Lie to me
In Lie to Me ci sono delle persone, con delle abilità scientifiche in campo psicologico fuori dal comune e che, dettaglio importante, non sono supereroi, nonostante i loro innegabili “super poteri”. Ciò che li rende tanto unici e differenti dall’umano medio è una capacità di osservazione tanto acuta da portarli a captare e a saper riconoscere i sentimenti istintivi basici dell’uomo, semplicemente studiando le micro-espressioni che si generano su un volto in reazione a degli avvenimenti esterni. Certo, anche se queste abilità percettive non eguagliano, purtroppo o per fortuna, il dono fantastico ma temporaneo di Mel Gibson in What Women Want di poter conoscere i pensieri delle donne, il protagonista di Lie to me, Cal Lightman, è altrettanto invidiabile. Come nel titolo provocante della serie, che ci si provi a mentirgli… lui lo scoprirà. In poche parole, Cal Lightman (Tim Roth) è un interprete del linguaggio più elementare, quello del corpo. Infatti, l’espressione delle nostre emozioni o il modo in cui reagiamo a delle provocazioni esterne e che si traducono in gesti o smorfie, non sono relativi e interpretabili in maniera diversa. Si tratta di messaggi in codice involontari di origine primitiva, magari ben dissimulati dai più scaltri, che non possono essere abbelliti da metafore o resi attraverso perifrasi come le parole. A differenza di quest’ultime, le micro-espressioni, questi segnali inconsci, sono diretti, crudi nella loro nudità concettuale, e veri, quanto sono istintivi, e per tanto facilmente utilizzabili come arma per smascherare crimini taciuti e testimonianze false, e mettere ancora una volta la scienza a servizio della giustizia, ma in maniera innovativa, per sventare crimini, per trovare colpevoli e salvare innocenti. A questo punto, desiderare intensamente che persone come Cal Lightman non si nascondano fra i vostri amici, colleghi e possibili datori di lavoro è normale, perchè sarebbe molto più comodo ignorare il messaggio che passa dallo schermo, rimanere nella convinzione che siano solo le nostre parole e i fatti a giudicarci e non accettare la lezione che, come negli aforismi più banali: il silenzio può valere “più di mille parole”. “Hai diritto di rimanere in silenzio…tutto quello che dirai potrà essere usato contro di te”. Se nei classici telefilm questa frase sembrava tanto stupida quanto inutile, ora lo è veramente: in Lie to me, si scopre anche che il silenzio non è che un’arma di difesa ridicola per tentare inutilmente di nascondere verità, per mentire. Oltre a dei super personaggi, ci sono, quindi, delle super morali che si possono ricavare da questa serie tv: innanzitutto, che mentire è un istinto naturale e necessario, tuttavia può non valerne la pena soprattutto quando siamo noi a nascondere qualcosa a noi stessi per paura di cambiare e di stravolgere una quotidianità in cui ci troviamo a nostro agio, come nel caso di Gillian Foster (Kelli Williams) assistente di Lightman, e secondo, che una persona non è solo quello che dice o è, c’è molto altro di essa da scoprire, bello o brutto, semplicemente osservando meglio, essendo più attenti e sensibili. Per quanto detective e poliziotti nella storia televisiva siano e siano stati dotati delle capacità intuitive più disparate, ammirabili ed invidiabili (come quelle di Patrick Jane in The Mentalist), o delle competenze in campo scientifico più strabilianti, è la prima volta che la psicologia come scienza che studia i processi mentali e il comportamento diventa uno strumento efficace per fare giustizia e uno stratagemma per dare vita ad una serie televisiva accattivante, che si discosta da tutte le altre crime fictions. Benché essa manchi di una orizzontalità che la renda coinvolgente (e assuefacente), tutti gli episodi nella loro singola compiutezza sono legati insieme dalle domande meravigliosamente attuali che mette in gioco: di quanta introspezione dell’altro sei capace al primo impatto? Quanto della tua identità è un libro aperto per il mondo, a tua insaputa, attraverso il tuo corpo? A voi il piacere di fare la conoscenza di Cal Lightman e di mettervi alla prova!
+ Non ci sono commenti
Aggiungi