La piaga delle Mary Sue nel cinema – Cosa significa e come riconoscerne una


Da queste parti, si sa, ci piace parlare di cinema. Ma non semplicemente di singoli titoli o tipologie di film: anche del linguaggio che contraddistingue questo media straordinario.

E non mi riferisco solo alla grammatica delle inquadrature e della regia in generale, ma anche ai tanti termini che usiamo per riferirci a determinate scelte produttive o di sceneggiatura: product placement, McGuffin, morphing, Wilhelm scream… sono solo alcuni dei concetti che un appassionato di cinema deve conoscere (e saper riconoscere) per fare ciò che un grande esperto di film ama di più: vantarsi in maniera insopportabile con gli amici.

Oggi parleremo delle “Mary Sue” del cinema. O dei “Gary Stu“, se stiamo parlando di personaggi maschili, anche se Mary Sue va bene lo stesso. No, non si tratta di un’attrice e di un attore di Hollywood: è uno dei più fastidiosi, e spesso esilaranti, cliché del cinema e della letteratura.

Che cosa significa Mary Sue nel cinema (e altrove)?

Se cercate in rete “Cosa significa Mary Sue?”, quasi certamente troverete un riferimento a A Trekkie’s tale, scritta da Paula Smith nel 1973 per prendere in giro le fanfiction a tema Star Trek – di solito, scritte da ragazzini e ragazzine al solo scopo di infilare in un qualsivoglia universo narrativo già esistente un personaggio con le proprie fattezze.

La Mary Sue di Paula Smith sbertuccia le caratteristiche del tipico personaggio da fanfiction adolescenziale: una ragazza giovanissima, bellissima, amata da tutti, straordinariamente precoce e capace di raggiungere vette di perfezione precluse a chiunque prima di lei, e sostanzialmente priva di difetti. Praticamente, Diego Fusaro secondo Diego Fusaro.

Attenzione, però: il fatto che sia un concetto nato dalle fanfiction non significa che non possiamo ritrovare questo stereotipo della Mary Sue nel cinema, nella letteratura, nei fumetti e quant’altro. Anzi.

Le Mary Sue nel cinema: una piaga davvero molto diffusa

Cosa porta autori e sceneggiatori professionisti a infilare qualche Mary Sue nei propri prodotti? Nel caso degli (incolpevoli) autori di fanfiction, la causa è imputabile all’inesperienza e magari al desiderio di sentirsi gli eroi più amati del proprio universo narrativo preferito. O a quello di limonare con Draco Malfoy.

Ma se, al posto di una innocente fanfiction basata sulle avventure amorose di un personaggio che deve barcamenarsi in uno strano triangolo con Jon Snow e Lucifer, ci fosse da scrivere un film di Hollywood? O un libro “vero”, pubblicato con una grande casa editrice?

50 sfumature di grigio, tratto da una fanfiction ispirata a Twilight

I protagonisti di 50 sfumature di grigio, saga tratta da una fanfiction ispirata a Twilight (Credits: Focus Features)

Raramente, in quel caso, il problema è l’incapacità di fare di meglio. Più spesso, la colpa sta nel desiderio di fare in qualche modo del fanservice (dando al pubblico quello che si suppone possa volere) o nell’appiattimento drastico di trame e tematiche. La scomparsa di conflitto e complessità è una delle cause più frequenti del proliferare di Mary Sue e Gary Stu nel cinema contemporaneo.

Batman è una Mary Sue?

Ci sono personaggi a cui basterebbe veramente poco per trasformarsi in Mary Sue o Gary Stu. Pensiamo ad esempio a Batman: Bruce Wayne è bello, ricco, atletico, estremamente intelligente ed equipaggiato con gadget infallibili. Batman è il miglior detective del mondo, e di fatto non perde mai.

Per questo, nelle mani di autori poco capaci, il rispetto di queste caratteristiche rischia di renderlo un personaggio piatto e antipatico. Ma chiunque conosca bene l’Uomo pipistrello (o abbia anche solo giocato alla serie di Arkham nel panorama videoludico) ha ben chiaro come non si tratti assolutamente di un personaggio perfetto. Batman di difetti ne ha eccome. Quello più importante? Batman è pazzo. Irrimediabilmente pazzo e scollegato dalla realtà.

A una quasi perfezione mentale e fisica, il miliardario dal cappuccio con le orecchie a punta unisce una profonda solitudine a cui è incapace di porre rimedio, una non trascurabile dose di misantropia e un senso di colpa opprimente che si traduce spesso in ossessione e paranoia.

Nemmeno i fan più accaniti del personaggio affermerebbero alla leggera “Vorrei essere esattamente come lui”.

Altre Mary Sue mancate nel cinema e nella letteratura

Un discorso simile a quello fatto per Batman si può applicare alla sua controparte ideologica, Superman, ma anche a un altro detective infallibile della finzione come Sherlock Holmes.

Nei libri i difetti di Sherlock compensano le doti eccezionali di cui l’ha provvisto sir Arthur Conan Doyle, ma è anche vero che l’autore scozzese non ne tiene davvero conto: John Watson – che di Conan Doyle è un avatar quanto Sherlock lo è del proprio amatissimo mentore, Joseph Bell – nei racconti e nei romanzi è estremamente indulgente con Holmes, aumentandone la già potentissima aura di perfezione.

