalada.com?

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