Stroncatura – Focus – Niente è come sembra.


Focus locandina

Focus – Niente è come sempre. Un film di Glenn Ficarra e John Requa con Will Smith e Margot Robbie.

Ci sono film che, più di altri, mettono in scena la propria filosofia in modo esemplare. Pensate a Hugo Cabret. Sono passati due anni da quando, proprio qui su Discorsivo, Lucia scriveva, descrivendo il film perfettamente, <<Hugo Cabret è tratto da un libro che mischia parole e immagini, “un racconto cinematografico sul cinema”. Il film di Martin Scorsese è dedicato ai cinefili con gli occhi di bambino, capaci di meravigliarsi e cogliere i riferimenti storici allo stesso tempo.  E così,ecco ingranaggi che richiamano Chaplin, disegni che riprendono fotogrammi, scene di film d’epoca e soprattutto il personaggio di George Meliès, padre della cinematografia d’attrazione.>> Un racconto cinematografico sul cinema. 

Oppure pensiamo a Il grande e potente Oz. Un film incentrato su un prestigiatore che mette in scena qualcosa di spettacolare. E tu, spettatore, rimani affascinato dalla fotografia del film, dai colori sgargianti, forse più che dalla trama, da quel mondo di fiaba che, in realtà, è esattamente rappresentazione della sua stessa trama: uno spettacolo.

Focus – Niente è come sembra, rientra in questa categoria. Perché, in effetti, in Focus davvero niente è come sembra. Si spaccia per un Heist Movie quando, in realtà, l’ambito della truffa è solo la scusa per raccontante una storia d’amore e di gelosia. In effetti, non c’è alcuna differenza tra il personaggio di Will Smith in Focus e il suo Hitch: lo stesso protagonista che dovrebbe essere il leader e, invece, si ritrova ad inseguire la ragazza di turno.

Bisogna essere onesti, non è un film orribile. E’ godibile, ha alcuni pregi e sicuramente possiede un’ottima fotografia, ma resta una truffa: una sceneggiatura carente confezionata con una bella cornice che cattura la tua attenzione, focalizzandola sull’estetica e distraendola dall’assenza di un’originalità di fondo.
Nicky (Will Smith) è uno truffatore di terza generazione, tra i migliori che esistano. Ha messo su un impero delle truffe che punta sulla quantità invece che _87C3038.dngsulla qualità (e qui bisogna riconoscere il merito di prendere in giro il genere stesso dichiarando che “il colpo grosso, quello che ti cambia la vita e ti permette di ritirarti, è solo una leggenda. Piccoli colpi, puntare sulla quantità, è più sicuro“) che gli permette di assumere decine di persone. Potremmo quasi definirla un’azienda della truffa.

Quando conosce Jess (una Margot Robbie che dimostra nuovamente la sua bellezza e bravura dopo The Walf of Street), una ladra ancora grezza ma dall’ottimo potenziale, non esita ad assumerla e a sfruttare tutte le sue doti. Purtroppo per lui, dimostrando di essere troppo morbido come lo accusava suo padre affibiandogli il soprannome di Mallow (diminutivo di marshmallow), non può fare a meno di innamorarsene e ritrovandosela davanti tre anni dopo averla conosciuta, all’interno di un colpo, rischierà di mandare tutto a rotoli per cercare di riconquistarla.

La trama è semplicissima e per chi ama un po’ il genere, non c’è nulla che non sia prevedibile a partire dalla seconda metà del film. Quello che dovrebbe essere il colpo di scena finale è abbastanza prevedibile anche se i registi tentano di sviare lo spettatore con trucchetti  scorretti ma già visti.

39343_pplWill Smith torna in un ruolo in cui alterna un’aria da sbruffone agli occhioni tristi da bambi ma siamo lontanissimi dai suoi momenti d’oro e, anche se per nostra fortuna, non si è portato dietro il figlio per una volta (stiamo ancora cercando di dimenticare il fallimento di After Earth) ma ancora non riusciamo a rivedere un ruolo che ci trasmetta davvero qualcosa come ne Alla ricerca della felicità che stringe il cuore ogni volta che lo rivediamo (non cito Sette anime perché penso che rivedere quel film una seconda volta sia da masochisti, non perché sia brutto, ma perché lascia con un’angoscia che non ho mai avuto il coraggio di riprovare). Al contrario la Robbie riesce a trasmettere perfettamente il suo personaggio, l’unico, che per tutto il film, rimane sempre fedele a se stesso e al suo punto di vista e che porta una ventata di aria fresca in un genere che, purtroppo, ultimamente non riesce mai a produrre prodotti indimenticabili.

Una bella scatola vuota, abbiamo detto, che  non riesce a sedurci come American Hustle, ad appassionarci come Prova a prendermi o a portare un pizzico di originalità come 21 o Now you see me e si va aggiungere ai vari Ocean, Duplicity, The Snatch, Il genio della truffa ecc..

Un peccato, perché il genere Heist Movie ha sempre avuto un bel potenziale, un genere che non si prende mai troppo sul serio e che dà l’occasione di sognare di essere qualcos’altro.

Perché in fondo il cinema non è proprio questo? Una grandissima truffa che, se fatta bene, focalizza la tua attenzione su uno schermo bianco al punto di farti dimenticare che, in realtà, sei seduto su una sedia all’interno di un’enorme sala?

 

 

 

 

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