Elemental ha più significati nascosti?


Elemental è l’ultimo nato in casa Disney Pixar.

Sulla carta non dovrebbe avere tutti questi livelli di lettura, tuttavia c’è un dubbio che mi è sorto durante la visione e che non riesco proprio a togliermi.

Ma partiamo dal principio.

Il mondo di Elemental

Nella città di Element City i quattro elementi vivono in armonia (coff… Zootropolis... coff…).

Anche se apparentemente tutto dovrebbe filare liscio e non dovrebbero esserci diseguaglianze, il Fuoco è l’unico elemento che viene messo un po’ in disparte a causa del suo interagire goffamente con gli altri tre. Nessuno accusa veramente reali danni per colpa del Fuoco – restiamo saldamente in un film per ragazzi – ma solo veloci seccature che si rimediano al volo.

Un po’ per questo, un po’ per il carattere “fumantino” dei suoi abitanti, il Fuoco ha formato un distretto proprio, abitato esclusivamente da propri simili (Ehm-Ehm-Ehm… Zootropolis, nuovamente).

Zootropolis e Elemental a fianco

Due film con look e approccio diverso ma che hanno più di un punto in comune (Credits: Disney Animation Studios e Pixar Animation Studio)

Ember è la grintosa figlia di un piccolo commerciante. La sua storia è tutta incentrata sulla sua progressiva consapevolezza e crescita, fino a essere “degna” di ereditare l’attività di famiglia.

Ma cosa succederà quando l’acquatico e sensibile Wade irromperà – letteralmente – nella sua vita, mettendola davanti a una serie di prove da superare per arrivare all’agognato traguardo? Ember oltre al desiderato benestare del padre scoprirà anche qualcosa di nuovo?

Nell’animazione moderna il villain non esiste più

L’abbiamo capito, ormai: negli ultimi film Disney e Pixar non ci sono più villain. O meglio: il villain ha perso la sua consistenza in scena come entità tangibile. Ha perso un volto e un corpo, un involucro: è diventato invece un’idea o un concetto.

E in generale, nell’animazione più recente (almeno quella di alto respiro) abbiamo perso il villain come lo intendevamo prima.

I vari Jafar, Ursula, Scar e simili – tutti comunque araldi di un’idea o un concetto deviato dal Bene – sono stati esautorati, hanno perso la rappresentazione fisica in scena. I protagonisti moderni dell’animazione combattono sempre più raramente per i loro principi contro una manifestazione materiale del loro opposto. Più spesso, combattono contro se stessi, contro le abitudini, contro la società e i suoi usi e costumi. Il concetto ovviamente non è sbagliato in sé, anzi; ma è anche innegabile che molti dei recenti film di animazione non siano più coinvolgenti come una volta.

Un vero villain “vecchia scuola” riusciva spesso a parlare su più livelli al suo pubblico. La cattiveria esasperata e il piano malvagio ordito in qualche antro angusto facevano presa immediata sui più piccoli, mentre le sottigliezze di scrittura e di caratterizzazione andavano a colpire gli adulti là dove magari non se lo aspettavano.

Voglio dire: la bramosia sessuale di Jafar per Jasmine (o ancora di più di Frollo con Esmeralda) non è che fossero così sottili: un bambino si accorgeva che qualcosa fosse profondamente sbagliato, ma poteva veramente coglierne le implicazioni come poteva fare un adulto?

Lo so che suono come un vecchio boomer, ma non riesco proprio a farmi piacere del tutto questa tendenza moderna a rinunciare a un cattivo con tratti “classici”!

Raccolta di classici cattivi Disney

Foto di gruppo per i classici cattivi Disney, li riconoscete tutti? Scrivetecelo nei commenti senza barare! (Credits: Disney)

Per tirare in ballo nuovamente Zootropolis, anche in quel caso il concetto predominante, il villain vero e proprio, era l’idea di una società sbagliata, una società che escludesse alcune parti di popolazione a causa di preconcetti e di un passato burrascoso.

Zootropolis aveva però la geniale intuizione di calare tutto in un contesto concreto da buddy movie e affibbiare un volto a questo male. Uno dei più diabolici dell’animazione moderna, aggiungo.

Elemental è uno spettacolo per gli occhi

Spendo due parole in questo momento per una cosa che magari da profani di animazione 3D non si nota: Elemental è visivamente pazzesco!

Come sempre da tradizione Pixar, la cura per l’aspetto visivo e minuzia nei dettagli è sensazionale.

