Viva el campeon


Io non so nulla di pugilato, sia chiaro, ma mi hanno detto che non importa. Basta che vai all’arena Dos Cruces, trovi il posto riservato al nostro giornale, prendi da bere e ti guardi l’incontro. Non preoccuparti se non capisci cosa succede – aveva precisato Luis, il mio collega della pagina sportiva – l’importante è che tu annoti e poi riferisca a noi tutto quello che vedi. I movimenti sul ring, chi colpisce chi, eccetera… tu osserva, al resto penseremo noi.

E così ero all’arena. Il posto traboccava letteralmente di messicani, colombiani e altre etnie sudamericane che non distinguevo, tutti si sbracciavano dagli spalti o cantavano canzoni popolari sventolando bandiere colorate. Mi feci largo le persone in piedi e trovai il mio posto proprio mentre i fari si spegnevano e nel buio una voce autorevole presentò gli sfidanti, della categoria dei pesi gallo.

Rodrigo Espineta detto El cuervo era magrissimo e pallido ma almeno stava ben dritto con la schiena e osservava il pubblico con sicurezza, osannato come una celebrità. Una donna di fianco a me quando lo vide svenne, per capirci. Il suo avversario era anche lui magro ma piuttosto gobbo e dall’aria deboluccia, si chiamava Paulo Garrau detto El tornado de Lima e non appena annunciato fu sommerso da fischi e insulti. La donna al mio fianco, che si era già ripresa, gli sputò contro varie volte alzando i pugni al cielo.
Suono il gong, l’arbitro si allontanò dal centro del ring e i due si avvicinarono lentamente, studiandosi con attenzione. Un uomo barbuto seduto dietro di me commentava con l’amico che El cuervo seguiva sempre la stessa tattica, aspettava che fosse l’avversario a fare la prima mossa, sempre così, anche a costo di esaurire il tempo di tutte le riprese senza un solo pugno. Infatti ora El cuervo sembrava attendere pazientemente l’attacco di Garrau, che però non arrivava. El tornado stava anche lui in attesa, con un sorriso ebete in faccia, ignorando il pubblico che non smetteva di maledirlo o fischiarlo. Il primo round terminò senza neanche un pugno o un contatto tra i due.

Alla ripresa del secondo, sembrava che la storia dovesse ripetersi, quando un uomo basso e robusto proveniente dal pubblico scavalcò le corde di protezione e salì sul ring, si diresse verso El cuervo e gli sferrò una testata in piena fronte, che lo tramortì all’istante facendolo crollare in terra. El tornado, sorpreso, fece qualche passo indietro mentre l’arbitro e l’allenatore del Cuervo piombarono sull’intruso e lo immobilizzarono.

Dopo qualche minuto la situazione tornò calma, ma Espineta non si riprendeva, allora l’arbitro consultò il regolamento e annunciò al pubblico che doveva dichiarare vincitore Garrau, anche se non aveva messo lui k.o. l’avversario, anzi non gli aveva nemmeno sferrato un pugno. Il pubblico come prevedibile esplose in insulti e bestemmie mai sentite prima, alcuni alzarono in aria dei bastoni mentre altri urlarono la loro promessa di massacrare la famiglia e gli amici del Tornado, se avesse vinto così l’incontro. Allora lui dal suo angolo raggiunse l’arbitro al centro del ring e gli chiese il microfono per parlare con il pubblico.

-Signori, buonasera. Voi mi odiate, e so che qualunque cosa io farò stasera, la situazione non cambierà. Proprio per questo, farò quello che voglio.

Poi tenendo il microfono nella sinistra colpì l’arbitro con un destro potente, facendolo crollare sul ring.

-Questo è il mio unico pugno della serata, signori – e scese dal ring, mentre il pubblico iniziava per la prima volta ad acclamarlo. El campeon, viva el campeon!

Licenza Creative Commons
Viva el campeon diFabio Pirola è distribuito con Licenza Creative Commons Attribuzione – Non commerciale – Non opere derivate 4.0 Internazionale.

+ Non ci sono commenti

Aggiungi