
La storia secolare dei tulipani in Olanda (e della bolla speculativa del XVII secolo)
Pianta da bulbo dai colori sgargianti, i tulipani in Olanda sono il simbolo dei suoi mercati floristici. Difficile infatti pensare all’uno o all’altro senza che nella nostra mente non si configurino gli sterminati campi fioriti dei Paesi Bassi.
Ma non è stato sempre così, e prima di arrivare ad essere una coppia collaudata e indissolubile i due ne hanno dovute passare davvero tante. Ripercorriamo dunque la storia di come i i tulipani sono giunti in Olanda e di come ne sono diventati un simbolo nazionale.
Passando per una delle prime, drammatiche crisi finanziarie della storia.
Come sono arrivati i tulipani in Olanda?
Ad oggi i tulipani in Olanda la fanno da padrone, ma non è sempre stato così. Il tulipano infatti è una pianta originaria del Medio Oriente e deve il suo nome al termine arabo tullband – cioè turbante, in onore alla sua corolla di petali la cui forma ricorda proprio il tipico copricapo di quell’angolo di mondo.

Prima di giungere in Olanda, i tulipani erano solo gialli oppure rossi (Credits: Marjon Besteman-Horn, Pixabay)
Non tutti sanno che, prima di conquistare l’Olanda, il tulipano sedusse anche la bella Turchia. È in questo Paese infatti che la coltivazione del tulipano, che allora contava solo la varietà rossa e gialla, raggiunse il suo apice.
Il sultano Soliman II, detto il Magnifico, era così soggiogato della bellezza dei tulipani che desiderava farli conoscere al mondo intero. E per questo motivo che nel 1554 decise di regalare dei bulbi all’ambasciatore belga residente presso la sua corte.
Questi, entusiasta del regalo, li inviò subito al botanico Carolus Clusius che cominciò immediatamente a studiarli e a riprodurli presso l’Orto Botanico di Leiden che – guarda un po’ il caso – si trova appunto in Olanda. Cupido aveva appena scoccato la sua freccia fatale.
I vantaggi di un’infezione
Il botanico Clusius dunque si ritrovò con centinaia di bulbi dalle spettacolari fioriture, ma decisamente monocromatiche. Pertanto desiderava ottenere delle nuove varietà dai mille colori e ci provò con delle talee e l’impollinazione asessuata dei fiori, ma con scarsi risultati. A quel punto volò in suo soccorso un piccolo aiutante del tutto inaspettato: un afide.
Gli afidi sono dei piccoli insetti parassiti delle piante e possono trasmettere i potyvirus, virus a Rna che interferiscono con l’espressione genica delle antocianine, causando nei petali una distribuzione alterata dei pigmenti. Si dà il caso che siano proprio le antocianine che colorano i fiori di tutte le sfumature dal rosa al viola (per le sfumature dal giallo al rosso invece ci pensano i carotenoidi).
È così che nacque il Semper Augustus, il tulipano simbolo di quegli anni, con i petali rossi striati di bianco. Il bulbo di questo fiore arrivò a costare anche 6mila fiorini olandesi, all’incirca 70mila euro odierni! Il povero Clusius infatti non poteva certo immaginare che quella spettacolare variazione botanica avrebbe ridotto sul lastrico alcuni tra i più ricchi olandesi di quel tempo.
I tulipani conquistano il cuore degli olandesi
Purtroppo la malattia non è benigna: a ogni generazione infatti i bulbi si rimpiccioliscono sempre di più finché la pianta non è più in grado di fiorire.
È questo il motivo per cui il Semper Augustus e tutte le specie di tulipani ottenute in quegli anni sono ormai estinte; anche se con le moderne biotecnologie i vivaisti olandesi sono riusciti a riprodurre le varietà più famose, basandosi sui dipinti fiamminghi del XVII secolo.

Le moderne biotecnologie sono riuscite a ottenere una varietà che ricorda il Semper August (Credits: Andreas Hensel, Pixabay)
Ed è così dunque che nel 1593 prese piede la coltivazione dei tulipani in Olanda. Intorno a quegli anni si contavano ormai circa tredici varietà diverse, e quando il nuovo secolo giunse trovò una nazione ormai completamente pazza d’amore per il suo nuovo fiore simbolo.
Negli anni Trenta del 1600 possedere un bulbo di una varietà pregiata e rara (come il già citato Semper August, ma anche il Rozen o il Violetten) era un proprio e vero status symbol: un singolo bulbo poteva arrivare anche a costare quanto un palazzo signorile in pieno centro ad Amsterdam.
I tulipani in Olanda responsabili di un crack finanziario
Nessuno a quei tempi aveva mai sentito parlare di bolle speculative. Erano infatti tutti convinti che i prezzi dei bulbi avrebbero continuato a salire all’infinito, e la gente cominciò a investire delle vere e proprie fortune, allettata dai facili guadagni che si prospettavano.

l tulipano in Olanda crea degli spettacolari campi fioriti (Credits: Capri23auto, Pixabay)
Naturalmente non era una situazione sostenibile ancora a lungo e nel 1637 ci fu il disastro: il 5 febbraio l’asta di bulbi nella città di Alkmaan chiuse con un fatturato di 90mila fiorini. A quei tempi un singolo bulbo poteva costare tra i 2mila e i 5mila fiorini, quando lo stipendio medio di una famiglia olandese era di 300 fiorini circa.
Il giorno dopo all’asta nella città di Haalmen non si presentò nessuno e così per i giorni successivi. Una cosa mai successa prima: in pochissimi mesi i tulipani in Olanda persero il 30% del loro valore, con prezzi che continuavano a scendere in picchiata. I possessori dei futures, come chiameremmo oggi i contratti di acquisto dei bulbi, si ritrovarono con un pugno di mosche in mano.
Possedevano infatti contratti che imponevano di comprare tulipani a un valore di mercato – ormai crollato – dieci volte maggiore. Altri ancora possedevano bulbi che ormai valevano un decimo di quanto li avevano pagati. Centinaia di olandesi caddero in rovina e l’economia dei Paesi Bassi boccheggiò per anni, contribuendo alla fine del loro Secolo d’oro.
I tulipani in Olanda oggi
Quella della bolla dei tulipani, come venne chiamata in seguito, fu davvero una brutta storia che rischiò di incrinare per sempre il rapporto tra l’Olanda e il tulipano. Per fortuna non andò così e i due tornarono presto a fare affari insieme.
Oggi l’Olanda è il primo Paese esportatore sul mercato floristico, con un fatturato annuo di circa cinque miliardi di euro. Il 60% dei fiori e delle piante da bulbo, presenti nei vivai di mezzo mondo, provengono dalle sue serre e il tulipano olandese è sicuramente l’articolo più richiesto.

Il tulipano in Olanda è tra le maggiori attrazioni turistiche (Credits: Ben Scherjon, Pixabay )
A questi numeri bisogna anche aggiungere il fatturato del settore terziario. Ogni anno infatti frotte di turisti scelgono di visitare Amsterdam e i Paesi Bassi tra la metà di marzo e la metà di maggio, sia per godere della bella stagione in arrivo e sia per poter ammirare la fioritura dei tulipani in Olanda.
Ci auguriamo dunque che la storia d’amore tra fiore e nazione più redditizia della storia possa ancora durare a lungo, e che presto anche noi potremmo tornare ad ammirare le magnifiche fioriture del tulipano olandese.
+ Non ci sono commenti
Aggiungi