La radice di mandragora, tra la magia di Harry Potter e gli studi di Teofrasto


Dai, diciamocelo: se non fosse stato per la radice di mandragora, il secondo anno a Hogwarts non si sarebbe certo concluso in bellezza! Se infatti da una parte Harry Potter uccideva il temibile basilisco, dall’altra è solo grazie alla pozione ricostituente alla mandragora se tutti gli studenti pietrificati sono tornati in vita.

La radice di mandragora nel film Harry Potter e la Camera dei Segreti

La radice di mandragora nel film Harry Potter e la Camera dei Segreti (Credits: Rhii Photography, Unsplash)

“Chi sa dirmi le proprietà della radice di mandragora?”

Già la professoressa Sprite ci aveva illustrato le proprietà della radice di mandragora. In un’indimenticabile lezione di erbologia avevamo infatti scoperto che la mandragora a Hogwarts serve proprio a riportare in vita chi è stato pietrificato.

Pare però che queste simpatiche bestiole non amino essere tirate fuori dal loro vaso e che, per vendicarsi, uccidano l’improvvisato giardiniere a suon di urla. Ma tutte queste nozioni sono servite ben poco al nostro Harry quando si è ritrovato davanti a una radice di mandragora per la prima volta. La descrizione che si trova nel libro infatti è a dir poco terrificante:

“Al posto delle radici, dalla terra venne fuori un minuscolo neonato coperto di fango e terribilmente brutto. Le foglie gli spuntavano direttamente dalla testa. Aveva la pelle verdastra tutta chiazze ed era chiaro che stava urlando con quanta forza aveva nei polmoni”. 

Ma vi siete mai chiesti perchè proprio la mandragora? Sarà un caso, tutto frutto della fantasia sfrenata di J.K. Rowling, oppure dietro a queste parole ci sarà qualcosa di vero?

La mandragora per noi babbani

La mandragora, o mandragola, esiste anche nel mondo dei non maghi. È una piantina erbacea appartenente alla famiglia delle Solanaceae. Esatto, proprio lo stesso gruppo di patate, peperoni, melanzane e pomodori. Ma cosa centra la mandragora con gli ortaggi più comuni? Vediamo di fare un po’ di chiarezza.

Anche noi babbani abbiamo la nostra mandragora

Anche noi babbani abbiamo la nostra mandragora (Credits: Candiru, flickr)

Pianta praticamente priva di fusto, le foglie crescono direttamente sul terreno e formano una rosetta. Simile agli spinaci e alla borragine, cresce spontaneamente nelle zone mediterrane. I fiori sono azzurri-violacei, simili a delle campanule e in estate lasciano il posto a piccole bacche rosse.

Come vi dicevo, il gruppo delle Solanaceae vanta una grandissima varietà di genere: si spazia dagli ortaggi più comuni a piante per uso medico, come la belladonna e il tabacco.

Tutte queste piante, che apparentemente non centrano nulla tra loro, sono accumunate da una grande produzione di alcaloidi, molecole molto usate in farmacologia e tossiche se ingerite in grande quantità . La mandragora produce una grande quantità di questi alcaloidi che si accumulano nelle foglie e nella radice.

Per questo motivo la mandragora è una pianta velenosa che può indurre allucinazioni e dolori addominali. In passato veniva largamente usata per le sue proprietà narcotiche: Socrate, Pindaro e Platone la ricordano per la sua capacià soporifera e perfino Ippocrate, considerato il padre della medicina moderna, la adoperava come anestetico da somministrare prima di un intervento chirurgico.

Ma lo so qual è la parte che state aspettando tutti. No, la radice di mandragora non urla se estirpata, state tranquilli! Eppure alcune similitudini con la mandragora di Harry Potter ci sono eccome. Innanzi tutto parliamo di una radice a fittone, un organo estremante robusto e resistente, difficile da estirpare o portare via. Quindi, anche se non urla e si dimena, fidatevi che non è facile eliminare un’ infestazione di mandragora.

