Jonathan Strange and Mr Norrell


jonathanstrangeandmrnorellScritta da Peter Harness e tratta dal romanzo omonimo di Susanna Clark, diretta da Tony Haynes e trasmessa su BBC One. Con Bertie Carvel and Eddie Marsan.

La storia di Jonathan Strange (Bertie Carvel) e Mr. Norrell (Eddie Marsan) si svolge nell’Inghilterra degli inizi del XIX secolo. Mr Norrell è un studioso ed è l’unico in Inghilterra che detiene le conoscenze teoriche e le capacità pratiche per liberare la magia da quei libri antichi e polverosi nei quali è confinata da tempo immemorabile, i quali la rendono una disciplina stantia e derisa, sulla via dell’estinzione. La volontà di restituire rispetto alla magia e la possibilità di conquistare notorietà finalmente convincono Mr Norrell ad uscire dalle sue biblioteche e ad usare prudentemente le sue conoscenze per aiutare il governo inglese nelle guerre napoleoniche. Profezia vuole che il suo destino s’intrecci a quello di un giovane ricco e ardito, Jonathan Strange che si scopre mago per caso e decide di esserlo per mestiere, fino ad arrivare a scontrarsi pericolosamente con l’antiquato Norrell, a causa della sua ambizione ed entusiasmo nei confronti della magia.

Fra le varie peripezie, esilarante è lo scontro fra le rispettive personificazioni magiche del “si nasce” e del “si diventa”. Non meno divertente è la sorpresa nello scoprire che gli esseri fatati non sono fanciullette dolci e rosa ma creature ingannevoli e viscide con il parrucchino pulcioso richiesto dall’epoca storica, che possono diventare dei veri “lupi cattivi”.

L’ambientazione storica è visibilmente un po’ esagerata, attraverso i modi volutamente affettati dei personaggi e attraverso la scelta di tinte molto forti, come i colori con cui si ristrutturano i film in bianco e nero, che sembrano quasi non combaciare con la vivacità delle vicende e l’arguzia moderna dei personaggi. Nonostante questo, viene rispecchiato in maniera divertente ma anche efficace l’incanto di una diversità rispetto ad oggi abissale, di costumi, di credenze e di…tempi ma, sì, decisamente di tempi solamente storici. Per quanto riguarda i tempi che hanno a che fare con la climatologia, infatti, la verosomiglianza è integralmente rispettata; come avrebbe potuto la BBC non dare spazio alla pioggia, quando si parla di magia e di Inghilterra? La pioggia è un elemento emotivo ed atmosferico inevitabile che è trasversale alla serie e lo è stato, lo è e lo sarà nei secoli anche nell’Inghilterra. Qui, addirittura diventa uno dei mezzi attraverso cui i maghi, primo fra tutti Jonathan Strange, posso accedere ad un mondo parallelo abbandonato da secoli insieme alla magia pratica.

L’intento suggestivo della ricostruzione filmica è accentuato anche da scelte di scena che risultano a volte un po’ irritanti per la loro banalità ma che allo stesso tempo sono funzionali a trasmettere un umorismo leggero ed innocuo, legato a stereotipi culturali. Ad esempio, per le strade dell’Inghilterra non s’incontrano che facce diafane e a volte (spesso) poco rassicuranti, e gli edifici grigi e lugubri che inquadrano le scene sono strappati a racconti dickensiani. È la simpatia dei personaggi e la vivacità della storia ad animare da dentro i luoghi comuni e le forme un po’ più stereotipate e consumate, oltre alla vera protagonista delle serie, che è la magia.

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