Pretty Nice Girl – X – Matt


Capitolo precedente: Risvegli

 

Arrivo a casa schifosamente presto, che meraviglia. Il primo impulso è di volare sul divano e accendere la tv ma devo resistere: oggi è una grande giornata, sono uscita prima dall’ufficio, non ho dovuto fare il tragitto in macchina con Robert, mi ha finalmente chiamato Colin dagli Stati Uniti e mi ha detto che gli manco (ommioddio!) e, dulcis in fundo, mi aspetta una serata con le ragazze nel nuovo elegantissimo negozio di Lizzy Harris…chissà se regalano dei campioni di creme antirughe per promozione. Magari offriranno a tutti gli invitati quegli strepitosi toppini di strass nei colori moda che pubblicizzano su Fashion!.

No, non credo, comunque non è il momento di guardare la televisione. E poi, il pomeriggio in tv fanno solo programmi spazzatura. Sorrido perché mi sembra di sentir parlare mia madre, vado allo stereo e metto su il cd del Concerto di Varsavia: devo farmi bella per questa sera, mi sento piena di energia positiva e voglio sublimarla in qualche attività costruttiva. Vado in bagno e attacco il depilatore elettrico.

Alle sei e mezza esco dalla doccia profumata di olio essenziale alla tuberosa. Mi sento un’altra persona, sul serio. Ah, se potessi uscire tutti i giorni così presto…riuscirei anche ad andare in palestra. Faccio un salto in cucina e tiro fuori uno yogurt dal frigo: lo so, io odio lo yogurt ma non voglio abbuffarmi di schifezze proprio ora che ho un quasi fidanzato…vabbè, proprio oggi che Colin mi ha detto che gli manco. Tra smorfie di disgusto riesco a buttare giù lo yogurt, così fino a stasera sono a posto, poi vado in camera a vestirmi.

Devo essere all’ultimo grido, non c’è dubbio. E, anche se so che tanto, dopo, Rebecca ci passerà tutte in rassegna e sistemerà le intuizioni troppo audaci, voglio farmi trovare all’altezza. A forza di uscire, però le mie cose eleganti cominciano a scarseggiare…vediamo, ah lascerò che questa musica mi sia di ispirazione: chiudo gli occhi e mi vedo a volteggiare in una nuvola di seta e pizzo del colore del cielo tra le braccia di un elegante giovanotto che, sembrerà strano, ma assomiglia incredibilmente a Colin.

Riapro gli occhi: non credo di avere il vestito del ballo di Cenerentola nel guardaroba, quindi tiro fuori dall’armadio uno scintillante vestito senza spalline effetto tappezzeria. Detta così può suonare male ma il vestito è semplicemente adorabile: ha un corpino aderente e la gonna svasata lunga fino al ginocchio e la stampa è fiorata, sul beige, il bianco e il rosa antico…la stoffa sembra un po’ quella che si usa per le tende o le carte da parati nelle case di campagna lussuose e un po’ all’antica. Non ha le spalline, così posso indossare il mio doppio giro di perle finte e ai piedi il decolté di pelle rosa pallido con un cinturino di perline: sarò uno schianto e neppure Rebecca dovrà alzare un dito. Vado in bagno e mi trucco: poco colore, molti brillantini. Quando finisco sembro appena uscita da una regolamento di conti con Trilli, ma tutto sommato sono soddisfatta. Prendo la borsa ed esco.

Mentre controllo che il portone si sia chiuso bene, noto un taxi fermo in fondo al vialetto. Ha il portabagagli e le portiere aperte, qualcuno deve essere tornato da un viaggio o forse qualcuno parte. All’improvviso penso a Colin e sento una stretta al cuore, sarebbe bello se dal taxi scendesse lui. Mentre mi avvicino al cancello con i battiti un po’ accelerati, il taxi riparte senza lasciare nessuna traccia di Colin. In compenso, dall’altro lato della strada un ragazzo alto e molto abbronzato con dei riccioli castani che sbucano dal sotto un lacero cappellino da baseball mi sorride.

Mi blocco, non posso crederci:

“Matt…che cosa ci fai qui?!”

“Bel modo di accogliere tuo fratello che non vedi da quasi un anno!” E mollate a terra le due sacche sformate mi corre incontro e mi solleva senza complimenti facendomi fare un mezzo giro. E, ovviamente, mi fa male a una costola.

Inizio a ridere e lo abbraccio a mia volta. “Mio dio, quanto sei cresciuto…e pure i capelli…come al solito nemmeno una telefonata! Stavo uscendo, se fossi arrivato cinque minuti più tardi mi avresti mancato…”

“Oh, nessun problema” Sorride mio fratello mettendomi a terra “Ti avrei aspettato da Josef” E indica il lattaio di fronte al mio palazzo: a quanto pare lui e Matt hanno avuto modo di coltivare una sorta di amicizia, nel corso delle improvvisate che mi ha fatto mio fratello negli ultimi anni.

