Progetto HOPE – Colombia


Una fresca mattina di metà dicembre le nostre svegli suonarono più presto del solito. Sullo schermo di ognuna di essere correva la scritta “Incontro in Sala Riunioni tra un’ora”. Ci alzammo, mangiammo qualcosa, ma eravamo tutti tesi. Nessuno lo diceva, ma tutti sapevamo quello che stava per succedere: ci avrebbero assegnato la nostra prima missione sul campo. Comprensibilmente nessuno parlava, nemmeno Novica o Mary – Ann, che pure erano i leader del nostro piccolo gruppo.

Sessanta minuti spaccati dopo, tutti e cinque eravamo in Sala Riunioni. Entrarono David e Joan, con fogli e fascicoli in mano.

«Buongiorno, ragazzi. Come forse avrete intuito dal carattere urgente della convocazione, stiamo per mandarvi in missione». Un sussulto attraversò la sala. Ora era ufficiale.

«Nervosi?»

«Sì» rispose semplicemente Novica

«Fate bene. La tensione è un buono stimolo, se si riesce a tenere fuori bada l’ansia. Una volta fatto quello, poi è un gioco da ragazzi. Ma ora veniamo a noi»

Joan accese il proiettore

«Questi sono i guerriglieri della F.A.R.C., un gruppo ribelle colombiano nato nel 1964. Loro si oppongono alla politica del governo, che accusano di essere troppo orientata all’ accentramento e al mantenimento del potere, a svantaggio delle frange più povere della popolazione. In particolare, contestano l’eccessiva influenza statunitense sulle decisioni politiche del paese. Hanno sempre fatto credere che fosse un’organizzazione terroristica di stampo comunista, tant’è vero che sia l’ Unione Europea che gli USA l’anno inserita nella propria lista nera, al contrario dell’ ONU. Erano state anche diffuse voci che si autofinanziasse grazie al narcotraffico, ma pare si sia dimostrata una bufala senza fondamento. Almeno, al momento è così»

«Ora veniamo ai fatti: due ore fa il governo colombiano ha mandato le forze armate in quattro villaggi della regione di Tolima. Pare che abbiamo avuto una soffiata su una importante cellula del F.A.R.C. che usava quei villaggi come base operativa. I militari stanno tenendo in ostaggio i civili, minacciando che se entro le prossime ore non viene allo scoperto nessuno, cominceranno a sparare su donne e bambini. Il nostro compito è fermarli prima che possano far partire anche un solo proiettile su persone innocenti. Ci sono domande?».

«Sì. Come ci organizziamo?» Novica, pratico come sempre, andò dritto al punto.

«Ci divideremo in quattro squadre, una per ogni centro abitato. Le formazioni sono Novica e Mary – Ann, io ed Elena, Andy e Yuto, Joan e Dirk. Ogni squadra sarà affiancata da cinque agenti ciascuna che garantiranno fuoco di copertura. Il piano è semplice: un blitz. Ci saranno circa una trentina di militari per ogni villaggio. Il vostro compito sarà sgominarli. Evitate le morti, non vogliamo dare all’una o all’altra il pretesto per scatenare una guerra civile. Voi arrivate, li disarmate, e poi io e Joan li convinciamo a cercare di risolvere in un altro modo i problemi che il F.A.R.C. crea al governo. Il colonnello Mendez…» disse mostrando la foto di un uomo sulla cinquantina in alta uniforme «… è l’ uomo del governo al comando in questa operazione, ed è con lui che noi medieremo. Ovviamente non sappiamo se seguirà le operazioni sul campo e nel caso in quale villaggio sarà, e per questo è importante che manteniamo i contatti tramite gli auricolari di cui vi doteremo una volta partiti»

«E se non dovessero accettare le nostre condizioni? Voglio dire, è possibile…» chiesi io.

«Acuta osservazione, Dirk. Sì, nella remota possibilità che non rimangano impressionati dai vostri poteri e che non depongano le armi, vorrà dire che resteremo lì a suonargliele finché non si arrenderanno»

«E se mandassero tutto l’esercito» commentò acida Mary – Ann.

«Sarebbe uno spreco di risorse economiche e un rischio per la sicurezza, dato che toglierebbero uomini a zone più pericolose per mandarli in quattro villaggi sperduti nella foresta. Conto sul fatto che siano abbastanza lungimiranti da capire che  tutto sommato conviene lasciare perdere, perché insistere porterebbe loro solo svantaggi. Nel caso, abbiamo spie sul territorio e dentro le sale del potere, così nel caso mandassero la cavalleria (ma posso giurarvi che non accadrà) avremo tempo e modo per levare velocemente le tende ».

«E inviando grosse forza lì rimarrebbero sguarniti su altri fianchi. Ingegnoso» chiosò Novica compiaciuto.

«Precisamente. E ora fossi in voi mi preparerei. Il tempo è tiranno»

Eravamo pronti per andare in scena.

 

( 5 – continua)

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