La strada lastricata di Sassari e i numeri di Charlie


Neanche il tempo di terminare il primo turno di playoff di Serie A che sono subito iniziate le semifinali. I pronostici che avevamo fatto erano (ovviamente) sbagliati, ma ci siamo lanciati e abbiamo voluto rischiare, e in fondo anche Dan Peterson diceva che li azzecca solo chi non li fa. Preso il 3 – 2 tra Reggio e Brindisi, presa una sbroccata a Cantù (non di Sacripanti nei confronti di Artest, ma del giocatore stesso), preso il passaggio di Sassari (anche se 3 – 1 e non 3 – 0), il resto non si è realizzato. Vediamo nel dettaglio come sono andate le serie, per poi lanciarci in nuove (fallibili) previsioni per le finali. Finora è emerso un elemento di lettura interessante: ha avuto la meglio chi ha potuto disporre di una panchina lunga, di molte alternative che portassero ognuno il proprio contributo in un momento specifico.

I quarti di finale

Milano 3 – 0 Virtus Bologna: non c’è stata storia. Al di là del fatto che i bianconeri non abbiano portato a casa almeno un match come si era ipotizzato, l’Olimpia ha letteralmente rullato l’avversaria: 90 – 67, 99 – 62 e 95 – 62 i punteggi delle gare, senza se e senza ma. Hackett, Gentile e Brooks sono stati i mattatori, ma nel complesso i meneghini hanno trovato una partecipazione attiva da tutti gli effettivi del proprio roster. Il lungo Samuels è andato in crescendo, quando c’è stato bisogno Kleiza ha dato la sua bella mano, e insomma non è stato un test molto probante per la squadra di Banchi, che può rivelarsi un vantaggio o uno svantaggio in vista di Sassari. Bologna ha fatto quello he ha potuto: ha trovato un Hazell strepitoso e un Fontecchio maturo, che per il c.t. Pianigiani è sempre una buona notizia.

Trento 1 – 3 Sassari: prima di tutto, un errata corrige. L’ultima volta avevamo invertito le due compagini, perché erano i trentini ad avere il fattore campo. Fattore che è stato sfruttato alla grande nella prima partita (81 – 70) per poi essere perso nella seconda (79 – 88), e da lì la più scafata Dinamo si è concessa nell’ordine un vantaggio importante (103 – 78) e poi un match controllato (84 – 80). Sosa è stato l’MVP della serie senza dubbio, i compagni si sono alternati a dargli manforte, compreso quel David Logan che ha esperienza e abilità realizzativa per vincere le gare da solo. La Dolomiti energia è stata un avversario ostico, indomito, ma il difetto è stato non essere riusciti a trovare altro che non fosse il quadrato magico Mitchell – Pascolo – Jamarr Sanders – Owens.  Che difetto poi tanto non è, visti i presupposti di neopromossa.

Reggio Emilia  3 – 2  Brindisi: la serie equilibrata per eccellenza, lo scarto mai sopra il +14 dei reggiani in gara – 5, a dimostrazione del fatto che entrambe queste realtà sono solide e si sono affidate a mani competenti. Che non sono solo quelle di Bucchi e Menetti, ma anche quelle di Darijus Lavrinovic e James Mays. Il lituano è stato il miglior giocatore della serie, una costanza di rendimento impressionante malgrado i 35 anni, mentre lo statunitense ne ha sei in meno ma comunque gode di esperienza da vendere, acquisita in giro per tra madrepatria, Turchia, Cina e Porto Rico. Ma la sfida tra pugliesi ed emiliani non è stata solo questa: le formazioni erano costruite sul medesimo principio, ovvero qualche giocatore esperto (più per i secondi) e attorno giovani da lanciare. Mussini, Polonara, Silins, Della Valle, Cervi da una parte contro Pullen, Denmon, Cournooh (che ha dispetto del cognome è italiano) dall’altra. Di questi, il migliore è stato il play ex Siviglia, transitato dalle nostre parti a Bologna sponda Virtus e poi volato verso Barcellona.

Venezia 3 – 2 Cantù: la laguna contro il lago, Recalcati contro casa sua, Aradori ed Eric Williams contro il passato recente, la più seria candidata a insidiare Milano contro una delle avversarie più accanite dell’Olimpia, Artest contro nessuno se non sé stesso (come sempre). Temi per questa serie ce n’erano in abbondanza, e difatti non ha disatteso le aspettative. Nelle prime tre partite per la Reyer ha funzionato l’asse tra il play e…l’ala, ovvero Goss e Viggiano, poi l’italoamericano si è un po’ spento e ha lasciato i riflettori a Ortner. Ha sempre vinto la squadra di casa, Venezia si è affidata ai suoi esperti: oltre ai già citati, anche Nelson, Peric e Ress a fasi alterne. I brianzoli sembrano invece tornati a essere quella fucina di talenti giovani come da tradizione: Johnson – Odom, Buva, Abass, Jones, con i tweener Gentile, Feldeine e Shermadini e appunto Williams e Artest a mostrare la via. Peccato per l’espulsione in gara – 5 (88 – 73 per Venezia) di quest’ultimo, perché vederlo sui campi nostrani è stato davvero toccante. Considerazione amara: per un attimo ci siamo di illusi di essere tornati quelli che hanno i soldi, non quelli che se li inventano (in senso sia positivo che negativo).

I pronostici

Milano – Sassari: va beh, partiamo un po’ avvantaggiati, essendo già sull’ 1 – 1, dopo la partita di ieri sera. Però si gioca al meglio delle 7, non più delle 5, e dunque vantaggi e svantaggi vengono diluiti. E allora, proviamo: entrambe ad alti livelli da anni, entrambe esperte, entrambe con i realizzatori (Gentile&Brooks vs Sosa&Logan) che possono deciderla in qualunque momento. Milano però sembra più solida sul perimetro, in regia, mentre la guardia ex Maccabi ha qualche alto e basso di troppo. E comunque, resta che la strada per la finale, per l’Olimpia, passa necessariamente dalla sua bestia nera. Non il miglior viatico, dunque.  Pronostico: 4 – 2 per Milano.

Venezia – Reggio: da brividi. La statistica dice (fonte http://www.legabasket.it/ ) che quando Recalcati vince gara – 1 di semifinale poi arriva all’atto conclusivo. Già tutto deciso? Manco per idea, perché Reggio ha dalla sua una chimica eccellente, che parla lituano e italiano giovane, che non si farà mettere i piedi in testa dalla pattuglia ex Siena, più Goss e Peric. Risultato: 4 – 3 per Venezia.

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