“Che esci? Tutta in tiro…” Ridacchia.

“Sì, sì…in effetti stavo andando dalle ragazze. Rebecca ha un aggancio per un party promozionale di una grossa casa di moda.”

“Fico, mi piacciono le modelle! Mi fai posare le borse?”

“Ma…veramente, non so se posso portare una persona in più…sai, è una cosa un po’ rimediata…non vorrei che non ci facessero entrare…”

“Tranquilla ciccia, nessuno si rifiuta di farmi entrare ad una festa”. Intanto trotta verso le sacche abbandonate incautamente in mezzo alla strada “E poi, non vorrai mollarmi a casa dopo otto mesi che non ci vediamo!”

In effetti. Perciò non mi resta che chiamare Rebecca per avvisarla che sono una mezz’ora in ritardo e che…ops, ti ricordi di Matt, mio fratello? Perché ci sarebbe anche lui…. Contrariamente alle mie preoccupazioni, sia Rebecca che Zoe (lo capisco dai gridolini di sottofondo) sembrano tutt’altro che dispiaciute per l’inattesa presenza di mio fratello, così, un quarto d’ora più tardi Matt è riuscito a farsi una doccia e a dare vita ad un caos molto creativo nel mio soggiorno.

Ok, forse avevo trascurato questo particolare, ma io ho un fratello, Matthew, per l’appunto. Ha 23 anni e non è un ragazzo normale. Oddio, non che sia anormale, ma è sempre stato molto, diciamo, indipendente. Studia da tre anni biologia marina nell’istituto Rosentiel dell’Università di Miami e quelle poche volte che ci siamo incontrati negli ultimi anni era sempre reduce da qualche avventura incredibile ed esotica. È il ventitreenne con più esperienza del mondo che conosca e a volte – spesso – mi fa sentire un po’ inadeguata, se non altro perché io sarei la sorella maggiore ma, tra i due, sono perennemente quella con le idee meno chiare. Lui invece è intraprendente, coraggioso sicuro di sé…gli voglio molto bene e un po’ lo invidio, anche se, a parte me, non si può dire che abbia un rapporto idilliaco con il resto della famiglia.

Quando Matt emerge dalla mia stanza indossa un paio di jeans logori e una maglietta rossa con una tavola da surf dorata e cosparsa di pailletts sul davanti, sopra ha una giacca nera sciancrata. Sta veramente bene: tutto abbronzato con i capelli lunghi. Lancio un’occhiata malinconica la spalla bianchiccia, riflessa nello specchio dell’ingresso.

“Andiamo?”

“Non dovresti asciugarti i capelli?”

“Dici che fa freddo?”

“Non siamo in Florida, Matt e qui l’inverno c’è un clima…diciamo invernale!”

“Ok, dammi un minuto.”

“Sbrigati!” E mi vado a sedere sul divano.

Alle nove siamo dalle ragazze che sembrano molto agitate. Appena ci vedono ci abbracciano e cominciano a farci un sacco di feste e io non posso che lasciami travolgere dal loro entusiasmo. Ricevo molti complimenti per il vestito, pensare che l’ho comprato anni fa ad un mercatino dell’usato, con la sapiente assistenza di Rebecca, ovviamente. Zoe ha un vestitino a vita molto alta marrone con dei bordini di passamaneria verde acqua e sembra la solita principessa mentre Rebecca credo sfoggi una sua creazione perché ha una maglietta che non le ho mai visto con degli inserti di perline che hanno l’aria di essere state applicate una ad una. Prima di uscire facciamo un brindisi nel loro soggiorno.

“Non abitavate anche con un’altra ragazza?” Chiede Matt.

Accidenti, Emma! Mi sono completamente dimenticata di richiamarla, sono veramente una pessima amica.

“Sì, Emma” Risponde Zoe “Solo che ultimamente è un po’ irrequieta e non sta molto in casa”. Fa un sorrisetto tirato: è chiaro che tra loro due le cose non siano affatto migliorate.

“E Will non viene?” Intervengo io.

“Noooo, scherzi? Detesta questo tipo di party modaioli; ultimamente se qualcosa non ha a che fare con il suo lavoro, va da sé che non lo interessa. Meglio così!” Aggiunge. “Se venisse se ne starebbe in un angolo a sbuffare e mi rovinerebbe tutto il divertimento!”

