Recensioni – Hunger
di Steve Mcqueen, con Michael Fassbender; Liam Cunningham
Regno Unito, 1981. Il primo ministro Margaret Thatcher ha abolito lo statuto di prigioniero politico: anche i prigionieri appartenenti alla resistenza irlandese vengono perciò considerati detenuti comuni e trattati come tali. Per protestare contro questa decisione e contro gli abusi di cui sono vittime, nella prigione di Maze, nell’Irlanda del nord,nove membri dell’IRA guidati da Bobby Sands(Michael Fassbender) iniziano uno sciopero della fame che li condurrà alla morte…
Dopo il successo di Shame(2012), possiamo nuovamente ammirare il cinema “corporeo” di Mcqueen in questo film datato 2008, che esce solo ora nelle sale italiane. Ritroviamo qui l’attenzione puntata su ciò che è fisico,anche nei dettagli più minuti, che avevamo conosciuto in Shame. Ritroviamo anche Fassbender, questa volta se possibile ancora più tormentato: perchè Hunger è un film sulla fame che trasforma il corpo e lo distrugge, lo prosciuga. La protesta allora si fa carne, sudore, sangue: ma non è solo la crudezza dell’immagine a colpire, uscendo dallo schermo e imprimendosi sulla nostra pelle, molto più efficacemente di qualsiasi 3d. La forza di Hunger sta in ciò che si cela dietro gli sguardi e i gesti: il pensiero, la mente che si esprime nella fisicità. La fame di Bobby Sands è prima di tutto fame di scelta, di libero arbitrio. La scarnificazione è allora il lento martirio di un uomo che rivendica il diritto di morire, e di morire come più preferisce.
Da vedere, per riflettere.
Un film grande per la crudezza e la sensibilità con cui affronta l’argomento.
Crudezza e sensibilità vanno di pari passo in Mcqueen. Davvero un autore che merita e che speriamo ci regali qualche altra perla 🙂