Il Buon Samaritano veste abiti femminili (e si chiama Amélie!)


Prendete due persone normali di sesso opposto, fate credere a ciascuno che l’altro lo trova irresistibile e lasciateli cuocere a fuoco lento. Funziona sempre.

Quanta saggezza, cara Suzanne!

Non conoscete la citazione? Molto male!

Si sta parlando di quello che ammetto essere il mio film preferito, ovvero Il favoloso mondo di Amélie.

Pensate che in America i suoi incassi hanno battuto  La vita è bella di Benigni!amelie-1

Ma non è di questo confronto che voglio parlare, piuttosto sviscererò una parte di quelle emozioni che tutte le volte questa pellicola mi provoca.

Non avete mai pensato a quanto sia bello fare del bene a chi vi sta intorno?

Non avete mai provato quella sensazione, quell’attimo in cui siete in armonia col mondo, un secondo nel quale tutto è perfetto, un momento di massima imperturbabilità?

Ma sì, sì che avete capito!

Non mi sto riferendo all’estasi o all’euforia che seguono ad una bella notizia, una meravigliosa sorpresa, bensì al sentirsi una docile fibra dell’universo, per utilizzare parole di Ungaretti.

Amélie è così: le basta fantasticare qualche minuto ed eccola che è già proiettata verso una nuova missione, neanche fosse la buona samaritana. 

E cosa ci si guadagnerebbe, al giorno d’oggi, nell’essere tutti un po’ come Amélie? Se tralasciassimo per un po’ i nostri problemi che, come zombie, ci trasciniamo dietro quotidianamente, non staremmo decisamente meglio?

E non pensiate subito “E come si fa a pensare agli altri quando non ho il pane da mettere sulla tavola per i miei figli?”.

Certo, riconosco che questo non è affatto un proposito di facile realizzazione, ora che non c’è più tempo per contemplare, per godere della bellezza di ciò che abbiamo intorno!

E allora cosa si può fare?

Pur non conoscendo la formula magica per raggiungere questo status-sonoinpaceconilmondo posso dire, partendo dalla mia modesta esperienza, che esistono dei piccoli gesti in grado di regalare un sorriso anche alla persona con il cuore di pietra più duro del pianeta.

Ah! Prima di elencare questi piccoli suggerimenti, è bene che ricordi che, se non si va a svegliare dal torpore quel poco di sensibilità che non è stata trucidata dall’avvilimento e indignazione sorti nel leggere i giornali e guardare programmi scandalistici, non è possibile fare un passo avanti. Bisogna lavorare profondamente anche a livello della propria personalità e approccio con la società e l’ambiente in cui si vive.

Bene, possiamo passare al lato pratico.

Ipotesi 1: sono le sette di mattino, la sveglia vi ha scaraventati giù dal letto e vi state dirigendo al supermercato A&O in cui fate il cassiere sottopagato, sfruttato e frustrato. Per poco non mancate il bus: lo prendete al volo e (miracolo!) c’è un posto a sedere che aspetta solo voi. Dopo neanche due fermate sale una signora di una certa età, diciamo attempata. Voi, con tutta la cortesia del mondo, vi alzerete e con un sorriso le offrirete il posto che tanto avete apprezzato nel momento in cui siete saliti.

Risultato: anche se la persona in questione rifiutasse gentilmente, penserebbe che non tutte le persone sulla faccia della terra sono apatiche e maleducate, mentre se decidesse di accettare, le avreste regalato la stessa soddisfazione che avete provato voi vedendo il sedile vuoto, al vostro arrivo.

Ipotesi 2: vivete ancora con mamma e papà. Questa volta è vostra madre a preoccuparvi: l’azienda per cui lavora non la paga da quattro mesi, voi siete ancora senza lavoro e lei deve pensare a mandare avanti la casa, a far finire gli studi al vostro fratello più piccolo, trovare un modo per riuscire a fare la spesa pur avendo il portafoglio vuoto  e tentare alleviare l’afflizione che ha colpito vostro padre sapendovi disoccupato, pur avendo speso 30.000€ per i vostri studi all’università, lo stage e la specializzazione. A questo punto voi rinuncerete ad un sabato sera alla discoteca o all’happy hour con gli amici per (la scelta è a gusto personale) far trovare, la domenica mattina, il pane fresco in casa, oppure, con i soldi risparmiati nella prevendita del locale, la verdura fresca comprata nella bottega sotto casa oppure, se proprio non ve la sentite di rinunciare alla musica commerciale e allo spritz, potete semplicemente mettervi giù e pulire (almeno!) tutta la vostra stanza, armati di detersivo, aspirapolvere e tanto olio di gomito.

Se poi questa diventasse un’abitudine saliremmo ai massimi livelli.

Risultato: sicuramente darete un po’ di sollievo alla vostra famiglia e regalerete un sorriso sincero all’amata mamma. E chissà che non vi ringrazi anche il vostro fegato se gli risparmiaste la scarica di alcol tipica del fine settimana. E potreste anche dire di aver fatto felice il bottegaio sotto casa, spolpato dalla concorrenza della grande distribuzione.

Ipotesi 3: Miracolosamente questo mese, tra le rate del mutuo, dell’auto e della cucina nuova vi rimane tra le mani qualche spicciolo. Il vostro partner tra un esame fallito all’università, un datore di lavoro dispotico e dei genitori dal carattere troppo restrittivo è in preda allo stress e alla tristezza. La delusione nell’aria di casa si taglia con il coltello. Non sarebbe il caso di spendere quei pochi euro per il vostro amore?

La cifra a vostra disposizione è decisamente troppo irrisoria per permettervi di portarlo/a fuori per un week-end rilassante, però potreste tranquillamente prelevarlo/a dai libri fra i quali è segregato/a e portarlo a forza in un ristorante (e non il solito fast-food!), al cinema, a vedere il tramonto, oppure, nel caso opponesse troppa resistenza, potreste portarle/gli la colazione a letto.

Risultato: Tanti baci (si spera) e un clima decisamente più sereno in casa vostra e nella vostra relazione.

Di esempi simili ce ne sarebbero a migliaia, basta solo usare un po’ di buonsenso e fantasia.

Provate, poi fatemi sapere.

Buona serata a tutti.

 

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