Recensioni – Principessa Mononoke


Principessa Mononoke - Locandina italianaPrincipessa Mononoke

di Hayao Miyazaki

In un Giappone medievale e misterioso, il giovane principe Ashitaka si scontra con un demone dall’aspetto di cinghiale e viene colpito da una maledizione. Per sfuggire ad un destino crudele, Ashitaka si mette in viaggio per chiedere una cura al Dio Bestia. Lungo la strada rimane coinvolto in una guerra tra uomini e creature della foresta e conosce San, la “principessa spettro” cresciuta fra i lupi...

Era il lontano 1997 quando Principessa Mononoke usciva nelle sale giapponesi: in Italia arrivò solo nel 2000 con un doppiaggio discutibile, che ne semplificava il linguaggio per rendere la pellicola più adatta ad un pubblico di bambini. L’idea nostrana che l’animazione sia un genere per i più piccoli però, non trova riscontro nei lavori dei grandi maestri giapponesi: Hayao Miyazaki parla spesso di infanzia, ma si rivolge anche e soprattutto agli adulti. Che finalmente si stia cominciando a capire il valore di queste opere, che arrivano da una cultura distante dalla nostra, ma che riescono comunque far arrivare messaggi importanti, toccando corde sensibilissime dell’animo umano? Il nuovo doppiaggio di Principessa Mononoke, supervisionato dallo studio Ghibli, e la conseguente nuova uscita al cinema di questo piccolo capolavoro fanno ben sperare.

Principessa Mononoke è un favola cruda, dal sapore antico, che però pone domande da declinare al tempo presente: San e Ashitaka si incontrano  e si scontrano nel mezzo di una lotta tra quanto la natura ha di più antico e selvaggio e le idee e le tecnologie dell’uomo. Costruendo un racconto dai toni ambientalisti, Miyazaki però non fornisce soluzioni facili, non indica buoni o cattivi nè condanna senza appello l’umanità. Sembra invece volerci guidare, prendendoci per mano, a conoscere il cuore dell’uomo e delle creature selvagge per mostrarci quanto di bello e di terribile c’è in entrambi. Non possiamo forse convivere? Questa guerra non è forse, inutile? E non lo sono forse tutte le guerre?

Miyazaki costruisce con maestria ogni personaggio, umano ed animali. Desideri, sentimenti, contraddizioni si mescolano, e trascinano lo spettatore di un vortice che dà vita ad odio ed amore in parti uguali. Guardare la principessa Mononoke è guardarsi allo specchio, e vedere un ritratto – soprendentemente crudele e realistico, della vita stessa.

Un’opera cruda e poetica insieme, fatta per colpire dritto al cuore.

Da vedere assolutamente.

+ Non ci sono commenti

Aggiungi