Il tesoro di Montetiffi


“Hai tu la dolce memoria premente l’anima adulta di quando la neve la prima volta vedemmo sulle tettoie cadere?

C’erano i merli neri; girellava il cane di Egisto lungo la siepe, annusando; e una luna strana batteva al soffitto.

Le rame ovattate tramavano l’aria grigia, immobili corna di cervi imbalsamati; il gatto faceva le fusa presso la brace disfatta

e il breve canto dei passeri lontano sotto i petali freddi. Dolce nescienza non sapere donde venisse la neve”

Così recita Primaneve, una delle tante e meravigliose liriche del poeta e frate cappuccinoAgostino Reali. Nato a Montetiffi (FC) il 27 agosto 1931, è una delle personalità letterarie (e non solo) più significative del secolo scorso. Consegue la laurea in Teologia presso l’Università Gregoriana e quella in scienze bibliche presso il Pontificio Istituto Biblico a Roma. Il nome di Venanzio (così sceglie di chiamarsi nella sua nuova vita volta al servizio della Chiesa) venne sottovalutato in un primo momento, forse oscurato da personaggi del calibro di Ungaretti, Pasolini, Cardarelli, Guttuso, Caproni e via dicendo, ma soprattutto negli ultimi anni i critici stanno apprezzando sempre più questo straordinario e umile uomo, specialmente dopo il ritrovamento, da parte dei suoi confratelli in seguito alla morte avvenuta il 25 marzo 1994, di un numero imponente di opere a lui attribuite.

Apprezzabili sono i diversi stili in cui il poeta si destreggia, l’uso degli ampi ed eterogenei registri linguistici, la dolcezza e genuinità delle immagini immortalate nei suoi versi in un linguaggio affatto elementare, anzi, ricco di ossimori che spiazzano e meravigliano il lettore, il quale può avvertire nelle parole di Padre Agostino quel Dolore Universale di cui intende farsi carico, il vuoto dell’anima che spesso affligge l’uomo. Ma il messaggio più caro a questo autore riguarda la Speranza, lume solitario che irradia la sua forza attraverso le varie epoche storiche, nel suo caso identificato con la Fede. La Speranza intesa dal Reali è identificabile in una persona immemore di tutto, persino dei volti dei familiari, ma che nel proprio subconscio conserva la volontà ultima di ricongiungersi con la propria terra natia, quindi il punto di partenza e quello di arrivo convergono in un enorme sentimento destinato a sorreggere la vita di ogni individuo e il mondo intero. Egli è in grado di liberarsi dello stereotipo di poesia religiosa fine a se stessa, unendo un uso liturgico del linguaggio allo spirito di predicazione del Vangelo. La sua spiritualità raggiunge vette incommensurabili, le parole toccano il cuore.

Ma la produzione artistica di Venanzio non si ferma qui: infatti numerose mostre e musei sono stati allestiti per esporre le sculture e i quadri realizzati durante la sua vita. Molti critici artistici si sono espressi nei confronti dei lavori del poeta, tra i quali ricordiamo Claudio Spadoni che delle creazioni del Reali dice “È la mano di una sensibilità innocente, ma al contempo pienamente consapevole, quella che anima il colore-materia nelle scene della Genesi, che dà corpo alle figure dei progenitori, che addensa i colori come in un’iniziale, stupefatta, visione del mondo”.

Non mancano anche saggi a lui dedicati , associazioni, concorsi in suo nome, tra i quali vogliamo ricordare il Concorso Nazionale di Poesia A. V. Reali, la cui premiazione si tiene ogni anno nel teatro “Elisabetta Turroni” di Sogliano al Rubicone con il patrocinio della Regione Emilia Romagna, della Provincia di Forlì-Cesena, della Comunità Montana, del Comune di Sogliano al Rubicone. Una giuria ricca di esponenti odierni della letteratura, presieduta dal professor Bruno Bartoletti, è incaricata di valutare le liriche di autori di ogni età a partire dagli studenti delle scuole primarie. Il compito prefissatosi non è solo quello di far conoscere lo straordinario tesoro sconosciuto ai più, rappresentato dall’arte di Venanzio, ma è soprattutto quello di avvicinare fin dalla più tenera età le persone alla poesia, alla letteratura e in particolar modo al concetto di Speranza, tanto vicino a Venanzio quanto necessaria alla società di oggi. Magari non la si deveobbligatoriamente identificare con la Cristianità, ma semplicemente con la memoria. Bisogna ricominciare a porsi delle domande, sforzandosi di ricordare qual è il punto di partenza, dov’è la casa natia, abbandonata per sentieri sterrati dai quali non si è più fatto ritorno e lasciarsi stupire ancora una volta se non si trova una risposta:

“Dolce nescienza non sapere donde venisse la neve “.

 

 

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10 Comments

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  1. Michi

    “Provincia di Forlì-Cesena” non sei neanche cosi distante da me. E non mi puoi dire di non essere un’idolo : prima in una categoria all’estremo inizio?!
    Sei un mito.
    Non sono ancora riuscita a trovare il tuo libro :(.

  2. Sara Pasini

    Al massimo puoi ordinarlo, ma la mia casa editrice è molto pigra nella distribuzione, infatti nelle prossime pubblicazioni (ammesso che ci saranno) mi rivolgerò a qualcun’altro di più serio… Per ora (ma non so quanto possa essere comodo per te) il mio libro lo puoi sicuramente reperire all’edicola vicino alla biblioteca comunale di Santarcangelo di Romagna, dall’Edoarda o in edicola a Savignano sul Rubicone e qualche locale in giro per Borghi… Più avanti farò delle presentazioni in più tappe e luoghi e li lo troverai sicuramente 🙂 E non merito di essere chiamata “mito”, davvero. Grazie!

  3. Michi

    Mi dai l’impressione di essere come Atlante. Ferma a sorregere il cielo.
    Una persona con la sofferenza del mondo sulle spalle. 🙂

  4. Michi

    Non dubito, sono andata alla ricerca delle sue poesie è sono bellissime e dedicargli un premio non è poco. Ma io mi riferivo a te.

  5. Michi

    Se la tua è quella scarsa, la mia è quella che ha bucato il fondo.
    Scusa, hai: 16 anni, uno più di me; hai vinto una marea di concorsi di poesia, e secondo me, non solo quelli; stanno pubblicando il tuo libro, io non riesco a scrivere una pagina; ci manca solo che la foto non ti renda giustizia e cado in depressione.
    Scommetto che sei la prima della classe. Hai molte passioni e sei riuscita a seguirle tutte.
    In tutto questo, però, c’è una macchia nera, qualcosa che è sempre presente, un dolore costante. Sembra quello del mondo intero. Eppure sei qui a rispondere a una stupida ragazzina.
    Sei un esempio da seguire. Sei riuscita a non arrenderti.

  6. Sara Pasini

    No…non sono un esempio da seguire…tutti devono ritagliarsi un angolino per il proprio futuro e ognuno a modo proprio. Io ho trovato nelle mie millemila attività il mio equilibrio, ma non per tutti è così, grazie al cielo. Se no sarebbe un mondo pieno di pazzi esauriti!!
    🙂

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