Morte di una principessa – in ricordo di Carrie Fisher


Tanto tempo fa, in una galassia lontana lontana, cioè nella nuova Hollywood di metà anni ’70, l’ambiziosa immaginazione di alcuni sognatori come Spielberg, Coppola o di un certo George Lucas ridefiniva i ruoli tradizionali della narrazione cinematografica.

Così nella sceneggiatura scritta da quest’ultimo ed ispirata ai classici sci-fi degli anni ’40, su cui il giovane cineasta californiano avrebbe basato tutta la futura carriera, la principessa rapita dal malvagio non era la solita damigella in pericolo di mille altri racconti, bensì una ragazza più vera e sfaccettata, dotata di coraggio e arroganza da vendere.

Col senno di poi nessuno avrebbe potuto incarnarla meglio dell’appena diciannovenne Carrie Fisher, figlia d’arte dell’attrice Debbie Reynolds e del cantante Eddie Fisher, che all’epoca era praticamente una sconosciuta ed aveva girato soltanto un film con Warren Beatty.

Fin dalla prima scena dell’interrogatorio in cui Darth Vader, nella sua corazza nera, tenta di intimidire la principessa Leia e farsi rivelare l’ubicazione della base ribelle, si può capire quanto il personaggio di lei sia lontano dallo stereotipo della donna fragile: non solo sa tenergli testa, ma quando alcune scene dopo viene liberata da Luke e Han, a nessun sembra fuori luogo vederla brandire un fucile laser.La leader dell’alleanza ribelle non era soltanto una tipa tosta, ma all’occorrenza sapeva anche illuminare la scena col proprio sorriso e far divertire il pubblico, soprattutto negli indimenticabili battibecchi con l’avventuriero Han Solo, da lei definito un “idiota presuntuoso strapezzente e cafone”!

Proprio nel rapporto conflittuale con il personaggio interpretato da Harrison Ford la Fisher sapeva dare il meglio della propria recitazione, rivelando una sensibilità profonda ed inaspettata che contribuiva a conferire spessore alle avventure spaziali di una banda di idealisti che combattono un regime malvagio.

Quando poi, film dopo film, i due litiganti si innamorarono, e a quel che ha rivelato l’attrice stessa poco tempo fa non è stata una relazione soltanto sullo schermo, il rapporto amoroso che ne è scaturito è stato accolto dal pubblico con favore: è proprio in quest’occasione che è stata improvvisata una delle battute più memorabili della saga, quando la principessa in una situazione fatale si fa sfuggire un “ti amo”, Han Solo le risponde un fulmineo “lo so”.. e il resto è storia.

Al termine de “Il Ritorno dello Jedi” abbiamo voluto credere al loro lieto fine, ma nella realtà le cose sono andate diversamente, almeno per l’ancora giovane diva californiana alle prese con una carriera che non ha saputo andare oltre al ruolo cucito su di lei, con i conseguenti problemi di droga e alcolismo che certo non l’hanno aiutata a ritrovare la strada del successo.

Ovviamente quella in Star Wars non è stata l’unica parte celebre per lei, ha recitato anche nei panni della psicologa in “Harry ti Presento Sally” ed è stata la fidanzata armata fino ai denti che John Belushi aveva abbandonato sull’altare in “The Blues Brothers”, protagonista della scena cult delle scuse improbabili di Jake.

Ma l’ombra ingombrante di Leia Organa è rimasta comunque a tenerle compagnia tutti questi anni.

Quando la Disney ha preso in mano le redini dell’epopea di Star Wars e deciso di richiamare il cast originale per realizzare una nuova trilogia, la Fisher, scherzando sulla propria forma fisica non proprio impeccabile, ha postato sui social media la notizia che la casa cinematografica le aveva pagato il personal trainer per i mesi a venire. In effetti il tempo non è stato clemente con il fisico dell’attrice e la sua trasformazione, dal bikini dorato indossato nel 1983 alla corte di Jabba the Hutt all’assomigliare all’anziana del pianerottolo accanto, è stata anche oggetto di polemiche sull’invecchiamento del corpo femminile che di certo hanno fatto male a Carrie.

La consueta ironia non l’ha comunque abbandonata ed ella ha affrontato le nuove sfide con ritrovato entusiasmo, è stato molto bello per i fan rivedere una Leia matura alle prese con le conseguenze dell’amore per Han e la propria famiglia ancora una volta al centro dell’attenzione galattica.

Purtroppo, come tutti sappiamo, Carrie Fisher ci ha lasciato pochi giorni fa a soli 60 anni, a causa di un arresto cardiaco che l’ha colpita a bordo di un aereo la vigilia di Natale, per tutti noi è stato come perdere una persona conosciuta e frequentata innumerevoli volte durante la propria vita.

Per una coincidenza che pare oggi beffarda, i suoi connotati di ragazza sono stati ricreati digitalmente per comparire pochi secondi nello spin-off “Rogue One”, attualmente in tutti i cinema, proprio come quelli di un altro attore della saga originale scomparso ormai molti anni fa.

Nei mesi scorsi, senza alcuna avvisaglia del crudele destino che l’attendeva, era riuscita a completare le riprese dell’ottavo capitolo della saga, ma siamo sicuri che rivederla sullo schermo avrà un effetto molto amaro.

Dobbiamo purtroppo aggiornare il dramma familiare con la notizia che oggi è deceduta anche la madre della Fisher, Debbie Reynolds, che non ha retto al dolore per la perdita dell’amata figlia.

Questo ennesimo lutto colpisce il mondo dello spettacolo già ampiamente sfoltito durante un 2016 particolarmente funestato da morti eccellenti.

Addio principessa delle guerre stellari, con le tue uniformi candide e le acconciature futuristiche, per noi sarai sempre la più tosta di tutte.

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