Recensioni – The Butler


thebutlerThe Butler – Un maggiordomo alla Casa Bianca
di Lee Daniels, con Forest Whitaker, Oprah Winfrey, John Cusack, Alan Rickman. 
Georgia, anni Venti. Cecil Gaines (Forest Whitaker) è solo un bambino, ma  lavora già  in un campo di cotone insieme ai genitori. Dopo il brutale omicidio del padre, Cecil si trova a dover lavorare come domestico nella tenuta del suo assassino: diventato un giovane  adulto, lascia il sud degli USA ,così ostile agli afroamericani,  alla ricerca di una vita migliore. Washington farà la sua fortuna: qui Cecil diventa maggiordomo nientemeno che alla Casa Bianca , si sposa e può dare ai suoi figli un’istruzione adeguata.  Ma il mondo sta cambiando e le lotte per i diritti civili arrivano a sconvolgere gli equilibri, sia politici che familiari…
Il primo pensiero che viene spontaneo guardando The butler è che le cinque stelle attribuitegli da USA Today e Entertainment Weekly non siano davvero meritate.  
La storia è di per sè affascinante: si vuole raccontare, romanzandola, la vita di Eugene Allen,  maggiordomo di otto presidenti degli Stati Uniti, dal 1952 al 1986.  Il film di Daniels però rivela sin dall’inizio molte lacune:i primi venti minuti sono sciapi e privi di ritmo, alcune scelte attoriali sono bizzare e a tratti deludenti(su tutte spicca Mariah Carey/Hattie, ma anche John Cusack/Nixon e James Marsden/Kennedy), infine il tono smaccatamente propagandistico della parte dedicata alla presidenza Obama risulta assolutamente inopportuno.Tutta la pellicola è in effetti pervasa da una retorica (molto americana) assolutamente non necessaria, che finisce per appesantire il racconto.
Tuttavia The Butler è comunque un film molto bello e migliora mano a mano che la trama prosegue e il ritmo cresce.  Forest Whitaker è un Cecil Gaines da Oscar, complesso e sfaccettato, sempre in bilico tra la sofferenza e l’entusiasmo, la fierezza e lo sconforto. La vera sorpresa forse è Oprah Winfrey che si è rivelata una convincente Gloria Gaines, mentre Cuba Gooding Jr. è riuscito a dare mordente al suo Carter Wilson, collega e amico di Cecil.
L’aspetto più interesante del lavoro di Daniels è costituito dal tentativo, sostanzialmente riuscito, di dare ampio respiro alla lotta per i diritti degli afroamericani: il film parte dai difficili inizi del Novecento e arriva all’elezione di  Obama alla presidenza degli Stati Uniti,  passando per i “freedom bus”, Martin Luther King e il Black Panther Party ma anche per la rivoluzione silenziosa di domestici e camerieri che lavorando con pazienza e gentilezza per uomini e donne bianche (spesso ingrati) hanno abbattuto piano piano un muro di ignoranza e stereotipi.
E così il conflitto tra il Cecil ed il figlio Louis è da un lato quello tra la generazione di chi è felice di poter finalmente avere una casa e una famiglia  e quella che non si accontenta e pretende l’uguaglianza, ma dall’altro è il confronto tra due facce della stessa medaglia, entrambe necessarie perchè la storia prenda  la piega dei diritti umani e del rispetto. 
Da vedere.
https://www.youtube.com/watch?v=k-hh_ps73zU

 

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