Venditori d’ombra


Un clima incandescente e preoccupanti squilibri economici nutrono dibattiti stressati e disillusi sotto l’ombrellone: ecco l’agosto 2011. Se nelle precedenti estati eravamo dediti alla lettura sonnecchiante del gossip “vippettaro”, quest’anno le chiacchiere a riva e il miraggio rinfrescante del “cocco bello” hanno lasciato spazio alla protesta dei gestori di stabilimenti balneari e degli operatori di salvataggio.

Mesi intensi segnati dal susseguirsi confuso degli eventi e dall’urlo provocatorio di voci che rischiano – per i vacanzieri abbagliati dal sole – di dipingere un quadro cubista in cui le forme non combaciano. Mettiamo quindi un po’ d’ordine nel ripostiglio della memoria, troviamo il bandolo della matassa e attendiamo nuovi sviluppi.

Passeggi lungo la battigia e il fragore di un elicottero interrompe il dolce non pensare una, due, tre volte. Naso all’insù e occhi bagnati dalle lacrime forzate dalla luce, ti chiedi: «Cosa starà succedendo?».

Sebbene avesse garantito un’estate soft, la Guardia di Finanza ha dato il la a un giro di vite sull’abusivismo edilizio degli stabilimenti balneari e le loro irregolarità interne. Il 28 luglio la Procura della Repubblica di Rimini ha disposto il sequestro del bagno 26: al Tiki, tra i più noti stabilimenti di Marina Centro (Rimini), sono stati posti i sigilli per le medesime violazioni che già nel 2009 ne avevano causato la chiusura.

A fine giugno controlli congiunti del reparto aeronavale della Gdf, del nucleo operativo radiomobile dei Carabinieri e dell’ufficio amministrativo della Polizia Municipale hanno rilevato che l’area dello stabilimento smantellata due anni prima era risorta.

I sopralluoghi aerei sono stati il punto d’inizio per indagini approfondite che hanno portato al sequestro di 200 metri quadrati comprendenti due gazebo: uno collegato al bar del bagno, l’altro dedicato ad attività ricreative. I 6000 euro di sanzione finale sono il risultato della violazione di norme igienico-sanitarie, mancata indicazione degli ingredienti nei prodotti serviti (2333 euro), lavoratori in nero (1500 euro), occupazione abusiva di spazio demaniale, apertura di luogo di pubblico spettacolo e intrattenimento danzante senza licenza.

Dal canto loro, i gestori fanno presente di aver iniziato le trattative con il Comune per regolarizzare gli impianti, come dimostrerebbe una richiesta d’integrazione di documenti datata 19 luglio. Il problema quindi starebbe nella divergenza di vecchia data tra Comune e Procura per quanto riguarda i permessi di costruzione.

Il 2011 è anche l’anno delle rivendicazioni inascoltate: dopo due anni dall’ultimo sciopero gli operatori di salvataggio hanno di nuovo incrociato le braccia per il mancato rinnovo del contratto. Lo hanno fatto il 14 agosto, giornata clou per il turismo della riviera romagnola da Cattolica a Bellaria, passando per Rimini e Riccione: l’adesione dei bagnini ha raggiunto il 65%.

La legge vieta che i lavoratori in sciopero siano sostituiti da nuovi assunti per l’evenienza: dovendo comunque garantire il servizio di salvataggio pena la chiusura, i gestori degli stabilimenti sono stati costretti a rimpiazzarli con dipendenti muniti di regolare brevetto. In questo modo solo 4 stabilimenti sono rimasti effettivamente sprovvisti di copertura del servizio, costretti per questo a pagare una contravvenzione di 1032 euro.

Le motivazioni scatenanti lo sciopero riguardano il rifiuto da parte dei gestori dei bagni appartenenti a Oasi-Confartigianato (cooperativa che riunisce 450 dei 500 stabilimenti del litorale) di firmare un adeguamento salariale compreso tra 50 ai 125 euro mensili sulla base all’esperienza maturata. Tra le richieste anche il diritto di precedenza a essere riassunti la stagione successiva dallo stesso datore di lavoro e il mantenimento dell’anzianità acquisita quando si passa da un luogo di lavoro a un altro.

Per i lifeguard romagnoli – primi iscritti nel registro degli indagati in caso di incidente – sono pretese essenziali che riconoscono le responsabilità di chi si occupa di tutelare la vita dei bagnanti, non solo di aprire lettini e ombrelloni. In giornata la sicurezza è stata comunque garantita da uomini della Guardia Costiera presenti con venticinque militari, due motovedette e due battelli, assieme a una pattuglia dei Carabinieri.

Cavalcando l’onda e sperando di mantenere elevata l’attenzione sul problema, gli operatori di salvataggio stanno pensando di indire altre giornate di sciopero per il 27 e 28 agosto – posticipando la manifestazione inizialmente fissata per il 21, giorno della visita a Rimini del Presidente della Repubblica.

Per la riviera romagnola si prospetta quindi un fine agosto rovente, nelle temperature e nei toni: muniamoci allora di acqua fresca e tanta pazienza.

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