“Ophelia, ho una cosa che ti farà sembrare una Grace Kelly castana!” Esclama Rebecca e mi fa segno di seguirla. Una volta in camera sua, tira fuori dall’armadio una stola di pelliccia rosa chiaro, dello stesso colore dei fiori che ho sul vestito.

“Ommioddio, Becky, è…grandiosa!” La prendo e me la drappeggio sulle spalle.

“Già, c’ho pensato appena ti ho vista. E poi guarda…” E tira fuori un paio di orecchini con dei lunghissimi pendenti di swarowsky rosa.

“Se ti tiri su i capelli sono perfetti!” E così dicendo mi fa mettere seduta e inizia ad armeggiare intorno alla mia testa. Nel frattempo entrano anche Matt e Zoe.

“Wow, Ophelia, sempre più trendy…” Esclama mio fratello, ridacchiando.

“Non sembra Grace Kelly?!” Chiede Rebecca da dietro la mia testa.

Zoe soffoca una risata: “Certo, stesso Chanel, stessi orecchini di Cartier…”

“Quanto sei scemel!”

“Scherzo, Ophelia: sei adorabile”

“Ehi, questa è fatta per stare sulla mia giacca!” Matt ha in mano una spilla dorata a forma di tavola da surf con dei pendenti di vetro sfaccettato arancione che tintinnano quando la agita.

È una cosa enorme, kitsch, disgustosa.

Becky strilla: “È meravigliosa, vero? Sapevo che prima o poi sarebbe stata utile per un’occasione tipo Hollywood Party e ora c’è anche qui un vero americano…” Molla i miei capelli e corre ad appuntare la spilla sulla giacca di mio fratello, dopodiché rimangono a gongolare davanti allo specchio.

Un quarto d’ora dopo, siamo tutti e quattro stipati nella mia macchina e ci dirigiamo verso la festa.

Il negozio sta aprendo in una via molto elegante e per trovare un parcheggio giriamo un’ora. L’aggancio di Rebecca si mostra perplesso quando ci presentiamo in quattro, ma Rebecca riesce a far passare Matt per il cooprotagonista di una nuova serie televisiva americana e, alla fine siamo dentro. Il posto è molto esclusivo, l’arredo è tutto giocato sui toni del bianco, del nero e dell’oro, tra gli invitati biondissimi e patinati c’è parecchia gente del jet set e qualche nobilastro. Matt sguazza tra gli ospiti come una trota arcobaleno in un laghetto di montagna: è nel suo elemento, le persone sono il suo elemento. Ci sono anche un po’ di telecamere e qualcuna si sofferma a riprenderlo, la bufala del serial americano è stata convincente.

Dopo aver gironzolato un po’ trascino le ragazze ad un tavolino defilato.

“Ehi, pare che all’uscita regalino un sacchetto con dentro tutti gadget firmati!” Rebecca è elettrizzata e anch’io ho un fremito: il toppino in cui speravo!

“Insomma, non volete sapere perché vi ho convocate stasera?!” Esordisco, dando una sorsata al mio cocktail rosa fucsia.

“Beh, hai detto che era una cosa importante, quindi o c’entra il lavoro o c’entra un uomo…” Ridacchia Becky.

Zoe si sta sistemando un orecchino ed è concentrata sul suo specchietto portatile.

“Secondo me c’entra un certo Colin Padmington di un certo studio Padmington e Clark.”

La guardo esterrefatta, come è possibile che già l’abbia saputo?!

“Non è lo studio di Will?” Rebecca sembra riflettere, poi all’improvviso: “No! Non mi dire! Ophelia, quello dell’Ivy?! Oddio, te l’avevo detto che avevi fatto colpo…”

“Come fai a saperlo, Zoe? Chi te l’ha detto?!” Colin non mi sembra uno che va in giro a vantarsi delle sue conquiste.

Zoe mi guarda come se l’avessi insultata: “Vuoi insinuare che ho spettegolato con Will delle questioni personali dei suoi colleghi di lavoro? Per chi mi hai preso?! E poi, nel caso l’avessi dimenticato, sono tua amica, se Colin – come lo chiami tu – fosse andato in giro a sparlare di te pensi che non sarei venuta a riferirtelo?!”

“No, scusa, è solo che…come lo sai?”

“Non lo indovini proprio?”

Sto sforzandomi di ricordare a chi…forse nel ristorante elegante di sabato c’era qualche conoscenza di Zoe e…

“Me l’ha detto Bradley”. Taglia corto Zoe.

Cosa?!

“…Brad? Ma come è possibile…”

Insomma, Bradley e Zoe sono amici, sì, ma non il tipo di amici che si telefonano per chiacchierare o scambiarsi le novità. E poi Bradley non sa nemmeno chi sia Colin, perché dovrebbe averlo collegato a Zoe?

