Il Grande Houdini


Harry Houdini/ Adrien brody incatenato insieme ad alcuni poliziottiUna delle più grandi passioni dell’essere umano è quella per l’illusione e la fantasmagoria: noi che nel ventunesimo secolo affolliamo i cinema muniti di occhialini  per il 3D non siamo  affatto diversi dai nostri antenati che restavano incantati di fronte alle ombre cinesi o alla lanterna magica.
Come tutti gli amori, non è innocuo: più di un ciarlatano sfrutta il bisogno di ” magia” dei più ingenui per il proprio tornaconto. Ma c’è anche chi, dichiarato apertamente il trucco, riesce comunque a farci ” sospendere l’incredulità” e a trasportarci per breve tempo in un mondo dove qualunque cosa è possibile.
Ma cos’è che ci affascina poi? Il gioco della finzione o il dubbio che vi sia per davvero qualcosa di magico?  O forse è una questione di carisma, oltre che di intelligenza e sangue freddo?
Ora che nell’era della grafica digitale l’illusionismo è  riuscito a tornare di moda (e chi l’avrebbe mai detto), non è un caso che History Channel abbia dedicato una miniserie al re dell’illusione: quell’Harry Houdini, nato e vissuto a cavallo tra Ottocento e Novecento. La serie intitolata semplicemente Houdini è stata trasmessa in Italia da DMAX (la stessa rete che ad esempio, trasmette le imprese dell’illusionista Dynamo).
Alla regia troviamo Uli Edel che al cinema ha diretto ” Il corpo del reato 1993) , mentre in la televisione lo ricordiamo per miniserie come Le Nebbie di Avalon.  La sceneggiatura è tratta dal libro   dal libro di Bernard C Meyer: Houdini: A mind in chains, a Psychoanalytic portrait, ed è stata scritta da  Nicholas Meyer. Houdini è interpretato nientemeno che come da Adrien Brody, il talentuoso attore premio Oscar per Il Pianista (su Discorsivo abbiamo parlato di lui già tre  volte: The Detatchment, Grand Budapest Hotel e per il Dalì che vede ” un rinoceronte!” in Midnight in Paris)
Ed è proprio sull’ispirata performance dell’attore americano che si regge forse l’intero Houdini, che vacilla su tutti gli altri punti, a cominciare dalla sceneggiatura. Adrien Brody ha la giusta aria malinconica, il guizzo dell’artista, la sfrontatezza di chi per professione crea illusioni. Incontriamo il suo Harry già adulto, mentre si cimenta con una delle sue fughe più famose: un tuffo in catene nell’acqua ghiacciata. Dopo questo inizio spettacolare, la trama procede in maniera classica, raccontando una rapida ascesa al successo (ovviamente gloriosa e piena di ostacoli) che porta in sè i segni di un’inevitabile declino. E così nella prima parte di Houdini assistiamo ad un rapido susseguirsi di trucchi ” magici” e fughe spettacolari, mentre poco spazio viene dato all’approfondimento dei personaggi. Ne risente molto Bess/Kristen Connolly, moglie di Harry, che avrebbe forse meritato una migliore caratterizzazione.
La seconda parte della serie diventa per forza di cose più intima e personale: sullo sfondo dell’affermarsi delle ” illusioni” Adrien Brody and Kristen Connolly as Harry Houdini and his wife Bess Houdini in History Channel TV Mini-Seriescinematografiche, vediamo Houdini lottare per rimanere ” Il Grande” ma anche per sopravvivere alla morte dell’amatissima madre  e alla crisi del rapporto con la moglie. Il tema principale rimane però quello della ” fuga”: ed è , ironicamente, impossibile sfuggirne perchè Edel e Meyer si sono premurati di ricordarcelo continuamente. Ogni momento di forte intensità, ogni scena carica di sentimento  sono accompagnati da un’inevitabile voice over di Brody che ci ricorda come Harry Houdini sia principalmente un uomo in fuga da se stesso e non solo dalle catene di metallo. Il risultato è grottesco, specie se lo si accompagna all’altro leitmotiv: quello del ” pugno nello stomaco” che preannuncia (ripetutamente) la morte del protagonista.
Ed è forse la mancanza dell’intrigo e del mistero, non riguardo ai trucchi del prestigiatore, ma piuttosto in riferimento ai moti dell’animo umano, a privare la miniserie di Edel della capacità di tenere gli spettatori incollati allo schermo.  Certo, vale la pena di vedere questo Houdini: per la bella ricostruzione storica, il cast ricco di talenti e la piacevole colonna sonora. Ma dato il fascino che il soggetto portava con sè… forse si poteva fare qualcosa di più e andare ben oltre la sufficienza. 

+ Non ci sono commenti

Aggiungi