10° turno della Serie A italiana di pallacanestro


«Nominate Roma; è la pietra di paragone che scernerà l’ottone dall’oro. Roma è la lupa che ci nutre delle sue mammelle; e chi non bevve di quel latte, non se ne intende». Risuonano le parole di Ippolito Nievo, nella giornata in cui la squadra della capitale infligge la prima vittoria alla capolista Varese. Sembra passato un secolo, dalla disastrosa stagione passata, quando Calvani prese il posto di Lardo in un marasma generale: i soldi che non arrivano e Djedovic e Gordic che emigrano, Dasic ancora prima di loro, Kakiouzis e Mordente che arrivano ma non incidono. Il mercato estivo ha consegnato al coach una squadra compatta, quadrata, divertente da vedere giocare e che ha in Gigi Datome il proprio go- to- guy.La storia ora sembra completamente diversa. E promette bene.

ACEA ROMA 91 – 87 CIMBERIO VARESE

Al PalaTiziano va in scena una gara bella, divertente, ben giocata: le squadre corrono entrambe, e nonostante Roma abbia la testa avanti alla fine di ogni quarto l’ impressione è che la partita sarà in equilibrio fino alla fine, come è infatti. Green ed Ere segnano entrambi 20 punti, mentre sono 19 quelli di Banks e 10 quelli di Polonara. Con un Datome “normale” da 14 punti, ci pensano Lawal (23 punti, 8 rimbalzi), Taylor (17 e 6 assist) e Goss dalla panchina (anche lui 17) a condurre Roma alla vittoria. Bene anche Czyk, che sfodera una prestazione da 10 punti e 8 rimbalzi.

VANOLI CREMONA 92 – 88 UMANA VENEZIA

Continua la caduta libera di Venezia, che viene sconfitta anche in casa di Cremona. Assoluto protagonista è Luca Vitali, che uscendo dalla panchina segna 27 punti in 27 minuti, con tanto di 5 rimbalzi, 2 stoppate e 2 assist. Forse chi lo contestò nell’ unica prestazione negativa della sua stagione (sconfitta  a domicilio contro Roma) avrebbe potuto avere un pochino più di pazienza. Molto bene anche Peric (13), Jackson (15), Johnson (10) ed Harris (13). Venezia ci prova con Diawara (23), Szewczyk (16), Young (14) e Bowers (12), ma non gliene va bene una. Anche se quando si subiscono 26 punti nell’ ultimo quarto, si fa fatica a trovare qualche giustificazione.

SUTOR MONTEGRANARO 82 – 75 ANGELICO BIELLA

Montegranaro batte una diretta concorrente alla salvezza nonostante sia stata in svantaggio per tre quarti della sfida. Come al solito, però, è sempre l’ ultimo periodo che conta, e i marchigiani hanno la meglio grazie agli 8 punti (su 19) di Slay  e ai 7 (su 18) di Burns. Fino agli ultimi dieci minuti era stato il solito Daniele Cinciarini a tenere a galla i suoi (15 punti finali). Trey Johnson segna 31 punti, e 12 punti su 14 dei piemontesi sono suoi. Così, decisamente Biella non fa strada. L’ ingaggio di Renzi è un piccolo ma forse importante passo.

TRENKWALDER REGGIO EMILIA 75 – 78 ENEL BRINDISI

Piero Bucchi. Perché la li differenza poi è tutta lì. Un tecnico preparato, vincente, e con il carisma necessario per farsi ascoltare e rispettare dai giocatori e dalla dirigenza. Rispetto alla squadra che annaspava in Serie A nel 2010/2011, questa è molto più solida, e il tecnico bolognese ha senza dubbio i meriti maggiori. Vincere in casa di Reggio Emilia non era facile: Brindisi ce l’ ha fatta grazie a 20 punti di Robinson, 14 di Reynolds, 12 di Gibson e 10 di Grant. I soli Taylor (17) e James (14) vanno invece in doppia cifra per i padroni di casa, anche se Andrea Cinciarini ci arriva vicino (8 per lui).

SAIE3 BOLOGNA 76 – 58 SCAVOLINI BANCA MARCHE PESARO

Zare Markovski contro il suo passato più illustre non riesce nel colpaccio. Bologna cavalca Poeta (14) e Hansbrouck (11), e si fa forza con lavoro sporco di Rocca (10) e Minare (13). Pesaro riceve un contributo modesto da tutti i suoi uomini, esclusi Crosariol e Cavaliero, che segnano rispettivamente 14 e 17 punti, a cui il primo aggiunge 11 rimbalzi.

JUVECASERTA 76 – 74 CHEBOLLETTA CANTÙ

È una promessa: uno dei prossimi editoriali sarà interamente dedicato a Caserta. Se lo merita, la compagine campana, che sta gettando il cuore oltre l’ ostacolo. Qualche critico l’ aveva prematuramente bollata come quella destinata a cadere, ma i fatti dimostrano che non è così. La sfida tra i tecnici è incrociata: Sacripanti è un figlio del Pianella e canturino fino al midollo, Trinchieri da Caserta fu invece cacciato nel 2007/2008 quando aveva ancora i dentini da latte. Stefano Gentile segna 16 punti, Akindele 15, Jonusas e Mordente 11 e Jelovac 10. Per Cantù, sono 14 quelli dei lunghi Cusin e Leunen, 12 quelli di Mazzarino e Markoishvili e 12 quelli di Tyus. La sfida va avanti in parità per i tre ultimi periodi, e si decide ai supplementari. Quando Caserta dimostra di averne di più.

EMPORIO ARMANI MILANO 80 – 86 BANCO DI SARDEGNA SASSARI

La sentenza è unanime: Milano è una squadra troppo legata alle invenzioni dei singoli( 25 di Hairston, 14 di Stipcevic, 11 di Cook), non ha gioco collettivo se non sparecchiare da tre. Quando entra si vince, quando non entra invece altre soluzioni non se ne trovano, se non cercare Bourousis o Hendrix sotto le place e sperare che creino qualcosa dal nulla. Sassari mette il dito in questa dolorosissima piaga, sbancando il Mediolanum Forum con 17 punti di Travis Diener, 15 del cugino Drakee di Easley, 14 di Vanuzzo e Ignerski, e 11 di Thornton. I sardi non sono stati troppo precisi (18 su 37 da due, 12 su 33 da tre) ma hanno avuto una qualità: sono stati una squadra.

MONTEPASCHI SIENA 101 – 65 SIDIGAS AVELLINO

Dopo il trionfo europeo contro Malaga, Siena si rituffa nelle disfide nostrane e asfalta Avellino come era solita fare ai bei dì. Brown segna 20 punti, Kangur addirittura 22, mentre il redivivo Janning ne segna 18 e 14 di Ress. Avellino fa quel che può con quello che ha, cioè Richardson (14), Shakur (15) ed Ere (10). Tutto il resto è asfalto per il rullo mensanino.

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