Recensione – Hotel Artemis


Un film di Drew Pierce, con Jodie Foster, Dave Bautista, Sterling K. Brown, Sofia Boutella, Zachary Quinto, Jeff Goldblum.

«Uscire è sempre più difficile che entrare»

Se volete scampare per un’ora e mezza al solleone trovando rifugio nella frescura condizionata di un cinema in città e state cercando un film d’azione con un paio di idee in campo per intrattenervi, Hotel Artemis potrebbe essere quello che fa per voi.

Uscito negli States a inizio estate 2018 e mai distribuito in Italia fino ad ora, Hotel Artemis ottiene una fugace uscita agostana in sala in attesa di pellicole più attese come Il Re Leone o lo spin-off di Fast&Furious.

Drew Pierce, sceneggiatore conosciuto per aver scritto il terzo capitolo di Iron Man e lo strampalato corto annesso Hail To The King, per il proprio debutto dietro la macchina da presa ha radunato un cast di tutto rispetto, capitanato da Jodie Foster all’interno di un’ambientazione appena futuristica ed un’idea di base molto intrigante.

l'Infermiera accoglie un nuovo paziente ricordandogli le regole dell'Hotel Artemis

l’Infermiera accoglie un nuovo paziente ricordandogli le regole dell’Hotel Artemis

L’hotel del titolo, infatti, non è da considerarsi un albergo, bensì un ospedale segreto per soli criminali all’interno di una lussuosa struttura abbandonata al centro della Los Angeles del 2028, sconvolta dalle rivolte popolari scoppiate in seguito alla privatizzazione dell’acqua.

Seguendo il concetto base che ricorda fin troppo da vicino l’Hotel Continental della saga di John Wick, ovvero un rifugio esclusivo per un’élite di criminali e assassini i quali durante il soggiorno devono rispettare una serie di rigide regole, tra le quali non ammazzarsi a vicenda pena l’espulsione, Hotel Artemis è … praticamente la stessa cosa, soltanto che è una sorta di pronto soccorso d’emergenza che accetta soltanto cinque pazienti contemporaneamente.

Al posto del suadente concierge dei film con Keanu Reeves, interpretato da Lance Reddick (che ricordiamo in Fringe), l’Artemis è gestito dall’Infermiera e dal suo aiutante Everest, ovvero una Jodie Foster truccata per sembrare più vecchia ed un sempre spassoso Dave Bautista che, chi l’avrebbe detto, formano una bizzarra quanto riuscita coppia.

Sterling K. Brown e Sofia Boutella si sfidano a chi resiste di più a fissarsi senza ridere

Sterling K. Brown e Sofia Boutella si sfidano a chi resiste di più a fissarsi senza ridere

La vicenda inizia quando a due fratelli rapinatori va decisamente male un colpo e devono ricorrere alle cure dell’Hotel, al momento della loro degenza però sono in cura anche uno sgradevole trafficante d’armi e una femme fatale interpretata da Sofia Boutella, ormai a proprio agio in ruoli tosti dopo Kingsman e l’imperdonabile Mummia del 2017.

In qualche modo si uniscono alle danze una poliziotta ferita, in barba alle regole ferree dell’istituto ma in qualche modo legata al passato dell’Infermiera, ma soprattutto un temutissimo boss della malavita losangelina col volto e lo charme del mitico Jeff Goldblum!

Senza aggiungere altro, si è capito che la pellicola ha un sacco di potenziale, un crescendo di eventi e suspense che però, al momento di andare davvero al sodo, dissipa il proprio capitale iniziale in una serie di soluzioni un po’ troppo affrettate, un po’ come se regista e cast iniziassero a risolvere le cose un po’ di corsa per paura di stancare lo spettatore.

l'atmosfera decadente dell'Hotel Artemis

l’atmosfera decadente dell’Hotel Artemis

Così, quell’esplosione di azione e, diciamolo, sana violenza che il fan di questo tipo di pellicola si aspetterebbe ad un certo punto, il tipo di virtuosismi che fanno la fortuna di film come John Wick (sempre lui) o Atomica Bionda, qui evapora come le bolle da una bibita gassata aperta in fretta.

Non avrebbe guastato un po’ di stile e qualche fuoco d’artificio in più.

Perché davvero, nell’insieme Hotel Artemis non è affatto male ed il ruolo della protagonista Jodie Foster, sebbene insolito, è più profondo e sfaccettato di quanto non si noti ad una prima occhiata, il contesto del futuro prossimo è ben tratteggiato attraverso le immagini di una società allo sbando e da un’evoluta tecnologia medica che include stampanti 3-D di organi.

Una locandina vintage per l'Infermiera e il suo aiutante

Una locandina vintage per l’Infermiera e il suo aiutante

Anche l’ambientazione di grandeur decaduta delle stanze a tema e dei corridoi del vecchio albergo è molto affascinante, a livello visivo mi ha ricordato un altro film ben presentato ma dallo svolgimento traballante come 7 Sconosciuti a El Royale.

Come in quel caso, però, qualche pezzo della trama si perde per strada, ad esempio la sottotrama della poliziotta, e si fatica ad arrivare ad una conclusione significativa per tutti gli spunti seminati all’inizio.

In definitiva una buona idea di base, sebbene non proprio originale, un buon numero di spunti e soprattutto un cast di tutto rispetto concorrono a rendere Hotel Artemis un buon B-movie per l’estate, ma niente di più.

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