Puro suino


-E’ da un po’ che non ti racconto una storia, vero? – chiese il nonno al nipote.

-Sì, in effetti sì. Stavo quasi per dirtelo. Ma poi…

-Va beh – il nonno fece un gesto con la mano come per dire che non importava, poi rimase zitto.

-Quindi vuoi raccontarmi qualcosa? – insisté il ragazzo.

-Certo, se vuoi.

-Sì, però vorrei qualcosa di più vicino alla vita vera… cioè la band fantasma ci stava, ma non era plausibile, capisci?

Il nonno borbottò qualcosa, poi annuì.

-Ascolta…

 

In una città del nord italia di cui non faremo il nome, ma potrebbe essere qualunque grande centro della fertile valle del Po, un uomo di quarant’anni viveva solo con la madre in un appartamentino minuscolo, così piccolo che quando lei – grande amante delle serie tv spagnole – si sedeva in salotto a guardare la tv, il sonoro entrava nella stanza del figlio e quest’ultimo ascoltava i dialoghi strappalacrime come se gli attori recitassero davanti a lui.

Un giorno il figlio sentì finalmente il bisogno di una compagnia. Era solo da tanti anni ormai e voleva qualcuno che gli stesse accanto, con cui condividere le sue giornate e le sue passioni, qualcuno con cui confidarsi e sentirsi capito.

Quando sua madre vide con chi era tornato a casa, una domenica mattina, rimase stupita.

-Un maiale?

Lui spiegò che aveva pensato in prima battuta a un cagnolino, poi però si era ricordato che lei era stata attaccata da un bastardino rognoso anni prima e che magari non avrebbe gradito, per cui meglio un maiale.

-Sono animali molto intelligenti – precisò lui – Sentono anche la solitudine. Penso che ci completeremo.

 

Il maialino, con una bella macchia bianca sul dorso, fu chiamato Cleo e si ambientò subito in casa, diventando il centro principale delle attenzioni dell’uomo e soprattutto di sua madre, la quale in segreto si era affezionata a lui più che a suo figlio e attendeva ogni momento disponibile per stare da sola con il suino. Un giorno l’uomo tornò prima dal lavoro, ansioso di salutare Cleo, ma non trovò nessuno in casa, solo un biglietto sul tavolo in cui sua madre gli comunicava che lei e il maiale erano partiti per una breve crociera nel mare del nord, alla scoperta dei fiordi e dei ghiacci selvaggi, e che sarebbero tornati tra una settimana o due.

A questo punto l’uomo si sentì ancora più solo di prima che arrivasse Cleo, perché la perdita della compagnia a volte è peggio di non averla mai avuta.

 

Quando la madre e il maiale tornarono dalla crociera, il figlio cominciò ad inviare finte lettere minatorie al loro indirizzo, in cui si intimava alla famiglia di lasciare libero il suino se non volevano subire conseguenze. La madre, rinfrancata dal viaggio, sulle prime ignorò le minacce, poi però quando le fu consegnato sullo zerbino del pianerottolo uno stinco di maiale crudo e inondato di sangue, si spaventò davvero.

-Devo lasciare libero Cleo – disse un giorno al figlio. -Questa gente non scherza, rischiamo la vita. Lo devo salutare, ma è per il nostro bene.

-Ok – disse il figlio, sorridendo sotto i baffi.

Dal giorno della liberazione del maiale, l’uomo iniziò a stare meglio. Era di nuovo solo, ma nel compenso aveva scoperto un nuovo passatempo, tanto eccitante quanto inaspettato: il ricatto.

 

-Alla fine la morale qual’è? – chiese il nipote.

-Forse che soli non si sta così male, in fondo – spiegò il nonno. -Oppure che la vendetta…

-Sì dai ho capito, le solite spiegazioni.

-Trovane una tu, se ci tieni tanto.

Ma il nipote stava già pensando ad altro.
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Puro suino diFabio Pirola è distribuito con Licenza Creative Commons Attribuzione – Non commerciale – Non opere derivate 4.0 Internazionale.

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