M come Méliès: prima nazionale a Genova


Dal 15 al 18 febbraio è stato rappresentato presso il Teatro Modena di Genova lo spettacolo M come Méliès della compagnia Comedie de Caen. Spettacolo teatrale francese, diretto dai registi Élise Vigier e Marcial Di Fonzo Bo, è stata l’unica tappa italiana di una tournée che arriverà a Parigi, Marsiglia, Tour e Reims.

 

Sembra incredibile che una delle prime applicazioni della cinematografia sia stato l’illusionismo. Eppure, quando Georges Méliès vide per la prima volta il celeberrimo film dei fratelli Lumière, L’arrivo di un treno alla stazione di La Ciotat, in quella fredda giornata del 28 dicembre del 1895, pensò alle infinite potenzialità del cinématographe nel suo mestiere: l’illusionista, per l’appunto.

Ma andiamo per ordine.

L’inizio del sogno surreale.

Lo spettacolo teatrale inizia con un sogno in cui un burattino, guidato da mani invisibili, inizia ad immaginare un meraviglioso viaggio sulla luna: il razzo, la distanza da percorrere, il volto della luna, i suoi abitanti. In questo sogno, Méliès incontra il Diavolo dell’Invenzione, che lo accompagnerà per tutta la vita.

 

Una volta adulto, Méliès lavora inizialmente in qualità di apprendista, per poi diventare egli stesso illusionista. Adora i trucchi, le farse, i sogni. I suoi numeri prevedono uomini che scompaiono, fachiri che perdono le mani e talvolta anche gli avambracci, donne che volano davanti a spettatori allibiti. Il tutto in un clima di festa continua. 

 

Il cinematografo.

Un giorno, assiste al primo film dei fratelli Lumière e viene come rapito dal cinématographe.

Ne intuisce da subito le enormi potenzialità, a differenza di molti suoi contemporanei, che definiscono il cinema come una moda passeggera. Si diletta nel fissare il movimento su una pellicola che, se fatta scorrere da una manovella a velocità costante, risulta reale.

E se questo straordinario strumento venisse applicato al mondo dell’illusionismo?

La sua inventiva non conosce limiti: inventa farfalle dalle fattezze di donna, fa comparire e scomparire personaggi, sostituisce il volto della sua futura moglie con uno scheletro, inventa le sirene e le stelle marine, dà vita alle stelle del cielo. Il suo strumento: il cinématographe. Le sue tecniche: effetti speciali da illusionismo, spesso difficili se non impossibili da ricreare dal vivo, su un palcoscenico. Il suo scopo: il puro divertimento.

Non c’è moralità nei suoi film, non c’è giustizia, non c’è riflessione. C’è solo la volontà di far divertire tramite il surreale, tanto caro a Méliès.

 

La sua inventiva.

Inizialmente lavora all’aperto. Poi, ha un lampo di genio: e se lavorassi al chiuso? Adibisce un capannone a studio cinematografico, ispirandosi al palcoscenico e alle sue macchine.

Le immagini sono in bianco e nero ma poi ha l’ennesimo lampo di genio: se facessi i film a colori? I suoi film vengono dipinti fotogramma per fotogramma da specialisti. Nonostante il risultato possa risultare surreale ai nostri occhi (i colori sono molto accesi, tanto da apparire una macchia di colore) è il primo tentativo di cinema a colori della storia.

Produce più di 500 film. Ha tantissimo successo ma non ricchezza: le sue pellicole vengono vendute ovunque ma non riesce a guadagnare niente dai suoi film. A complicare le cose, la guerra ha fatto perdere le tracce di più della metà dei suoi film.

 

 

Perché vedere lo spettacolo?

Gli attori, giovani e pieni di entusiasmo, affollano il palco che si presenta come lo studio cinematografico di Méliès, volutamente disordinato. Sono frequenti i cambi di scena, in cui i tecnici salgono sul palco a luci accese e modificano la scenografia, svelando allo spettatore cosa si cela dietro all’inganno. Sul palco, la botola che servirà per far apparire e scomparire il mago è in bella vista; un filo bianco svela come riesca l’assistente del mago a far ‘volare’ un osso (rimanendone volutamente impigliata). Uno specchio permette la sovrapposizione di immagini. Pannelli mobili permettono alla futura moglie di Méliès trasformarsi in uno scheletro, per poi tornare se stessa. Il burattino viene mosso dagli attori.

Non esiste magia: tutto è un trucco. Tutto è un sogno.

Bello, incantevole, surreale. Proprio come le pellicole di Méliès.

https://www.youtube.com/watch?v=sY3-XewH_do

 

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