
Sexting – Cosa significa e come farlo sull’autobus senza farsi sgamare (ok, forse questo no)
“Ehi tu… ti va un po’ di sexting solo io e te?”
Di cosa stiamo parlando? E perché ne stiamo parlando? Letteralmente sexting deriva dalla fusione di sex (sesso) e texting (messaggiare). Quindi messaggiare di sesso, sul sesso, per fare sesso. Ma perché?
Questo fenomeno ha preso campo con l’avanzare della tecnologia, soprattutto con l’arrivo della fotocamera integrata nei cellulari (oh, io sono cresciuta a Nutella e Nokia 3310: non era scontata la possibilità di scattare foto). Cosa spinge a voler praticare del sano – e senza alcun tipo di contatto – sexting?

Una schermata di Whatsapp, strumento fondamentale del sexting moderno (Credits: Silvia Vieri e Marco Frongia)
C’è chi ha scoperto questa attività durante il lockdown, non potendosi permettere incontri ravvicinati del “sexto” tipo.
C’è chi invece, praticandolo, è inciampato in quel mostro che sa essere l’etere: è bene prestare sempre le dovute precauzioni anche se si rimane dietro uno schermo. Uno svantaggio del sexting è quello di rischiare di finire ignuda come mamma c’ha fatto su Google perché ingenuamente ci siamo fidate della riservatezza dell’altra persona.
Oggi, però, non ci concentreremo su questo; parleremo solo di come un sexting positivo per entrambi possa influire sul nostro benessere.
Emozionarsi a scrivere di sesso
Innanzitutto troviamo una risposta nel nostro ippocampo, nel nostro sistema limbico ovvero il nostro sistema adibito alle emozioni. Insomma, parlare di sesso e ricevere risposte adeguate ci emoziona. Siamo esseri sensibili.
Pensate a molti racconti o libri che trattano l’argomento sesso: solitamente fanno sold out. Perché leggere o scrivere ci solleva da tutta una serie di tabù e timidezze che ci accompagnano fisiologicamente per insicurezze o esperienze passate. Ci sentiamo più forti e ci lanciamo di più.
Forti del fatto di poter interrompere la conversazione in qualsiasi momento o molto più melodrammaticamente lanciare il cellulare fuori dalla finestra esploriamo zone alle quali non abbiamo mai dato voce, ma che si annidiano in fantasie e voglie inespresse.
Solitamente il sexting avviene tra persone che non hanno ancora avuto un rendez vous sessuale (o che non lo avranno mai; non è un contratto da firmare, sentitevi liberi) e che si stanno conoscendo.
Essendo il sesso fondamentale in un rapporto – perché unisce, rende complici, mette a nudo e non solo nel senso letterale – conoscersi anche sotto quel punto di vista è un atteggiamento più che fisiologico. E quale modo migliore per farlo senza uscire dal proprio letto (o divano, o bagno, o autobus: ogni posto è valido, nessuna denuncia per atti osceni in luogo pubblico) messaggiando e immaginando scene da romanzo erotico con una persona che in questo momento ci scombussola i lombi?

(Credits: Ott Maidre su Pexels; rielaborazione: Marco Frongia e Silvia Vieri)
Cosa ci piace del sexting?
Viene annullata totalmente l’ansia da prestazione: per il maschio non ci saranno pensieri intrusivi del “E se duro troppo poco? E se duro troppo? E se non è duro proprio?”, mentre per la donna non sarà necessario coprire i difetti che si ostina a vedere allo specchio crogiolandosi in una bolla di insicurezza senza il piacere di lasciarsi completamente andare (ovviamente è un discorso generico: molte persone riescono anche dal vivo a ovviare a qualsiasi tipo di problematica). O ancora, si cercano di valutare le possibili affinità con la persona che si sta conoscendo.
Per esempio, un “Sì, legami come una caciotta e appendimi al soffitto” può non collimare con l’idea di sesso che ha la controparte che stava semplicemente accendendo le candele alla lavanda e riempiendo la vasca di acqua e bolle, inserendo la funzione caminetto su Netflix.
Ad ogni modo, citando un esperto di sexting, il cruccio fondamentale rimane uno soltanto: bisogna diventare ambidestri.
Come le decoltè, non passa mai di moda
Anche il sexting in coppie già rodate è utile: ravviva la passione che col passare del tempo segue un fiume più calmo e meno impetuoso; anche il semplice invio di una foto osé nell’arco di una giornata uggiosa può riportare in vita il gioco e la passione che vanno affievolendosi con la conoscenza. Nel dubbio, la foto osé non scattatela sull’autobus: la signora Candida seduta di fronte a voi potrebbe non gradire.
Mantenere il rapporto su un livello di gioco e rispetto reciproco è la chiave per divertirsi e conoscersi, conoscere i propri limiti e i limiti dell’altro, le preferenze e le fantasie. Un consiglio: l’italiano è una lingua meravigliosa, ha tanti sinonimi, tanti giri di supercazzole per dire una cosa.
Cerchiamo di essere creativi, quindi, e sempre rispettosi, ricordandoci che dall’altra parte dello schermo a led ci legge sempre un altro essere umano.
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