Mille papaveri rossi – Dalle Fiandre a La guerra di Piero, la storia del fiore del partigiano


Dormi sepolto in un campo di grano, non è la rosa non è il tulipano
Che ti fan veglia dall’ombra dei fossi, ma sono mille papaveri rossi

Inizia così La guerra di Piero, una tra le più celebri canzoni del cantautore genovese Fabrizio de André. Ma come tutte le citazione del Faber, che nascondono sempre una ragione profonda, c’è un motivo ben preciso per cui ci sono solo mille papaveri rossi sulla tomba di Piero.

Ed è per questo che il 25 aprile sembra il momento migliore per scoprire il ricco gruppo delle Papaveraceae e perché il papavero rosso è diventato il fiore simbolo dei morti in battaglia.

Mille papaveri rossi… ma non solo!

Per la maggior parte di noi il papavero evoca nella mente i piccoli ma tenaci fiori rossi da campo, quelli che da aprile fino a giugno si trovano nei posti più impensabili. Si tratta del papavero comune (Papaver rhoaes) che cresce praticamente ovunque ed è considerato da molti una pianta infestante.

il papavero comune è capace di formare campi pieni di mille papaveri rossi

Il papavero comune è una pianta infestante che cresce ovunque ed è conosciuto da tutti (Credits: Peter Dargatz,Pixabay)

Ma la famiglia delle Papaveraceae non conta solo il papavero comune. A onor del vero si tratta di una famiglia di erbacee così ampia e variopinta che conta moltissime varietà di papavero (più di 400 specie diverse) che sfumano dal bianco al giallo, dall’arancio a tutte le tonalità di rosso.

Il papavero è una pianta così resistente e capace di adattarsi che si possono trovare esemplari in ogni angolo del mondo; famoso in tal senso è il papavero blu dell’Himalaya, ma esiste anche il papavero alpino.

Tutte queste piante sono accumunate dalla produzione di alcaloidi, metaboliti secondari molto usati in medicina ma che in elevate quantità possono essere mortali – gli stessi che avevamo incontrato parlando della mandragola.

E quando si parla di alcaloidi, l’esponente delle Papaveraceae più famoso è il bellissimo ma letale papavero da oppio.

Lo sai che i papaveri son alti, alti, alti (e ci fai l’eroina)

Il Papaver somniferum è una bellissima pianta annuale, alta circa un metro e mezzo e che produce dei grandi fiori violacei. Quando i petali cadono, resta una grande capsula che se incisa farà fuoriuscire del lattice bianco.

Il lattice a contatto con l’aria si imbrunisce, per effetto dell’ossidazione con l’aria, e si trasforma nel famoso oppio. Nell’oppio sono contenuti circa 25 alcaloidi, tra cui il più famoso è la morfina, dalla quale con delle reazione di acetilazione i narcotrafficanti ottengono l’eroina.

Il papavero da oppio è un fiore alto e rosa

Un campo di mille papaveri rossi, anzi rosa (Credits: Sabine Löwer,Pixabay)

Non solo sostanza da spaccio però! Il contributo di questa pianta alla medicina moderna è stato enorme: dall’oppio infatti si estrae anche la codeina (usata per sedare e curare la tosse) oppure la papaverina, con azione vasodilatatore, che è impegnata nella cura dell’impotenza maschile.

Tutte le specie di papavero producono degli alcaloidi – molti dei quali con effetti sedativi, come la rhoedina contenuta nei petali del papavero comune. Ma se guardiamo alla qualità e alla quantità, allora il papavero da oppio è unico nel suo genere.

Nella stessa famiglia, dunque, abbiamo una pianta bramata da tutti i narcotrafficanti del mondo, capace di generare guadagni inimmaginabili e guerre silenziose. Dall’altra invece un piccolo fiorellino da campo che è diventato proprio il fiore simbolo delle guerre e dei morti in battaglia.

Ma come si è giunti a questo accostamento? Tutto merito di una poesia!

Nei campi delle Fiandre

Durante la Prima guerra mondiale, nella regione delle Fiandre si combatterono alcune tra le battaglie più sanguinose e cruente della Grande guerra. Testimone diretto di quegli orrori fu un medico e poeta canadese, il tenente colonnello John McCrae. Questi scrisse una poesia dopo la morte in battaglia di un suo caro amico: la famosa In Flanders fields.

La scena più suggestiva che McCrae evoca in In Flanders fields sono i papaveri rossi che fioriscono in mezzo alle croci delle tombe dei tanti soldati caduti. In effetti, il papavero comune è una pianta così avida di vita che pare fosse l’unica erbacea capace di nascere e fiorire sui campi cosparsi di sangue e calce.

Nelle Fiandre dopo le battaglie crescevano solo mille papaveri rossi

Furono proprio i papaveri che crescevano spontanei sulle tombe dei soldati a ispirare la poesia In Flanders Fields, scritta da John McCrae durante la Grande guerra (Credits: Katherina Ulrich, Pixabay)

In seguito al successo della poesia, dopo la fine della guerra molte associazioni americane cominciarono a creare delle spille di carta a forma di papavero per raccogliere fondi e aiuti per gli orfani di guerra.

L’idea fu ripresa anche in Europa da madame Guérin, un’ insegnante francese convinta che tutti i Paesi alleati della Prima guerra mondiale dovessero adottare il papavero come fiore simbolo per ricordare i propri cari caduti. Ispirandosi a quanto già accadeva negli Usa, come dicevamo, cominciò a vendere papaveri rossi fatti a mano. Ne vendette tantissimi, e usò il ricavato in favore degli orfani di guerra francesi.

E come un passaparola, l’idea di madame Guérin piacque così tanto al vecchio Continente che fu ripresa da un ex comandante dell’esercito inglese. Questi adottò il papavero rosso come simbolo di una campagna fondi per gli ex soldati dell’impero britannico, poveri e invalidi.

Da qui in poi il papavero rosso divenne ufficialmente il simbolo di qualcosa di più grande.

“È questo il fiore del partigiano”

Il Remembrance day è il giorno della memoria in cui l’Inghilterra, la Francia, il Belgio e tutti i Paesi del Commonwealth ricordano i caduti in battaglia della Prima e della Seconda guerra mondiale.

Nel Regno Unito, durante le commemorazioni, si osservano due minuti di silenzio nell’undicesima ora, dell’undicesimo giorno dell’undicesimo mese e la domenica successiva più vicina a tale data, la regina e i rappresentanti del governo depongono una corona di mille papaveri rossi sul cenotafio di Londra. Al bavero delle loro giacche si nota sempre una spilla a forma di papavero rosso fatta a mano.

In Italia in realtà questo simbolismo non è stato mai adottato nelle cerimonie ufficiali. Ci ha però pensato il genio di Fabrizio de André a rendere omaggio ai nostri caduti in battaglia con i suoi ormai famosi mille papaveri rossi.

Nell’anniversario della Liberazione ci piace pensare che sia proprio il papavero il famoso fiore del partigiano, morto per la libertà e seppellito lassù in montagna nel canto partigiano più famoso di tutti: Bella ciao.

E che ogni anno, sulla sua tomba sperduta, crescano spontanei mille papaveri rossi.

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