Blue skies and golden sunshine – I 75 anni di David Lynch


Questo articolo è scritto da Denis Grilli, che ha voluto inviarci il suo contributo per festeggiare i 75 anni di David Lynch
(editing di Luca Rasponi, revisione di Marco Frongia)

 

Oggi è il giorno dei 75 anni di David Lynch. L’anno scorso, per il suo 74esimo compleanno, il regista ha regalato ai fan il corto What did Jack do?, uscito su Netflix proprio il 20 gennaio ma risalente a fine 2017. I mesi sono volati, anche a causa della pandemia, e sappiamo per certo che David Lynch è di nuovo al lavoro.

Cosa ci regalerà per il suo 75esimo compleanno? Magari qualche conferma o anticipazione sulla nuova serie Wisteria, oppure un altro “Blue skies and golden sunshine” durante uno dei suoi inimitabili weather reports.

Qualsiasi cosa faccia, è il caso di sintonizzarsi sul suo canale YouTube.

75 anni di David Lynch – Una carriera unica

Nato il 20 gennaio del 1946 a Missuola, Montana, nel 1977 David Lynch esordisce nel mondo del cinema con il lungometraggio Eraserhead. Come ha raccontato lo stesso Lynch, di questo lungometraggio si innamorò perdutamente nientemeno che il maestro Stanley Kubrick.

Il successivo The elephant man (1980) porta Lynch alla ribalta del grande pubblico, ma ancora non basta per ottenere un riconoscimento dalla critica. Neppure lo straordinario make up usato per trasformare John Hurt in Joseph Merrick, infatti, riesce a smuovere l’Academy: il film non riceve alcun Oscar.

Questo accadde anche perché la categoria “Miglior Trucco” allora non esisteva: l’Academy fu costretta a introdurla a partire dall’anno seguente proprio in seguito alle proteste per il mancato riconoscimento al film di David Lynch.

La Palma d’oro a Cannes nel 1990 e gli altri premi

Il primo premio importante arriva nel 1990, con la Palma d’oro al festival di Cannes per Cuore selvaggio. Sono gli anni in cui, insieme al compagno d’avventura Mark Frost, Lynch sconvolge la tv mondiale e tutte le sue regole con la rivoluzionaria serie Twin Peaks.

Esattamente vent’anni fa esce Mulholland drive, definito dalla Bbc il più grande film del XXI secolo. Nel 2017, infine, la celebre citazione “La gomma che vi piace tanto sta tornando di moda” segna il ritorno di Twin Peaks sugli schermi di tutto il mondo.

A suggellare una carriera davvero unica, due riconoscimenti forse tardivi ma non per questo meno meritati: il Leone d’oro e l’Oscar alla carriera rispettivamente nel 2006 e lo scorso anno.

75 anni di David Lynch – Aneddoti e curiosità

A proposito della sua infanzia, David Lynch ha detto: “Mia madre non mi ha dato libri da colorare da bambino. Probabilmente mi ha salvato perché, se ci si pensa, un libro da colorare uccide la creatività”.

Dal 1973 il regista pratica la meditazione trascendentale per venti minuti al giorno. Una disciplina alla quale è solito attribuire un grande merito nello sviluppo della sua creatività e del suo stile onirico e visionario.

David Lynch nel 2008 a San Paolo, in Brasile

David Lynch nel 2008 a San Paolo, in Brasile (Credits: Gabriel Marchi, Creative commons)

A proposito di visioni, parlando di Strade perdute Lynch ha raccontato che la prima scena del film è ispirata da un evento accaddutogli una mattina. Il suo citofono squillò e all’altro capo una voce disse: “Dick Laurent è morto”. Lynch guardò fuori dalla finestra, ma non vide nessuno.

Da Fellini a Stanley Kubrick: le ispirazioni di David Lynch

Tra le sue principali fonti d’ispirazione cinematografiche Lynch cita Luis Buñuel, Werner Herzog, Federico Fellini, Ingmar Bergman, Stanley Kubrick e Roman Polanski. A livello musicale, invece, i Rammstein sono la sua band preferita ed è un grande fan di Elvis Presley.

In puro stile Lynch anche il primo incontro con uno dei suoi grandi amori, Isabella Rossellini. Si narra infatti che vedendola il regista le disse: “Potresti essere la figlia di Ingrid Bergman”. Al che un amico che era con lui rispose: “Idiota, lei è la figlia di Ingrid Bergman!”.

Infine due curiosità legate ai numeri, tanto cari al creatore di Twin Peaks. Il suo numero preferito è il 7, mentre è quanto meno curiosa la coincidenza della sua data di nascita con quella del maestro Federico Fellini, nato esattamente 26 anni prima di lui: il 20 gennaio 1920.

75 anni di David Lynch – Il maestro e i suoi discepoli

David Lynch è un artista completo, che ha espresso se stesso materializzando i “pesci grossi” immersi nel suo inconscio con tutti i mezzi artistici a disposizione. Un visionario, che ha stravolto molte regole create dall’uomo per galleggiare sulla superficie dell’acqua, dimostrando che la cosa migliore è spingersi sempre più giù, nel profondo del proprio essere.

Lynch è l’uomo del “Non ti spiegherò mai nulla di quello che ho fatto”, perché ogni soluzione è valida. Non ha creato film, ma pietre miliari che si prendono gioco della nostra razionalità, con cui cerchiamo in ogni modo di trovare un perché a ciascun fatto, a ogni gesto.

75 anni di David Lynch

(Credits: David Lynch Theater, Youtube)

La verità è che il mistero ci eccita, ci obbliga a trovare una soluzione, ci illude di aver capito e ci dà un pugno in faccia quando pensiamo di aver messo in fila tutti i tasselli… per poi trovarci di fronte al finale della terza stagione di Twin Peaks e desiderare un punching ball per poterci sfogare.

David Lynch è una persona unica nel suo modo di fare e di essere, probabilmente inimitabile. La maggior parte dei registi che verranno e proveranno a ripercorrere le sue orme cadranno nella sua trappola, etichettati come “i nuovi Lynch”, “autori di film lynchani”, e formule di questo tipo. Prigionieri della sua ombra.

Auguri, maestro!

Per chi come me lo ha rincorso con in mano un body dei Bookhouse boys – riuscendo a farselo autografare per un altro, piccolo David, al grido “Lynch please, for my baby!” – Lynch è ormai un marchio registrato, che sarà difficile cancellare dalla memoria.

Quindi ora non aspettiamo altro che Wisteria, e il 2022 o chissà quale anno che magari sarà ricordato per una nuova rivoluzione targata David Lynch. Del cinema, della televisione o di qualcos’altro ancora.

Nel frattempo, come ci ricorda lo stesso regista, “Il mondo è diventato una stanza rumorosa. Il silenzio è il luogo magico in cui si realizza il processo creativo”.

Quindi, signore e signori, per cortesia: “Silencio”.

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