Non è un caso se nei film e nelle serie più recenti, come lo Sherlock Holmes di Guy Ritchie o Sherlock della Bbc, il rapporto di stima tra i due è mitigato da continue frecciate e litigate, che rendono la loro relazione molto più umana. Riportando Sherlock allo stato di bel personaggio, e non di semidio.

Un discorso simile possiamo farlo con Harry Potter e Hermione Granger nella saga scritta da J.K. Rowling: entrambi sono a un passo dall’essere due Mary Sue, ma ai loro grandi pregi si accompagnano difetti importanti (la riluttanza e le insicurezze del primo, le difficoltà a socializzare e la saccenza della seconda). E per tutti e sette i libri percepiamo perfettamente quale sia il prezzo delle loro imprese.

Top 5 peggiori Mary Sue nel cinema

La cover del nostro articolo sulle Mary Sue nel cinema

(Credits: Marco Frongia)

Ma adesso basta parlare di Mary Sue mancate: passiamo a quei personaggi che proprio non sanno come evitare di essere insopportabilmente perfetti.

Ecco qui, dunque, una top 5 dei peggiori esempi di Mary Sue che mi siano venuti in mente.

5. Bella, Edward e Jacob (Saga di Twilight)

Un ormone con le gambe, uno Swarovski con i canini e un peluche con gli addominali. La caratterizzazione dei personaggi di Twilight è tutta qui. La loro autrice Stephenie Meyer, convinta di averli dipinti come praticamente perfetti, non si accorge di averli dotati di difetti enormi che passano in sordina: Bella è una sottona senza speranza, Edward uno stalker paternalista e Jacob uno zerbino possessivo.

Il trio composto da Bella, Jacob e Edward di Twilight. Tre Mary Sue al prezzo di una

(Credits: Maverick Films)

Questo attutisce leggermente il loro essere Mary Sue, ma gli vale comunque un quinto posto.

4. James Bond (in praticamente tutti i suoi film)

James Bond è una Mary Sue? Noi pensiamo di sì

(Credits: Eon Productions)

Anche noi fan del personaggio dobbiamo ammetterlo: James Bond è un Gary Stu. Chi l’ha conosciuto nella versione bionda, tormentata e spesso sanguinante di Daniel Craig magari non se n’è reso conto, ma il nostro agente 007 è perfetto.

Simpatico, brillante, carismatico, invincibile, e persino in grado di centrare ogni volta quell’accidenti di attaccapanni con il proprio cappello.

Non fosse stato interpretato tra gli altri dal compianto Sean Connery, probabilmente avrebbe affiancato alla licenza di uccidere quella di starci sulle balle.

3. Pocahontas e John Smith (Pocahontas, Disney)

Non mi soffermerò più di tanto su perché Pocahontas e John Smith del classico Disney siano a buon diritto tra le Mary Sue del cinema: c’è un’intera recensione a riguardo.

Pocahontas e John Smith Disney

(Credits: Disney)

Scavalcano James Bond in classifica perché, semplicemente, non hanno neppure l’attenuante di essere almeno un minimo divertenti. Bronzo meritatissimo.

2. Rey (Star Wars, Episodi VII-VII-IX)

Rey, interpretata da Daisy Ridley, è un ottimo esempio di Mary Sue

(Credits: Disney)

Chi poteva beccarsi l’argento se non Rey, la Mary Sue della nuova trilogia di Star Wars?

Per i primi due film ho provato a negare la sua natura, appigliandomi alle tante possibili spiegazioni dei suoi poteri, a quanto fosse adorabile Daisy Ridley nei panni della misteriosa jedi e alle potenzialità narrative del mistero che la circondava.

Potenzialità tra le quali poteva certamente esserci un background da fanfiction – con natali illustri ma senza senso, capacità fin troppo fuori dal comune persino tra gli utilizzatori della Forza e assenza di una singola difficoltà sul suo percorso – ma ero sicuro che il nono capitolo della saga non si sarebbe basato su questo.

Quanto mi sbagliavo.

1. Mulan (Live action Disney)

La medaglia d’oro di Mary Sue del cinema degli ultimi anni non poteva che andare a lei. La Mulan del live action Disney incarna letteralmente ogni cosa imputabile alla Rey di Star Wars, uso della Forza compreso.

Mulan nel film live action Disney

(Credits: Disney)

Solo che, in più, vola. Già. Praticamente vola.

Ma difettoso è bello!

In conclusione, che altro potremmo dire sulle Mary Sue nel cinema, nella letteratura e nella finzione in generale? Forse, solo un’ultima cosa: a volte sono necessarie. È vero: se sono incluse in modo non ironico sono spesso indice di una pessima scrittura; ed è altrettanto vero che molto raramente un prodotto che ne contenga una è in grado, poi, di risultare valido.

Ma a modo loro sono una presenza indispensabile. Ci ricordano che, anche ammesso che la perfezione esista e sia davvero raggiungibile, non ci piacerebbe essere così. Né saremmo mai amici di persone fatte in quel modo.

Non siamo fatti solo dei nostri pregi, ma anche di ciò che ci allontana dalla perfezione. Per cui, in questo 2021 ormai alle porte, impariamo a serbare nel cuore questo insegnamento: avere difficoltà, vizi e difetti è una cosa positiva.

O, comunque, è quello che potremmo ripeterci se dovessimo fallire tutti i buoni propositi del prossimo anno.

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