Tomorrowland – Il Mondo di Domani. Un film di Brad Bird. Con Britt Robertson, George Clooney, Kathryn Hahn, Judy Greer, Hugh Laurie.

“Siamo noi gli artefici del nostro destino.”

Al mondo esistono un sacco di persone che hanno un’irrefrenabile immaginazione. A quanti è capitato di prendersi un momento di pausa dalla quotidianità e mettersi a sognare ad occhi aperti? Magari ci immaginiamo su un’isola deserta, sdraiati al sole e con un buon cocktail in mano, oppure a “svolazzare” nello spazio… senza tempo! Altre persone magari si immaginano in una città futuristica, dove tutti potremo indossare dei jet pack per spostarci da un posto all’altro, o dove viaggiare alla velocità della luce diventa una cosa semplice da fare come bersi un caffè.

Il signor Walt Disney, molti anni fa, precisamente nel 1955, ha immaginato proprio una città del genere, e ne ha fatto la protagonista di un’area a tema dei parchi Disney. Ed è proprio da questa “attrazione” che prende spunto il nuovo film di Brad Bird (già premiato Oscar con i film d’animazione Gli Incredibili e Ratatouille), Tomorrowland – il mondo di domani, dopo che già altri registri hanno provato nell’impresa di trasportare sul grande schermo film basati su aree tematiche ed attrazioni dei parchi più famosi (Pirati dei Caraibi e la Casa dei fantasmi).

Il film illustra la vita di una giovane ragazza, di nome Casey (Britt Robertson), la quale si differenzia dai suoi coetanei, grazie alla sua intelligenza, al suo ottimismo ed alla sua curiosità.  Per una serie di circostanze, e grazie anche ad una bambina misteriosa di nome Athena, Casey, si metterà sulle tracce di Frank (George Clooney), un quarantenne che un tempo era un ottimista come lei ma che la vita ha fatto diventare un uomo cinico che non crede più nella speranza. Dopo aver scoperto che il mondo fantastico da lei intravisto grazie ad una spilletta, esiste sul serio, farà di tutto per convincere Frank a portarla a visitarlo. Frank la avvisa che quel mondo non è più come lei l’ha visto, ma grazie anche alla tenacia di Casey, si farà convincere, ed attraverso un salto spazio-temporale ed ad un improvviso viaggio su un razzo, Frank,  Casey ed Athena giungono su Tomorrowland. Ad aspettarli c’è Nix (Hugh Laurie), un uomo che ha trasformato la sua vita in un utopia inflessibile. Qui Casey, scopre che la Terra ha più pochi giorni di vita, prima che terremoti, inondazioni, incendi e altre catastrofi la faranno avanzare in un periodo di morte e oscurità. Il loro compito, sarà quindi, quello di fermare in tempo questo conto alla rovescia, ostacolati da Nix che ormai si è arreso al comportamento auto distruttivo della razza umana.

Tomorrowland ha del potenziale, ma è anche un po’ deludente. Il film inizia con delle scene ambientate negli anni 60, per andare incontro ad un futuro abbastanza irreale (almeno al momento), attraversare i giorni nostri, tornare nel futuro irreale, mischiando continuamente scene di passato, presente e futuro. Tutto questo distrae un po’ lo spettatore, confondendolo circa la storia lineare del film. Inoltre mostra fin dall’inizio le sue carte migliori, e cioè dei gran effetti speciali, rischiando di non riuscire a suscitare quella meraviglia che sarebbe d’obbligo, in quelle scene che veramente meritano, come per esempio il razzo che esce dalla Tour Eiffel.

Il film ad un tratto ci fa pensare che il futuro che spetta alla terra, deriva da tutte le azioni sbagliate a livello di ecosistema che la razza umana svolge. In realtà, la verità non sarà proprio quella, e solo grazie all’ottimismo di Casey si riuscirà a sbrogliare la matassa. Questa storia in verità è una cosa che abbiamo già visto e rivisto in tutte le salse. Non è il primo film a puntare su una trama dove la nostra razza umana è vista come colei che si sta auto distruggendo, e forse da un film disney ci si sarebbe aspettato qualcosa di nuovo.

Inoltre, il film viaggia un po’ troppo su un livello per adolescenti, tipo Spy Kids per intenderci, dove non ci aspetteremo di trovare attori del calibro di George Clooney. In più non si lascia molto spazio alle scene di azione, ed anche quando queste devono per forza trovarsi sulla strada dei nostri protagonisti, in realtà vengono girate in modo da non traumatizzare troppo i ragazzini presenti in sala. Se l’intento del regista era quello, quindi, di creare un film per ragazzi, direi che l’esperimento ha funzionato, anche se comunque i dialoghi, che sono molto presenti, fin troppo, francamente sono, il più delle volte, un po’ difficili da seguire.

Alla fine probabilmente Bird si è fatto trascinare un po’ troppo dall’ottimismo che aleggia sulla vita della protagonista Casey, rimanendo tradito dallo stesso spirito che voleva dare al suo film, e cioè che siamo ancora noi gli artefici del nostro destino.