Praticamente tutti i personaggi in scena hanno una complessità folle di animazione, poiché ognuno di loro muta in forma e sostanza continuamente. Al link precedente vi ho allegato un articolo tecnico (in inglese) che rimarca i traguardi tecnici affrontati. Schizzi d’acqua, sbuffi di vapore, lingue di fuoco, fronde di foglie mosse dal vento: nessun personaggio è statico, tutto reagisce a ogni forma di interazione con il mondo che lo circonda.

Addirittura, ognuno di questi singoli movimenti è sfruttato per sottolineare cambi di umore nei personaggi. Una meraviglia.

Ember e Wade assieme

Superare le paure e le diffidenze implica uno scambio di energie non indifferente (Credits: Pixar Animation Studio)

Una complessità inaudita per un film che, a guardarlo attentamente, è sì un percorso di crescita, ma principalmente è una “semplice” love story. Un difetto? Non necessariamente, ma avere un mondo così bello e così pieno di dettagli e farne un film molto di dialoghi, introspezione e rapporti familiari è sicuramente una scelta azzardata. Una scelta coraggiosa.

Conclusioni

Se fino a qui sembro essere rimasto scottato dall’ultima fatica dello studio di Emeryville, non è così.

Il film ha tantissimi momenti molto belli, un cuore enorme e un’abilità invidiabile di farci apprezzare i personaggi, le loro idiosincrasie e i loro difetti. Ha momenti comici così come drammatici, e riesce a gestire abilmente il proprio ritmo facendoci scorrere la visione in un lampo.

Ci si commuove, ma soprattutto si esce con una rinnovata consapevolezza di tanti piccoli dettagli che potremmo tranquillamente ritrovare nella nostra vita comune. Dettagli che potrebbero avvicinare anche noi a questa società più aperta e funzionale, come quella ritratta nel film.

Sul piano dei più freddi numeri, quello che era partito come un potenziale flop ha avuto le gambe lunghe. Costato ben 200 milioni di dollari (a cui vanno aggiunti quelli per la promozione) è riuscito a racimolare a livello globale circa 400 milioni. Non un successone, ma numeri che a inizio corsa sembravano irraggiungibili.

Elemental non passerà alla storia come il Pixar più riuscito di sempre – i tempi di Up, Wall-E e gli altri sembrano distanti – ma una più che onesta visione la merita sicuramente.

E, se l’avete visto, fatemi sapere se anche a voi è venuto in mente un certo pensiero. Ora vi spiego.

Elemental parla di divisione in “caste”?

Ecco il tarlo del dubbio che mi si è insinuato a metà visione: Elemental parla di “caste” sociali?

Andiamo per gradi.

Nella città di Element City, dicevamo, ci sono Acqua, Aria, Terra e Fuoco che vivono in pace e cooperazione. Ogni popolo ha i suoi cittadini con una fisiologia caratteristica, con specifiche abilità e con determinate predisposizioni a ruoli nella società e nelle attività ricreative. Comunque tutti questi popoli sono caratterizzati da una forma antropomorfa. Hanno braccia, gambe, corpo, testa, occhi, bocca e così via.

E qui mi casca l’asino.

Ma quando vediamo di conseguenza tutti questi elementi nella versione non antropomorfa, quando assistiamo ad acqua che sembra normale acqua e si muove di conseguenza – non se ne va in giro camminando, giusto per essere chiari – cosa significa?

Il popolo del fuoco che cucina piccole “polpette” di lava incandescente, i “terrestri” che calpestano inanimato cemento, tutti quanti che sembrano respirare aria senza le fattezze di nuvolette come il relativo popolo rappresentato nel film… Cosa mi comunicano come world building?

La famiglia acquatica di Wade riunita a cena

Invito a cena con… delitto? I personaggi d’acqua stanno bevendo.. dei loro simili? (Credits: Pixar Animation Studio)

Tutti questi elementi non antropomorfi sono inferiori? A uno stadio evolutivo precedente? Tipo Pluto e Pippo, che sono lo stesso animale ma uno è un cane nel senso classico e l’altro è equiparabile a un essere umano?

Lo so, lo so. È una finezza forse eccessiva, uno staccarsi da quello che Elemental vuole palesemente raccontare per andare a cercare il pelo nell’uovo. Proprio l’assunto di base del film e il suo puntare a temi più “elevati” però mi ha messo questo pensiero in testa.

Per carità, la scorrevolezza del film non ne risente, ma sarei curioso di sentire un vostro parere qua sotto, nei commenti.

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