Intelligenza creativa e capire se stessi: le intelligenze multiple


“Essere creativi”, “Essere folli” sono le nuove, amatissime parole d’ordine di un mondo del lavoro crudelmente in crisi. Ma davvero chiunque può avere una intelligenza creativa, “geniale”? Forse no, forse è una questione di quale intelligenza si possiede. Significa rispondere alla famigerata domanda: “Per cosa sei portato?”.

L’intelligenza creativa e l’ “artisticità” possono emergere se e quando riusciamo a capire e coltivare la nostra specifica intelligenza. Tutto questo a partire da una consolidata scoperta (ultimi dati nel 2008) che svuota di valore il superficiale concetto del QI sostituendolo con quello delle “intelligenze multiple“.

Intelligenze multiple: quante sono e come funzionano

 

Ciascuno di noi ha multiple intelligenze, di diversi tipi. Singolarmente, poi, ciascuno di noi sviluppa dalla nascita una intelligenza prevalente con la quale ordina, apprende ed interagisce col mondo: Howard Gardner ha individuato 8 intelligenze:

  • intelligenza linguistica: capacità di capire, descrivere ed agire sul mondo attraverso il linguaggio;
  • intelligenza logico-matematica: principale capacità di calcolo, astrazione di concetti ed elementi immateriali secondo procedimenti logici;
  • intelligenza spaziale: capacità di formarsi un modello mentale complesso dello spazio attorno, memorizzando gli oggetti, le forme, le distanze, con grande abilità di astrazione visiva;
  • intelligenza musicale: non necessita di troppe presentazioni questa abilità a comunicare, apprendere e memorizzare utilizzando la musica;
  • intelligenza cinestesico-corporea: capacità di risolvere problemi, apprendere e realizzare opere a partire la loro corpo e dalla manualità (sportivi, artigiani, chirurghi)
  • intelligenza interpersonale: l’abilità di Tim Roth nella popolare serie tv “Lie to Me“, quella di saper cogliere le motivazioni, azioni e sentimenti delle altre persone, riuscendo a collaborare efficacemente con loro;
  • intelligenza intrapersonale: è la capacità di crearsi una “definizione” di sé, un modello per leggere ed interpretare le proprie azioni, sentimenti, e di saperlo usare efficacemente nei rapporti con gli altri;
  • intelligenza naturalistica: simile a quella spaziale, questa è l’abilità di sapersi orientare, cogliere elementi del mondo naturale nella sua complessità e dettagli (cacciatori, guardie forestali, ornitologi).

L’intelligenza creativa e la “genialità” da dove vengono quindi?

 

L’intelligenza creativa non è altro che la capacità di scavare la vista sulle cose, lo sguardo utile per rivoluzionarle reso possibile solo se utilizziamo la nostra specifica intelligenza. Quando non vi è la preziosa corrispondenza tra questa precisa intelligenza di un individuo e l’ambito di lavoro in cui esso opera, il rapporto tra i due è sterile.

A questo proposito possiamo pensare ad esempi famosi come Einstein, impiegato in un ufficio brevetti; in ambito poetico viene in mente Pessoa, corrispondente per varie imprese commerciali; o Hopper, illustratore commerciale. Non so voi, ma secondo me prima che questi signori trovassero la loro “intelligenza” e la nutrissero non erano molto realizzati; e grazie a Dio che l’hanno alimentata!

La “genialità” o “artisticità” di poeti e artisti non è principalmente frutto di una follia o “sregolatezza” fatta di droghe assunte per comporre, ma è il contatto con l’intelligenza che si capisce di possedere e farla esprimere attraverso un’attività. E’ da questo punto di partenza che arriva poi l’intelligenza creativa, in grado di incidere nel mondo con profondità.

In questa circostanza, scrivere poesie, disegnare, costruire modellini d’architettura, usare le formule apprese per verificare una propria teoria, riparare la maniglia della porta, sono tutte espressioni urgenti di una nostra intelligenza che vuole uscire e ci guida verso “l’insolito”.
Dalla sua “intelligenza linguistica” Marinetti ha fatto implodere quella rivoluzione poetica che è il Futurismo, contaminando anche la musica!

I pregi del raggiungere la nostra intelligenza creativa

 

La domanda che non trova risposta, a questo punto, è un’altra: com’è possibile che, all’interno di un sistema scolastico che NON ascolta le intelligenze multiple dei ragazzi, un Marinetti, un Joyce, un Picasso siano sopravvissuti ad un metodo educativo omologante, rivoluzionando poesia e arte?

Intanto ci consoliamo col grande merito di questa scoperta, di aver fatto aprire esplicitamente gli occhi su 2 macro questioni:

  1. vedere e affermare (stavolta con prove scientifiche e non solo “perché la prof di matematica mi sta sul c****”) che il metodo di apprendimento e valutazione della scuola moderna è inadeguato per far emergere e coltivare le intelligenze dei ragazzi; con l’attuale sistema, sostiene Gardner, l’abilità di problem solving rimane fuori dalla portata dei ragazzi, troppo indirizzati nel cercare le risposte nel manuale, la soluzione dell’esperto invece di padroneggiare le conoscenze (NON a memoria!) e avanzare una propria soluzione del problema;
  2. ammettere che gli individui che non riescono a connettersi e alimentare la loro intelligenza principale saranno lavoratori infelici (non troveranno il lavoro per loro), cittadini incapaci di agire costruttivamente nel panorama politico e sociale della propria città/paese, professionisti in grado di rivoluzionare il loro ambito lavorativo.

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