Soul – Una carezza all’anima degli adulti da Disney-Pixar


Mentre sui nostri schermi il 25 dicembre è stato segnato da buchi neri e cinepanettoni, Disney+ ci ha fatto davvero un regalo (e non è un altro fallimentare live action): Soul è il film che serviva per rendere la fine di quest’anno difficile più dolce.

Ha solo senso che il giorno di Natale del 2020, quando le restrizioni ci hanno stravolto le tradizioni e ci hanno isolati dai nostri affetti, gli autori di Inside out venissero in nostro soccorso: dopo averci mostrato la mente, ci hanno portato in un poetico e introspettivo viaggio nell’anima umana. Un viaggio che, dopo l’anno che abbiamo passato, ci permette di esorcizzare la morte e celebrare la vita. Ovviamente con una colonna sonora davvero jazz!

I film natalizi… senza Natale

Lo sapete: a differenza del nostro direttore, io credo fermamente che i film di Natale vadano presi un po’ come sono, come i tradizionalissimi Una poltrona per due e Mamma, ho perso l’aereo; oppure come i nuovissimi cinepandori di Netflix, con principi, principesse e miracoli del Natale. Da quando è uscito Klaus, invece, mi sono convinta che non ci sia miglior film di Natale dei film che il Natale lo nominano solo tra le righe, ma che ti lasciano il cuore caldo di luce, gioia e buoni propositi.

(Credits: Disney-Pixar)

Soul è tutto questo ma non sembra proprio un film adatto ai bambini, se non fosse per i colori e le scene divertenti che costellano la trama, ma la chiave di lettura è troppo introspettiva – e a tratti subdola – perché un bambino possa interessarsene. Il film sembra più cercare di farci riflettere sul prima, sul dopo e sul durante l’esistenza di ognuno di noi sulla Terra. Facendoci vedere il prima e il dopo, soprattutto, siamo in grado di valorizzare appieno il durante.

Non voglio farvi spoiler, almeno fino alla parte finale dell’articolo: voglio che riusciate ad assaporare ogni scena nella sua complessità e nella sua pienezza… e piangere anche un po’, come molti di noi hanno fatto. Sì, perché Soul riesce a far leva sulle sensazioni che tutti noi abbiamo provato almeno una volta nella vita, cercando il nostro posto nel mondo. Specialmente ora che la pandemia di Covid-19 ha messo uno stop a molte nostre passioni, ha messo in dubbio i nostri obiettivi e ci ha costretti a rivedere il bilanciamento tra ciò che amiamo e ciò che è necessario.

Soul: Joe e 22 tra ansia e paura

Qual è, allora, il nostro scopo? Il nostro protagonista è un anti Gary Stu di nome Joe Gardner ed è un insegnante di musica delle scuole medie che sogna il jazz, come suo padre prima di lui.

Joe è l’anti-Gary Stu perché è davvero non convenzionale: innanzitutto, è il primo afroamericano protagonista di un film Disney-Pixar; non è bellissimo, anzi porta fiero un dadbod e una leggera pancetta (un po’ come tutti noi dopo Natale); ha talento con la musica ma non è granché con i rapporti sociali. È un sognatore che fatica ad adattarsi alla vita stabile da insegnante.

(Credits: Disney-Pixar)

La connessione tra Joe e la sua musica è forte al punto che diventa la sua ossessione. Joe è convinto sia il suo scopo nella vita. La sua morte improvvisa lo costringerà a rivedere la sua idea, proprio aiutando un’anima che di vivere non ne vuole proprio sapere. E tutti noi ci identifichiamo un po’ con Joe e un po’ con l’anima a cui dovrà fare da mentore, 22: uno non vuole morire senza aver concluso qualcosa, l’altro non vuole nemmeno iniziare per paura di non concludere niente.

Qual è la nostra scintilla? Passiamo tutto il film ad associare, come i personaggi, la scintilla al nostro talento, il nostro scopo nel mondo. Troverò la cura per il cancro? Sarò un’astronauta? Un musicista? Un pittore? E se non ho un talento? E se non…

Il pre-mondo e l’aldilà: ci sono i contabili ma non la magia

Iniziamo a fare qualche spoiler. Per cui, proseguite la lettura se avete visto il film o se non vi preoccupa rovinarvi la sorpresa.

soul disney pixar

(Credits: Disney-Pixar)

Si diceva: se Inside out ci ha offerto un coloratissimo e brillante viaggio (scientificamente accurato!) nella mente umana, nelle emozioni e nei ricordi, Soul ci mostra un elaboratissimo mondo prima e dopo la nostra vita sulla Terra. Questo mondo, fatto di linee, luci e anime, è un divertente modo per analizzare chi siamo. Dell’aldilà non ci viene detto molto: solo una scalinata ledzeppeliniana verso una luce, ma molto controllata dai contabili – spoiler: non piacciono a nessuno nemmeno lì!

Del pre-mondo, invece, ci viene mostrato benissimo come le anime acquisiscono la loro personalità. Ma, soprattutto, viene fortemente rimarcata l’assenza di ciò che diamo per scontato della nostra vita sulla Terra: i gusti, i profumi, il contatto fisico, il cenone di Natale.

Niente, prima dell’incarnazione sulla Terra, ha un senso. Questo contrasto è evidenziato ancora di più dall’animazione: nell’iperuranio delle anime non esiste la delicatezza del ferro battuto di una ringhiera o la magia di un seme di acero che volteggia nell’aria.

Una riflessione su Soul (per chi l’ha già visto o non teme spoiler)

soul disney pixar

(Credits: Disney-Pixar)

Conosco una storia che parla di un pesce, che va da un pesce anziano e gli dice “Sto cercando quella cosa che tutti chiamano oceano” “L’oceano? – risponde il pesce più vecchio – è quello in cui nuoti adesso” “Questo? – dice il giovane pesce – questa è acqua, io invece cerco l’oceano

Le parole di Dorothea, stella del jazz, colpiscono come un pugno. Il senso della vita è viverla: non ha senso dannarci per raggiungere un obiettivo, se non ci godiamo il viaggio per raggiungerlo.

Soul è un invito a godere dell’oceano in cui nuotiamo ogni giorno, a non sprecare la nostra scintilla. Ed è un inno alla vita, proprio quando passiamo il tempo a lamentarci perché le ultime restrizioni ce l’hanno cambiata.

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