La Russia avanza sulla scacchiera internazionale


Proprio ieri il presidente russo Vladimir Putin ha compiuto 65 e in questa occasione ci sono state manifestazioni in protesta in molte città russe che hanno portato all’arresto di centinaia di persone. Come ci si potrebbe aspettare, anche da avvenimenti di questo genere, Putin in patria continua ad avere nemici ed oppositori, e ancora come ci si potrebbe aspettare, non essendo la Russia un modello di paese liberale, gli stessi nemici ed oppositori si ritrovano in carcere in men che non si dica, come l’attivista russo Navalny, arrestato per violazione delle leggi sull’organizzazione di manifestazioni pubbliche.

Alla base di ciò c’è l’ostinazione di Mosca a non volersi adeguare ai valori europei, come la libertà di espressione e il pluralismo politico, come durante i governi di Yeltsin e Gorbachev. La conseguenza è che il dialogo con l’Occidente è sempre sul chi va là, teso, mai un vero confronto costruttivo fra gli alleati di uno stesso schieramento. La Russia è una pedina solitaria sulla scacchiera internazionale, lo vuole rimanere e probabilmente lo rimarrà ancora, se Putin riesce a guadagnarsi il quarto mandato non consecutivo nel 2018, che porterà il paese ad altri sei anni sotto la sua guida e quindi ad altri sei anni di politiche austere a livello di diritti e a livello di relazioni internazionali.

Nonostante tutto questo, la Russia si sa aprire la sua strada e sa stringere le alleanze giuste. Alcune mosse sono finite sotto i riflettori della stampa, altre stanno facendo meno rumore ma sono comunque decisive nel consolidare e allargare l’influenza internazionale di Mosca.

Fra gli avvenimenti che hanno fatto scandalo, oltre all’hackeraggio e alla diffusione delle email della Clinton, ricordiamo la storia degli annunci diffamatori e anti-immigrati comparsi sugli account facebook di migliaia di persone dello stato americano dell’Idaho un anno fa. Erano stati creati e diffusi da una pagina facebook promossa da un’organizzazione russa chiamata Internet Research Agency, che si occupava di diffondere sul web materiale a sostegno delle politiche del governo russo. L’ipotesi più sensata è che fosse un tentativo da parte di Putin di piegare i risultati delle elezioni statunitensi in suo favore. Infatti, l’elezione di un candidato repubblicano avrebbe sicuramente significato una minore possibilità di diffusione di movimenti liberali e pro-democratici in stati come l’Ucraina o la Georgia, che Putin vuole tenere ben stretti.

Recentemente, invece, le mire delle Russia riguardano più il Medio Oriente, dove viene pian piano formandosi una rete di paesi alleati alla Russia, per ragioni politiche o economiche. Nel caso dell’Arabia Saudita, di cui il re Salman è appena stato per la prima volta in visita a Mosca, si tratta di questioni come la stabilità dei mercati petroliferi e le armi, che sono bastate per riavvicinare i due paesi e, più in generale, a Putin per “conquistarsi” uno degli stati sunniti con più potere nel Medio Oriente. Questo, dopo che è già riuscito a portare dalla sua parte l’Iran sciita e la Siria del presidente Assad.

Visto tutto ciò, non si può dire che Putin non sia un abile calcolatore, perché sta tessendo la sua tela in maniera oculata e in più continenti alla volta e senza mai perdere del territorio. Però sì, si può dire che non tutte le tattiche sono o sono state trasparenti e legittime, come abbiamo visto. Sicuramente non abbastanza da farci esultare per i suoi 65 anni recentemente compiuti.

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