Libro cartaceo: je t’aime, moi non plus?


Che fine farà l’odore dei libri? Domanda piena di retorica e volutamente superficiale per iniziare a parlare di un tema davvero complessissimo, ovvero il futuro del libro cartaceo e il suo rapporto con la sua controparte digitale, i famigerati ebook. Voglio affrontare la questione cercando il più possibile di evitare le banalità e le facili e romantiche allusioni sensoriali a tutto quello che la forma cartacea di un libro comporta, per inquadrare con più oggettività possibile i termini del problema.

Alcuni dati, in primis:

1) Amazon vende più ebook per Kindle che libri stampati. La grossa compagnia di e-commerce con sede a Seattle ha dichiarato di vendere così tanti ebook, che le vendite combinate di cartonati e libri tascabili sono meno rispetto a quelle dei libri in formato elettronico. Secondo le statistiche della società, per 100 libri cartacei venduti, si vendono almeno 114 ebook per Kindle. In media gli utenti che comprano ebook per Kindle comprano 4 volte di più rispetto a quello che comprerebbero se i libri fossero solo in formato cartaceo.

2) Addio ai libri solo cartacei a scuola. Ancora un anno di tempo e nella scuola italiana entreranno solo libri digitali o nel formato misto. Il ministro Profumo ha firmato il decreto ministeriale in materia di adozioni dei libri di testo e stavolta sembra che si faccia sul serio: tra le principali novità è la disposizione per i professori di adottare, dall’anno scolastico 2014/2015, solo libri nella versione digitale o mista.

Ora, questi dati non hanno la completezza di una rilevazione statistica accurata, ma sono di certo indicatori di una tendenza che va presa in considerazione. L’ebook sta prendendo piede e non si tratta di un fenomeno di pochi anni, di una moda passeggera destinata a finire come alcuni (i più?) pensavano. I libri digitali ormai sono una realtà, fanno parte della nostra vita. Ma, da sostenitore convinto del libro cartaceo, voglio provare a fare un tentativo molto lontano dalle mie corde. Voglio pormi la seguente domanda: quali sono i lati positivi dell’ebook? Ci ho pensato, e con mio stesso stupore ne ho individuati alcuni.

Innanzitutto l’appeal tecnologico che il dispositivo di lettura generalmente incorpora, le linee pulite e le forme seducenti dell’ebook reader possono invogliare maggiormente un giovane a iniziare a leggerne il contenuto, anche solo per fare una cosa diversa e così poco “da vecchi”. Questo inoltre comporta anche la perdita dell'”effetto mattone”, ovvero la sensazione di scoraggiamento e lieve timore che si impadronisce di un lettore poco propenso alle lunghe letture, quando questi si trova davanti un librone stile “IT” di Stephen King.

C’è poi l’economicità della lettura, che viene a conti fatti a costare meno. Un lettore ebook è una spesa che si fa una volta, ce ne sono di vari modelli e una volta che ne sei munito ti leggi l’opera completa di Tolstoj a 0,99 centesimi. Mica male.

E infine, il lato di puro interesse antropologico-sociologico: l’attualizzazione di un media antico quanto il libro sotto spoglie digitali può fare pensare che, in fondo, la sostanza resti la stessa, che cambi solo il supporto ma il contenuto e la polpa restino quelli: narrazione, parole, intreccio, colpi di scena e delusioni clamorose, l’odio più nero o la simpatia più bonaria per un personaggio.snoopy_macchina_scrivere1

Con tutto ciò non voglio dire che l’ebook è migliore del cartaceo anzi, come ripeto, io in primis sono un fermo sostenitore del vecchio formato. Però mi ritrovo costretto ad ammetter che il formato digitale è semplicemente un formato diverso, e come tale recante aspetti che al cartaceo non competono. La convivenza tra i due mezzi non dovrebbe essere semplicemente tollerata, ma anche vista di buon occhio. Infatti da quel che mi è dato di vedere e apprendere la pirateria, pur sussistendo anche nell’ambito dei libri digitali, non ha minimamente raggiunto le forme endemiche e pervasive di quella musicale o cinematografica. Merito forse dell’antichità di un media come il libro, ormai entrato nella nostra pelle e così stabile nelle nostre percezioni, molto più di mezzi recenti o recentissimi come vinili, cd e dvd. Il merito forse va anche un pò agli editori, che sono riusciti ad evitare quegli stessi errori in cui i discografici erano caduti alla nascita di Napster e figli. Ed ecco quindi una campagna sempre più serrata di sconti sul prezzo di copertina dei libri, per cercare di tenersi stretti i consumatori tradizionali e per far capire a quelli digitali che se vogliono una copia cartacea, la possono avere senza sborsare cifre folli. Certo il costo di un cartaceo, per motivi di distribuzione e di costo della carta, non potrà mai essere basso come quello dei libri digitali, ma anche nel caso di questi ultimi, nella stragrande maggioranza dei casi, vengono pagati diritti d’autore a chi di dovere e si ha un acquisto pienamente legale. Da mio punto di vista sembra dunque che l’editoria si sia trovata più preparata dalla discografia dall’arrivo del digitale, e che a differenza di quest’ultima abbia subito reagito in maniera razionale e vicina al consumatore.

In sintesi, chi è il vincitore dello scontro? Quale dei due formati è il migliore? Io propongo un bel pareggio, anche perché non riesco a pensare alla possibilità della vittoria di uno dei due, senza evitare di voltarmi verso la mia libreria e guardarla con un velo di tristezza sugli occhi. Ma queste nostalgie preventive, questi atteggiamenti così stupendamente conservatori non devono impedirci di riflettere con serietà sui molti aspetti positivi del libro digitale. E’ dura, lo riconosco, ma ce la si può fare. Almeno, proviamoci.

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LIbro cartaceo: je t’aime, moi non plus? by Fabio Pirola is licensed under a Creative Commons Attribuzione – Non commerciale – Non opere derivate 3.0 Unported License.

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