Inoltre, subito sotto al livello del terreno, si nota una biforcazione della radice che le conferisce un tipico aspetto antropomorfo. È questa l’origine dei mille racconti e delle tante leggende che ancora oggi aleggiano intorno a questa pianta.

La magia della madragora

Gli antichi erano convinti che la radice di mandragora fosse la dimora di un demone. Questi, se la pianta veniva smossa dal terreno, si destava all’istante e uccideva lo sventurato con il potere del suo grido.

In numerosi testi antichi la radice di mandragora viene rappresentata con sembianze umane

In numerosi testi antichi la radice di mandragora viene rappresentata con sembianze umane (Credits: Cristobal, flickr)

Grazie a questa credenza popolare e al fatto di essere potenzialmente mortale, la mandragora è stata da sempre considerata una pianta magica. Come tale doveva essere raccolta con un rituale ben preciso: Teofrasto, uno dei primi botanici della storia, consigliava di raccoglierla dopo averle tracciato intorno tre cerchi con la spada. Dopo questa operazione la si poteva raccogliere con il viso rivolto a ponente, mentre una seconda persona ballava e cantava canzoni oscene (di botto, la soluzione della Sprite di indossare dei paraorecchie colorati acquista un certo fascino).

Durante il medioevo continuò a essere molto usata come medicamento contro i dolori del corpo e come rimedio contro il sonno. Esisteva anche la credenza che il decotto di mandragora fosse un potente afrodisiaco in grado di curare la sterilità femminile.

La radice di madragora fu anche oggetto di studio per maghi e alchimisti di ogni tempo. Questi infatti erano convinti che la mandragora fosse uno degli elementi fondamentali per riuscire a creare la vita partendo da oggetti inanimati.

Insomma, che sia per un motivo o per un altro, la mandragora e la sua radice furono largamente usate fino all’era moderna. Oggi, nonostante sia certa la presenza di alcaloidi importanti come antropina e scopolamina, il suo utilizzo in farmacologia è fortemente sconsigliato a causa della sua elevata tossicità.

La mandragora nella letteratura

La mamma di Harry Potter quindi non ha scelto la madragora per caso. A voler essere ancora più precisi e pignoli, J. K. Rowling non è stata neanche la prima a citare questa pianta nella propria opera letteraria. Alcuni esempi?

Un testo di botanica francese del 1485, esposto alla Roche Jagu, a Ploëzal, in Francia, aperto sulla pagina dedicata alla Mandragola

Un testo di botanica francese del 1485, esposto alla Roche Jagu, a Ploëzal, in Francia, aperto sulla pagina dedicata alla Mandragola (Credits: Marco Frongia)

La Mandragora di Niccolò Machiavelli, commedia scritta nel primi anni del 1500, prende il nome proprio da questa pianta. In realtà l’opera si focalizza di più sulla società del tempo che sul potere della mandragora, cogliendo anzi l’occasione per deridere i creduloni pronti ad abboccare a qualunque cosa venga loro raccontata.

Anche un importante scrittore d’oltremanica, William Shakespeare, in numerose sue opere cita spesso la mandragora e i suoi effetti.

Ancora, molti studiosi dell’Odissea sono convinti che la pianta velenosa offerta da Ermes a Ulisse, per proteggerlo dagli incatesimi della maga Circe sia proprio la mandragora. Addirittura nella Bibbia, nell’antico testamento, si fa di nuovo cenno alle sue proprietà afrodisiache.

Per concludere, nel corso dei secoli tantissimi hanno creduto nel potere della radice di mandragora e a mio avviso la sua magia risiede proprio in questo. Una piantina del tutto insignificante e apparententemete innocua ha avuto il poter di far parlare di sé i più grandi filosofi, medici e scrittori di ogni tempo.

Solo per questo direi che il suo ruolo di protagonista in Harry Potter e la Camera dei segreti, secondo capitolo di una delle saghe più famose degli ultimi decenni, è più che meritato.

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