Recensione – Whiplash


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Whiplash. Un film di Damien Chazelle. Con Miles Teller, J.K. Simmons, Melissa Benoist, Austin Stowell e Kavita Patil.

 

<“Hai fatto un buon lavoro” sono le peggiori parole del nostro vocabolario.>

 

«Con Whiplash volevo fare un film sulla musica che sembrasse, però, un film di guerra o di gangster, dove gli strumenti musicali sostituissero le armi, le parole fossero minacciose come pistole e l’azione si sviluppasse non sul campo di battaglia ma nella sala prove di una scuola o su un palco».

Con queste poche parole, il regista Damien Chazelle, spiega perfettamente la struttura del film che ha ideato.

Nato nel 2013 come cortometraggio, viene presentato al pubblico attraverso il Sundance Film Festival di Cannes, dove vince come Short Film Jury Award for U.S. Fiction.
Nel 2014 viene ripresentato allo stesso Festival come lungometraggio e si porta a casa il gran premio della giuria e il premio del pubblico U.S. Dramatic.

whiplash-2Il film racconta la storia di Andrew Neiman (interpretato da Miles Teller), uno studente che frequenta il primo anno del conservatorio Shaffer, una delle migliori scuole di musica di Manhattan, e che vuole diventare il migliore batterista jazz della sua generazione. Qui viene notato dall’insegnante Fletcher (J.K. Simmons), famoso direttore d’orchestra dell’istituto, che attirato dalla sua bravura, lo inserisce all’interno del suo gruppo di orchestra. Andrew all’inizio felice e compiaciuto dall’attenzione ricevuta, imparerà presto i metodi rudi e crudeli del suo insegnante. Dovrà sacrificare impegno, sudore e sangue per cercare di arrivare dove vuole.

Damien Chazelle, giovanissimo regista, presenta così il secondo film della sua carriera, basandosi sulla sua esperienza personale come studente presso la Princeton High School Studio Band.

Fan di artisti del calibro di Charlie Parker e Jo Jones (icone del genere Jazz) anche questo, come il suo primo film, è una storia che ha come protagonista il Jazz, un genere non sempre apprezzato da tutti ma che in questo film riesce ad essere l’attore principale che tiene legato allo schermo qualsiasi spettatore.

Whiplash si apre, ma soprattutto si chiude, con un assolo da batteria che farebbe rizzare i capelli persino a Bruce Willis (che di capelli non ne ha).

E bisogna dire che con la sua dichiarazione, descrive perfettamente il film che ha sviluppato. WhiplashPerché Whiplash, è ambientato si all’interno di una scuola di musica Jazz, ma in realtà è come se ci trovassimo nel campo di addestramento dei Marines, a Parris Island di Full Metal Jacket. E a rendere ancora più realistica questa scena, è l’idea di trovarci di fronte la reincarnazione del terribile sergente Hartman nei panni dell’insegnate Fletcher interpretato da un bravissimo e tostissimo J. K. Simmons.

Se dopo averlo visionato non ci si poteva non aspettare una candidatura a Miglior Attore non protagonista per J.K. Simmons, non era per niente scontata, invece, la sua candidatura come Miglior film. Whiplash è infatti il film sorpresa tra quelli candidati agli Oscar e, a mio parere, uno dei più papabili.

Anche se il film ha una trama piuttosto semplice e lineare, Whiplash è uno dei migliori film musicali degli ultimi anni.

Inoltre, non è stato sviluppato come i soliti classici film americani sui talenti, come ormai siamo abituati a vedere, e mi riferisco ad esempi come Step Up, Saranno Famosi etc.

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Whiplash è un film che sarà capace di sorprendervi con scene inaspettate, che vi allieterà con la sua musica di prima scelta. Un film che mette a confronto uno studente e il suo insegnante antagonista. Dove l’insegnate non è colui che vuole eccellere sullo studente diventando il miglior musicista jazz, ma vuole essere colui che scoprirà il nuovo vero talento. L’insegnante, in questo caso, è colui che vaga alla ricerca del prescelto, di colui che potrebbe diventare il nuovo Charlie Parker, e che per riuscirci utilizzerebbe qualsiasi mezzo lecito o non lecito. Come quando, prende ispirazione da Jo Jones, che per formare proprio il “Bird” non ha esitato a quasi decapitarlo con un lancio del piatto della batteria. Dove Andrew sacrifica qualsiasi rapporto umano che ha sviluppato fino a quel momento, per trasformarsi in un solitario musicista che antepone la sua musica a qualsiasi cosa. Che vuole eccellere nel suo campo, vergognandosi della carriera non riuscita di suo padre scrittore. Che proclama che preferirebbe morire ubriaco, povero e a 34 anni e avere persone che parlano di lui a cena che vivere ricco e sobrio a 90 anni e non essere ricordato da nessuno.

Whiplash incarna perfettamente l’orchestra di cui parla, formata da tanti elementi (regia, suono, montaggio, attori, musica) che riescono ad intonarsi perfettamente ed a creare un opera spettacolare e che vi terrà incollati allo schermo portandovi a domandarvi, ad un tratto, se ad essere un maniaco perfezionista sia ancora l’insegnante o lo studente stesso.

 

Come già detto Whiplash è uno dei candidati come Miglior Film agli Oscar 2015 . Gli altri titoli sono: Boyhood, The Imitation Game, Birdman, The Grand Budapest Hotel, La Teoria del Tutto e Selma (di cui uscirà la recensione la prossima settimana).
Per la lista completa delle nomination, cliccate Qui.

Ps: Se non si è ancora capito io comunque tifo per lui 🙂

 

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