5 film sul Riscaldamento Globale, prima che sia il Punto di Non Ritorno


Locandina di Before the Flood: documentario prodotto da Leonardo di Caprio sul riscaldamento globale

Il chiacchierato documentario Punto di Non ritorno (Before the Flood)  sul riscaldamento globale, voluto da Leonardo DiCaprio e diretto da Fisher Stevens, prende le mosse da un’opera del pittore olandese Hyeronimous Bosch, Il Giardino delle Delizie: il dipinto è una storia dell’uomo allucinata e allucinante, in cui un originario paradiso terrestre viene dapprima reso arido ed infine distrutto dalla malvagità delle azioni umane.

La metafora distruzione dell’Eden/cambiamenti climatici è azzeccata e fa da filo conduttore per una pellicola che inizia lentamente, ma che piano piano conquista l’attenzione dello spettatore con la potenza delle immagini della distruzione di quel ” Giardino delle Delizie” che è la Terra.  Punto di Non ritorno è una sorta di messaggio personale di un DiCaprio riflessivo e poco hollywoodiano, una summa dell’impegno ambientalista dell’attore e delle difficoltà che tale compito richiede, oltre che una genuina richiesta di aiuto: ad ogni angolo, il nostro pianeta sta morendo e coloro che detengono il potere non sembrano intenzionati a fare molto per impedirlo. Anzi, in qualche caso, sembrano voler peggiorare la situazione. 

Proprio sull’azione possibile film si arena: DiCaprio e Stevens dedicano molte energie a convincerci che il riscaldamento globale esiste e che va fatto qualcosa, ma non sembrano saper dire davvero che cosa. Ed è forse il difetto principale di tutta la pellicola: Punto di Non ritorno spaventa (a ragione) ma lascia l’uomo comune, che non è né un ricco attore di Hollywood né un politico, con un senso di impotenza, che poi va a braccetto con l’indifferenza. E proprio per questo, nonostante la pregevole regia, il contributo di scienziati e personalità importanti della scienza, dell’ambientalismo e della politica, la pellicola non riesce ad arrivare al cuore dello spettatore: spiega ma non coinvolge, convince ma non infiamma gli animi come dovrebbe.

Il riscaldamento globale è reale?

Il 97% degli scienziati che si occupano di clima è d’accordo: le azioni dell’uomo stanno modificando la temperatura media del pianeta per il peggio. Si tratta di percentuali di certezza da capogiro, che dovrebbero fare del riscaldamento globale la principale preoccupazione di cittadini e capi di stato. Eppure non è così, anzi: tanti negano la realtà dei dati scientifici con la testardaggine di coloro che in Harry Potter rifiutavano di accettare il ritorno di Voldemort.

Per molti di noi poi,  la tragicità dei cambiamenti climatici non è vicina né così evidente: facciamo persino fatica a collegarla al problema dell’immigrazione, distratti come siamo da tutti gli altri fattori in gioco. Eppure sta accadendo proprio ora: in città sul livello del mare come Miami si è costretti a spostare più in alto la pavimentazione stradale a causa dei primi segni dell’innalzamento del livello del mare. Il mito di Atlantide poi, potrebbe diventare reale in poche decine di anni: il bellissimo arcipelago di Kiribati pare destinato a venire sommerso dalle acque dell’oceano pacifico.

E anche se gli abitanti di Kiribati ce la stanno mettendo tutta, al grido “ In the eye of the storm, we are not drowning, we are fighting”(Lett: “Nell’occhio del ciclone, non stiamo affogando, stiamo combattendo”) sembra improbabile che possano vincere la battaglia da soli.

Il riscaldamento globale porterà la specie umana all’estinzione?

