(Fanta)Scienza, linguistica, cinema. Sarà questo a condurre Arrival all’Oscar 2017?


Arrival. Un film di Denise Villeneuve. Con Amy Adams, Jeremy Renner, Forest Whitaker, Michael Stuhlbarg.

Con il passare del tempo, ci rendiamo sempre più conto che non possiamo essere gli unici esseri viventi esistenti nell’universo. Da qualche parte, nel nostro sistema solare, o anche al di fuori, ci sarà qualcuno come noi che magari si starà facendo la stessa domanda: ma gli alieni esistono? Un giorno forse la nostra specie saprà dare una risposta esaustiva a questa e anche a tante altre domande. Al momento però, tra avvistamenti poco documentati e voci messe a tacere, chi è appassionato di questo tema, può rifugiarsi nelle pellicole cinematografiche, dove tutto può diventare reale.

Arrival, ultimo entrato nella cerchia di questa categoria di film, ci mostra cosa potrebbe succedere in un incontro tra la gente del nostro pianeta e i così detti alieni. Basato sul racconto Storia della tua Vita, incluso nella raccolta di racconti Storie della tua Vita di  Ted Chiang, il film è stato candidato agli Oscar 2017 nella categoria Miglior Film. Inoltre, ha ricevuto altre 7 candidature come miglior regia (Denis Villeneuve), miglior sceneggiatura non originale, miglior fotografia, miglior scenografia, miglior montaggio, miglior sonoro e miglior montaggio sonoro.

La linguista Louise Banks, esperta nel suo campo delle traduzioni, viene contattata dagli agenti segreti, in seguito all’atterraggio di 12 navette spaziali in più parti del mondo. Hanno bisogno di lei per cercare di comunicare con gli alieni, e cercare di capire quali sono le loro intenzioni, e nel caso se bisogna prepararsi ad una guerra. Dopo il primo incontro ne susseguono molti altri, dove lei inizia ad avere degli specie di flashback dove si vede prima con la figlia piccola, e poi con la figlia cresciuta che morirà giovane a causa di una rara malattia. Insieme a lei c’è anche lo scienziato Ian Donnelly. Gli alieni ci vengono mostrati come dei grossi polipi con 7 tentacoli/zampe che vengono chiamati eptapodi. Attraverso il linguaggio sarebbe impossibile capirsi, quindi Louise con l’aiuto di Ian decide di provare attraverso la scrittura. La sua idea è quella giusta, e con il passare dei mesi, studiando i simboli che gli alieni forniscono, riescono a costruire un vocabolario base, che li aiuterà poi a formulare la tanto attesa quando temuta domanda: cosa siete venuti a fare sulla Terra? Ma cosa ci si può aspettare dalla razza umana quando la riposta fornita è “Offrire Arma”?

Fermiamoci un attimo a pensare, cosa potrebbe succedere se un fatto del genere accadesse davvero, qui sulla Terra, domani, allo stato attuale delle cose. Se gli alieni arrivassero davvero sul nostro pianeta, qualcuno sarebbe in grado di capire e farsi capire da loro? Ma, a parte la dialettica, ci sarebbe qualcuno in grado di capirli nel profondo? Di mettersi in gioco per loro? Di rischiare un qualcosa di concreto per cercare di comprenderli? In questo momento la risposta sarebbe no. In un modo dove ancora facciamo le guerre in nome di un Dio sconosciuto, dove ancora vogliamo far erigere muri per separare da noi le persone che reputiamo diverse, in un mondo dove non abbiamo imparato nulla dagli errori del passato, come possiamo pensare di affrontare un futuro che questo fantomatico incontro in qualche modo cambierà sicuramente?

Questo film è incentrato soprattutto sui cambiamenti, sui sentimenti e sulle emozioni che un incontro del genere può esercitare. Ma soprattutto, ha come protagonista indiscusso il personaggio di Louise, una studiosa e non un militare. E qui abbiamo già la diversità con i tanti film a tema che sono passati sui nostri schermi. Questa giovane donna si troverà a confrontarsi con persone più potenti di lei su un piano politico, ma che non hanno un briciolo di conoscenza su quello che sta capitando. Si troverà a scontrarsi con tutte queste persone, ricercando una verità che piano piano si sta facendo spazio dentro di lei, capendo per prima quale può essere l’approccio più corretto per comunicare con questi esseri diversi fisicamente dall’uomo, affrontando il lutto di una figlia persa così presto, ed essendo a conoscenza di un segreto terribile sul suo futuro ma che non cambierà la sua voglia di vivere la vita così come gli viene offerta, senza cercare sotterfugi ma arrendendosi al naturale corso delle cose.

E’ un modo nuovo secondo me di fare film fantascientifici. Non abbiamo più la classica invasione aliena con i mostri che rapivano i potenti della Terra per sostituirsi a loro e dominare così il nostro pianeta. Non vedremo guerriglie, o armi potenti distruggere nazioni. Abbiamo davanti un film consapevole della diversità che esiste non solo tra “alieni” e uomini, ma anche fra uomini stessi, dove bisogna combattere ogni giorno per avere dei diritti e dei privilegi che non ci aspettano gratuitamente.

Arrival, più che essere un viaggio all’interno di un percorso fantascientifico, è un viaggio nell’umano, nell’essere che deve venire a patti con la diversità che non per forza deve significare pericolo. L’umano, l’uomo, deve fidarsi innanzitutto della sua stesse specie prima di essere pronto a fidarsi di qualcun altro.

PERCHE’ DOVREBBE VINCERE LUI: come ho già detto è film nuovo, unico nel suo genere. Riesce ad affrontare un tema come l’invasione aliena, sviluppandolo attraverso nuove tematiche, e pur restando l’argomento principale del film, lo porta in secondo piano, lasciando spazio all’essenza umana, alla nascita, alla vita, alla morte. Inoltre, insieme a Moonlight, si è portato a casa ben 8 candidature a questi Oscar 2017, secondo solo a La La Land. Chissà che questo nuovo film (fanta)scientifico sorprenda tutti.

PERCHE’ POTREBBE PERDERE: a contendersi il posto di vincitore, insieme ad Arrival, abbiamo altre otto pellicole. Moonlight ha avuto il suo stesso numero di candidature, mentre La La Land, è arrivato a segnare un nuovo record con ben 14 candidature e così uguagliando Titanic e Eva contro Eva. La La Land quindi è il favorito, e il fatto che Arrival non abbia ottenuto candidature tra le categorie miglior attore/attrice protagonista, gli fa perdere terreno in questa corsa agli Oscar. Una pecca del film potrebbe essere quella che in certi punti si è un po’ perso nelle spiegazioni. Forse pensavano che dare troppi “spiegoni” scientifici avrebbe potuto annoiare il pubblico in sala ma in realtà qualcosa in più potevano chiarirlo, come per esempio sono riusciti a dare certi significati ai simboli alieni.

Non ci resta che aspettare la notte degli Oscar 2017 prevista per il 26 febbraio, e vedere quale sarà il film ad aggiudicarsi la statuetta d’oro.

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