Esiste qualcosa di più cinematografico dello sbarco sulla Luna?


Fin dalla sua nascita, il cinema si è occupato di raccontare i sogni, le paure e i desideri del genere umano, di rispondere alle sue più profonde domande e di dare voce alle sue più indomite fantasie. Non a caso, un leitmotiv cinematografico riguarda lo spazio. L’ignoto, senza confini, al di là della nostra atmosfera. Il numero di capolavori (e non!) del grande schermo sullo spazio non può essere contato, così come non si contano le stelle. Ma, più di ogni altra cosa, il cinema, come l’arte e la letteratura, serve per far comprendere l’emozione quando essa è indescrivibile.

Come l’emozione di Neil Armstrong, il primo uomo a posare piede sulla Luna, 50 anni fa oggi.

neil armstrong allunaggio

First Man è un film di Damien Chazelle (Whiplash e LalaLand), pluripremiato regista Millennial (è del 1985!) presentato per la prima volta alla Mostra cinematografica di Venezia nell’agosto del 2018. Nel ruolo di Neil Armstrong, un intenso Ryan Gosling e, se due occhi blu non sono sufficienti, una Claire Foy a cui non è stato dato il giusto spazio, nel ruolo di sua moglie Janet. Insieme a loro, un cast pieno di “ma io questo l’ho già visto, spetta che guardo su Imdb“.

claire foy first man

La trama penso sia autoevidente e sicuramente immune agli spoiler: il percorso di Armstrong, i test del programma Gemini, la corsa allo spazio come braccio di ferro tra Stati Uniti e Russia, il dolore per i compagni persi durante lo sviluppo del programma che avrebbe portato Apollo 11 e il suo equipaggio al primo passo sulla Luna.

Inizialmente, il film non mi aveva dato una buona impressione. Non percepivo una regia degna di nota, la colonna sonora era carina anche se discreta (ma ha comunque ottenuto un Golden globe) e i dialoghi non mi hanno catturata. Poi ho capito che stavo guardando dal punto di vista sbagliato: come Robin Williams, sono salita sul tavolo per ricordarmi di vedere le cose da un’altra prospettiva.

Dovevo percepire l’indescrivibile.

neil armstrong allunaggio

L’indescrivibile dolore della morte di una figlia perché la scienza non era progredita abbastanza. I sacrifici di chi si è impegnato in prima persona per farla progredire. L’impotenza quando le conoscenze non sono ancora complete ma, senza test, non possono essere completate. La colonna sonora acquista il suo senso nel silenzio che la interrompe. La caratterizzazione dei personaggi è secondaria, come anche altre umane cose: ci sono più funerali che baci, più silenzi che suoni, più difficoltà che costellano un percorso di successo, più tecnicismi che momenti patriottici. Il film è stato criticato per aver omesso la scena della bandiera piantata sul suolo lunare, ma regista e cast si sono difesi perché “non è una conquista Americana, ma del genere umano”. L’impegno e la dedizione di Armstrong non sono al centro perché è stata una conquista di tutti: di chi ha lavorato dietro le quinte (per esempio le ragazze di Hidden Figures), di chi è rimasto a casa con le sue perdite, di chi è stato perduto.

Vediamo, sullo schermo, la meraviglia e cerchiamo di percepirla riflessa negli occhi del protagonista.

ryan gosling neil armstrong

Armstrong e tutto il suo equipaggio, la squadra e chi stava loro intorno, tutti loro hanno fatto “un piccolo passo per un uomo” per portare un grande passo avanti per l’Umanità stessa.

https://www.youtube.com/watch?v=t745UL7TdCE
“Ma perché la Luna? Perché sceglierla come traguardo? E potrebbero anche dire “perché scalare la montagna più alta?””

Per questo, ho apprezzato davvero tanto l’assenza di quegli elementi di spettacolarizzazione esagerati tipici delle “americanate”, il film è riuscito ugualmente a vincere l’Oscar per gli effetti speciali, lo scorso febbraio.

allunaggio

Questi ultimi anni hanno visto l’Umanità divisa: scoperte scientifiche e spaziali di enorme portata – pensiamo alla foto del buco nero, per esempio – e, dall’altra parte, convegni di terrapiattisti e complottisti che pensano l’allunaggio sia solo una bugia. Questi pensieri erano attivi già allora: perché spendere tutti questi soldi per la scoperta dello spazio? Risponderei, mi permetto, utilizzando una citazione di un altro grande uomo dello spazio, a cui è stato dedicato un bellissimo film (La Teoria del Tutto), Stephen Hawking.

«Guardate le stelle invece dei vostri piedi.
Cercate di dare un senso a ciò che vedete e interrogatevi sull’esistenza dell’universo. Siate curiosi. Per quanto difficile possa essere la vita, c’è sempre qualcosa che è possibile fare, e in cui si può riuscire. Quello che conta è non arrendersi»

 

Love you to the moon and back, alla prossima!

 

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