Da che esistiamo, noi esseri umani abbiamo fatto della sopravvivenza e dell’adattamento un’arte, riuscendo non solo a resistere ad un mondo ostile (e al principio, in rapidissima evoluzione) ma a sviluppare nuove abilità. Tuttavia la scienza ci insegna che la sopravvivenza non è la regola, bensì l’eccezione e che altre specie Homo si sono estinte senza che l’Universo si scomponesse. Meglio non rischiare la fortuna quindi, ed utilizzare le nostre abilità per capire cosa sta accadendo e prendere i giusti rimedi finché siamo in tempo.

E la voce  di DiCaprio , per quanto autorevole in materia, non è l’unica che può essere ascoltata: abbiamo provato a stilare una lista dei migliori film e documentari sui cambiamenti climatici usciti negli ultimi anni.

1) Chasing Ice, di Jeff Orlowsky.

Vedere per credere: il viaggio del fotografo James Barlog tra i “giganti di ghiaccio” che precipitano in mare, in quella che è una vera propria missione, scientifica ed artistica, di ritrarre il disastro nella sua forma più cruenta e spettacolare. Il documentario è disponibile in italiano su Netflix

2) Cosmos: A SpaceTime Oddissey

Non si tratta di un film, ma di una serie di documentari di circa 50 minuti disponibili in italiano su Netflix: condotti dal carismatico Neil DeGrasse Tyson (astrofisico, divulgatore e… meme! ). In Cosmos i fatti scientifici e la storia dell’umanità  sono presentati come trame appassionanti, coadiuvate da bellissimi effetti speciali  oltre che da immagini originali e lavori d’animazione: nulla da invidiare ad una serie tv di fantascienza, anzi. L’astronave di Tyson quasi quasi fa concorrenza ai vari Millenium Falcon e T.A.R.D.I.S.

La puntata sui cambiamenti climatici è la la dodicesima: The World Set Free

3) Re della Terra Selvaggia di Behn Zeitlin

Un’opera di invenzione, una favola indie che racconta il percorso di crescita di una bambina dal nome tenerissimo (Hushpuppy!) e del rapporto di quest’ultima con il padre, in un mondo a metà tra le previsioni più cupe per il nostro futuro e l’incanto di un racconto fantastico. Sebbene il focus della storia sia la storia personale di Hushpuppy,  non si resta indifferenti al teatro della vicenda: gli Stati Uniti del sud tormentati da uragani ed alluvioni, nell’ attesa dello scioglimento dei ghiacci.

https://www.youtube.com/watch?v=R4JLsGXxJLI

4) L’Undicesima Ora di Leila Conners Petersen e Nadia Conners

L’impegno ambientalista di DiCaprio non è una novità: già nel 2007 aveva prodotto e narrato questo documentario che raccoglie i contributi fra gli altri di Stephen Hawking e Mikhail Gorbachev, e che prova a proporre alcune soluzioni pratiche al problema del riscaldamento globale, puntando l’attenzione sul concetto di crescita sostenibile. Più incisivo de Il Punto di Non Ritorno, l’Undicesima Ora ne costituisce quasi un prequel e un punto di partenza per capire cosa è cambiato (nel bene e nel male) da allora ad oggi.

5) Years of Living Dangerously

Un’altra serie, costituita da 9 mini film, ciascuno dei quali dedicato ad un ecosistema a rischio o ad un particolare aspetto dei cambiamenti climatici. Sotto la guida di veri giornalisti e celebrità di Hollywood trasformate in reporter d’assalto (Harrison Ford diventa un vero.. Indiana Jones ),  si va alla scoperta di come il riscaldamento globale abbia cambiato in peggio la vita di moltissime persone e di come in ogni parte del mondo, si lotti e si cerchi di correre ai ripari. Nonostante la patina glamour, Years of Living Dangerously ha il pregio di portare il grande pubblico faccia a faccia con i cambiamenti climatici in una forma narrativa popolare ed accessibile. 

Uno dei reportage più interessanti e significativi è quello di Thomas L. Friedman del New York Times, su come una terribile siccità in Siria abbia contribuito allo scoppio della devastante guerra civile tuttora in corso.

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