Negretta – Baci razzisti – Crescere in una roccaforte leghista negli anni 90


Negretta – Baci Razzisti è il secondo libro, ma primo romanzo, di Marilena Delli Umuhoza; in uscita il 15 luglio in tutte le librerie, la redazione di Discorsivo ha potuto recensirlo in anteprima. Ecco cosa ne penso.

Tutto comincia da un blog, Afroitalian

Una bambola mostra il libro "Negretta - Baci razzisti" di Marilena Delli Umuhoza

(Credits: Marilena Delli Umuhoza, Instagram)

Anni fa trovai un blog che mi incuriosii parecchio: si chiamava Afroitalian. Cominciai a leggere quegli articoli, firmati da Marilena Delli Umuhoza, frizzante scrittrice italo-rwandese.

Quando ho scelto di approfondire il tema dell’identità culturale nelle persone birazziali, non ho potuto non pensare a lei: ai suoi racconti, alle sue riflessioni e al fatto che, in Italia, sia una tematica ancora troppo poco affrontata.

Ricordavo, fra l’altro, che fosse anche autrice di un libro, Razzismo all’italiana – cronache di una spia mezzosangue: l’ho ordinato e, in meno di tre giorni, era già finito.

Ho trovato il suo contatto e le ho chiesto un’intervista: avevo troppe domande da farle. Quello che non potevo sapere, era che l’autrice avesse in cantiere un secondo libro, di cui ha annunciato la pubblicazione a pochi giorni dal nostro primo scambio di mail. Sto parlando proprio di Negretta – Baci razzisti, edito da Red Star Press.

Negretta – Baci razzisti, romanzo a istantanee

Ambientato nella Bergamo degli anni 80-90, Negretta – Baci razzisti è un toccante flusso di pensieri, di ricordi, di immagini.
La protagonista è Marilena, donna italiana, nera, che deve fare i conti fin da piccola con le sue origini: nata da un padre bergamasco, ex missionario, sposato con una donna rwandese, scappata dalla sua terra con la speranza di vivere senza la paura incombente della morte, della discriminazione da sempre subita. Un amore che società e famiglia paterna non comprendono, non accettano.

Marilena cresce in una famiglia che tenta di vivere nella normalità, ricercando quasi l’anonimato. Senza, soprattutto, accennare al razzismo che li circonda quotidianamente. Ma la protagonista, che racconta in prima persona la sua storia, lo vede eccome. E ne parla con chi sceglie di leggere le sue pagine.

Cori di scherno sul pulmino della scuola. Il dover spiegare alle persone che è italiana. Le insegnanti che si ostinano a considerarla un’estranea in casa propria. Saponi sbiancanti e dolorose stirature chimiche. “Quanto vuoi, ne*ra?” urlato dai finestrini delle macchine: se sei nera, sei per forza una prostituta.

Vicende personali che si intrecciano con flashback sulla vita passata dei suoi genitori: la storia di un papà, costretto dalla famiglia a entrare in seminario. O quella di una mamma, divenuta zoppa a seguito di esperimenti che i coloni belgi fecero su di lei.

Una bambola nera mostra una citazione del libro Negretta - Baci razzisti

(Credits: Marilena Delli Umuhoza, Instagram)

Un viaggio nel travagliato percorso di consapevolezza della propria identità: troppo nera per essere bianca, troppo bianca per essere nera.

Un racconto lungo una vita nel quale tanti afroitaliani potranno, finalmente, rispecchiarsi. E una potente riflessione per tutti coloro i quali non vivono il razzismo sulla propria pelle: un’occasione per apprendere che anche il più piccolo gesto può esser considerato lesivo della dignità altrui.

Perchè leggerlo?

Uno degli aspetti che più mi ha colpita leggendo le sue righe (questa volta, addirittura, l’ho terminato in meno di 24h!) è stato sicuramente il suo stile essenziale e le parole dirette, che vogliono essere testimonianza di una vita costellata di momenti complessi: il suo punto di vista sul mondo, però, non ha assolutamente l’obiettivo di impietosire il lettore.

Tutt’altro.

L’efficacia della sua narrazione risiede proprio nel descrivere un passato doloroso senza un giudizio interno, senza un processo (che sarebbe comunque giustificato!) a un sistema che l’ha marginalizzata per anni: aspetto non semplice, se si considera che il libro è scritto in prima persona e che l’autrice ripercorre anche situazioni realmente accadute.

Negretta – Baci razzisti è un’opera adulta, prodotto di un intenso percorso personale che ha portato Marilena Delli Umuhoza a raccontare con incisivo realismo una vita su cui tanti dovrebbero soffermarsi a riflettere.
Commovente, ironico, genuino.

Per concludere in bellezza, la postfazione di Stella Jean

C’è un ultimo motivo di interesse in questa lettura, ed è nella postfazione – e in chi l’ha firmata: Stella Jean, affermata stilista italo-haitiana, capace di tradurre in abiti l’essenza della fusione culturale.  Il suo contributo finale è una riflessione sul razzismo sottile, ben vestito e dai denti bianchi che difficilmente nota chi non è nero. Un razzismo che – col tempo – ti fa desiderare di omologarti alla maggioranza, piuttosto che far fiorire quei ricci fieri e meravigliosi.

Perchè quei ricci, quella pelle, non possono fare di te un’italiana lo stesso? Eppure, il nostro è un Paese radicalmente e intrinsecamente pervaso dalla multiculturalità, da sempre. Una multiculturalità che – come ha ribadito a gran voce durante le manifestazioni #BLM dello scorso maggio – ci investe pienamente tutti quanti.

Italiani, crogiolo di razze e provenienze.

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