Storia di una “i”


C’era una volta una lettera “i”,

“i ”come “isola”,” io”, “individuo”,

introspettiva fino al punto di

pensare di essere l’unica “i”

Il punto è che, voi sapete, una retta

è fatta solo di una dimensione

c’è la lunghezza, che la fa star dritta,

ma la larghezza è fuori questione.

Poco più in su c’è un puntino sornione,

in linea come un equilibrista

ma essendo privo di dimensione,

non è nient’altro che un punto di vista.

 

In ogni favola che si rispetti

viene il momento che tutti sappiamo

nel quale accade ciò che non ti aspetti

di cui è impossibile esporre reclamo.

In questa storia succede così,

che nell’andare qua e la passeggiando,

la “i” s’imbatte in un’altra “i”:

smette di essere sola nel mondo.

Con il sorriso di trentasei denti

di chi non deve più stare da solo

per presentarsi si sporge in avanti

rischiando di rovinare sul suolo

 

L’altra vocale che, vuole il destino,

si trova immersa in cotal situazione,

anche lei prova a forzare l’inchino.

Cosa succede? Una collisione!

Due “i”unite nel punto di vista

più una folata di vento che le

fa rotolare quel tanto che basta:

di dritto non è rimasto alcunché.

E fu così che due lettere “i”

fusero insieme due identità

in una lettera chiamata “c”

“c” come “con”, o “comunità”.

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