Michele Scarponi, un campione che ci lascia. Basta tragedie.


È già passato qualche giorno ma il dolore per la morte di Michele Scarponi è ancora forte. Un grande campione che lascia il mondo dello sport e la vita in un modo assurdo.

Michele Scarponi, l’incidente

Sono le 8:05 di Sabato 22 Aprile e siamo a Filottrano, paese di nascita di Scarponi. Il campione dell’Astana si sta allenando in vista del Giro d’Italia tra le vie del suo paese. Michele veniva da Filottrano in discesa, mentre un furgone, guidato da un 57enne del posto, arrivava dall’altro lato della strada. Il guidatore non vede Scarponi e lo investe in un’impatto violentissimo. Chi assiste alla scena avverte che sta succedendo qualcosa di tragico e avverte subito il 118. Dal vicino ospedale regionale di Torrette di Ancona, si alza in volo l’elisoccorso. L’anestesista rianimatore arrivato sul posto, non ha potuto far altro che constatare il decesso. Scarponi, 37 anni, è deceduto sul colpo. L’investitore, indagato per omicidio stradale, ha detto ai carabinieri di non aver visto il corridore mentre sopraggiungeva.

Il sacrificio di Michele Scarponi non deve essere vano

La morte di Scarponi è solo l’ultima di una lunghissima lista di decessi avvenuti sulle nostre strade. I ciclisti vanno tutelati, che siano dei professionisti o semplicemente degli amatori. Per far cambiare le cose c’è bisogno di qualcosa di più grande di noi e come spesso accade, solamente gravi incidenti riescono a risvegliare le coscienze su tematiche che in realtà andrebbero affrontate in modo preventivo. È successo in passato in tanti ambiti, soprattutto nello sport (l’esempio recente più lampante è quello dell’incidente di Jules Bianchi in Formula 1), e speriamo che lo stesso accada per la tutela dei ciclisti sulle strade italiane, perché quanto avvenuto a Scarponi non può essere considerato un’incidente frutto del caso e del destino.

Il nostro amato paese, come tante altre cose, è ancora indietro rispetto agli altri paesi europei in ambito di sicurezza stradale per i ciclisti. In Italia, le piste ciclabili risultano essere ancora inferiori rispetto alle vere potenzialità di questa nazione. Eppure qualcosa si era mosso. L’anno scorso il ministro delle Infrastruttre Graziano Delrio aveva annunciato il piano per la costruzione di 1.500 km di piste ciclabili. L’Italia non è il paese ideale per i ciclisti come Olanda, Belgio e Danimarca ma è pur vero che insieme alla Germania, resta il primo produttore di velocipedi nel nostro continente.

Dove non arrivano Stato e legislazione, deve arrivare il buon senso del genere umano. Ognuno di noi deve avere più cura di sè stessi e degli altri, a prescindere dal tipo di veicolo che si sta conducendo.

Michele Scarponi, una grande carriera

Considerato uno scalatore, Scarponi nella sua carriera ha vinto tante tappe importanti nei vari Giri di tutto il mondo. Un gregario dal grande cuore e dalla grande determinazione. Michele si stava allenando per il 100° Giro d’Italia, dove avrebbe corso per l’Astana facendo da compagno di squadra e da gregario a Vincenzo Nibali.  Nel giro del nostro paese, Scarponi nel 2011 riuscì addirittura a trionfare in classifica generale a conferma del grande campione che è stato.

Un videosaluto a Michele Scarponi, CIAO CAMPIONE

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