All’improvviso ho una folgorazione: e invece sì, Bradley lo sa benissimo chi è Colin perché gliel’ho detto io la sera che si sono incontrati. Ma…cosa ha fatto, è corso da Zoe a fare una spiata?! Santo cielo, non è proprio da Bradley!

“Il tuo amico si è presentato alla galleria lunedì pomeriggio con la scusa di restituirmi un libro d’arte che gli avevo prestato tipo due anni  fa e mi ha detto che sabato sera tu eri uscita con un socio dello studio di Will di cui non si ricordava il nome. Ma a quel punto ho fatto due più due.”

“E, scusa, voleva soltanto avvisarti di questa mia faccenda personale?” Comincio ad essere un po’ sconcertata. Rebecca aspira rumorosamente con la cannuccia nel suo bicchiere vuoto. Zoe la guarda alzando un sopracciglio e lei allarga un sorrisone: mi sembra molto presa dalla conversazione mia e di Zoe. Avrei quasi voglia di mandarla a prendersi qualcos’altro da bere perché i suoi occhi piantati addosso iniziano a rendermi nervosa.

“Certo che no, Bradley è completamente estraneo all’universo del pettegolezzo.” Zoe chiude lo specchietto e lo rinfila nella borsa. “È venuto a chiedermi se Colin fosse sposato.”

“Che cosa?!” Mi manca il respiro.

“Sì, insomma…voleva sapere che tipo fosse, se uno di cui fidarsi, credo…” Fa una pausa.

“Detto fra noi, Ophelia, io ho sempre avuto la sensazione che Bradley avesse una cotta per te.”

“Sì, anch’io!” Salta su Becky.

Shock.

“Vi avrà visti insieme, si sarà ingelosito, è venuto ad informarsi. Mi pare un comportamento legittimo.”

“Legittimo un corno, Zoe! Conosco Bradley da anni e non ha nessuna cotta per me. Se voleva delle informazioni, poteva venire a chiedermele invece che armare questo intrigo. E poi, se proprio volete sentirla tutta, pare che Bradley abbia perso la testa per una certa…Penelope!”

“Penelope?!” Salta su Rebecca.

“Sì, una ballerina spagnola che lavora con lui alla libreria. Stanno sempre insieme e io praticamente non lo sento più da quella volta che…dalla sera della festa di Emma, quando lui se ne è andato e noi…”

“E noi siamo andati da Ivy dove tu hai incontrato Colin” Mi interrompe Zoe “È quello che gli ho detto quando mi ha chiesto come vi foste conosciuti.”

È assurdo, mi sembra tutto irreale: ma cosa gli è preso a Bradley?!

Devo avere una faccia un po’ contrita perché Rebecca mi passa un braccio attorno alle spalle e mi chiede: “Ma allora questo Colin?”

Io però non sono più dell’umore adatto a fare le mie confidenze, anzi vorrei tornarmene a casa e probabilmente è quello che farei se stasera non ci fosse anche Matt. È frenetico e imprevedibile, ma mio fratello ha la capacità di ribaltare le situazioni più di crisi.

“Mamma mia che aria da conclave!” Ci piomba al tavolo con tre bicchieri colorati in mano: “Forza ragazze, bevete: questa roba è gratis e io voglio vedervi scatenare su quella pista”. Alzo gli occhi su una gigantesca scacchiera al primo piano del negozio, dove un po’ di persone si agitano a tempo di musica.

“Matt, io domani lavoro: non posso ubriacarmi né fare tardi”. Guardo l’orologio, è quasi mezzanotte. “Anzi, per me la serata è già durata abbastanza…”

“Ma smettila, mi fermo solo pochi giorni, poi riparto e prima che abbia finito la tesi – ammesso che ti degni di venirmi a trovare per quando mi laureo – non credo di tornare quindi non ci vedremo. Ora vieni a ballare con il tuo fratellino e smettila di fare la vegliarda guastafeste!” Mi grida mentre in tutto il negozio alzano la musica. “Ma cosa le avete detto per farla tanto arrabbiare?” Chiede ridendo a Zoe.

“Che Bradley è innamorato di lei” Strilla Rebecca e si lancia verso la pista.

“Beh, Phi, non mi sembra tanto grave. Io questo Bradley l’ho visto poche volte e si comportava come se fosse il tuo cucciolo!” Poi mi trascina verso la scacchiera.

“Ora scateniamoci: domani ti prendi un giorno di vacanza perché ti devo raccontare il mio prossimo progetto!”

E per ascoltare i progetti di Matt è sempre meglio avere un po’ di alcol in circolo nel sangue.

 

 

Photo by Soroush Karimi on Unsplash

 

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