La volpe, l’uva e Felix Baumgartner


Tutti conosciamo la favola di Esopo della volpe e l’uva, e la sua semplicità la rende uno degli esempi migliori per divulgare un grande messaggio. Una volpe vede dell’uva sporgere oltre un muretto e ingolosita si avvicina, desiderosa di rubarne un po’. Ma l’uva è troppo in alto, e nonostante vari tentativi la volpe non riesce a raggiungerla saltando. Allora decide a malincuore di arrendersi e si allontana, dicendo fiera tra sé: “Pazienza, l’uva non è ancora matura, non mi va di spendere troppe energie per un frutto ancora acerbo”. La morale è chiarissima: svilire ciò che non si è in grado di fare è tipico del borioso, mentre a volte una sana umiltà aiuta a vivere meglio.

Il succo, dunque, è che davanti a imprese difficili o persino impossibili, sarebbe meglio non denigrarle per il solo fatto della loro inaccessibilità ma magari chiedersi cosa possa spingere un uomo a compierle… come Felix Baumgartner, ad esempio.

Lanciatosi da una capsula a trentanove chilometri di altezza dal suolo terrestre, in piena stratosfera, Felix raggiunge la folle velocità di millecentosettantatré chilometri all’ora a corpo libero, prima di aprire il paracadute e atterrare dolcemente sull’arida superficie del New Mexico pochi minuti dopo. Senza dubbio, una delle sfide più estreme che all’uomo rimanevano da affrontare, a cui lui ha risposto con un sorriso terribilmente rilassato e con l’aria di chi poteva ripetere l’esperienza, anche subito.

Ed ora catapultiamoci istantaneamente davanti alla cassa di un negozio di abbigliamento, luogo in cui due cassiere annoiate discutono tra loro mentre imbustano i miei acquisti della giornata. Una delle due accenna alla vicenda del fantastico lancio di Felix, notizia che viene accolta con una risata divertita dall’altra, la quale si affretta a minimizzare: “Cosa vuoi che sia, anche lo zio di mio marito si è buttato dal decimo piano”. Colgo queste ultime, terribili parole mentre nel frattempo ho già pagato e mi sto allontanando, per cui esito un secondo prima di proseguire, ridendoci sopra anche io. Solo qualche ora dopo quella frase colta casualmente da una conversazione tra vendeuses annoiate mi sferza nel profondo, e penso a tutta quella gente che non sa fare niente e che appena viene a conoscenza dei successi di qualcuno scrolla le spalle, “perché in fondo potevo farlo anch’io, se mi ci mettevo”. E il punto è proprio questo, che tra impegnarsi o no in una cosa spesso ci passa davvero un mare, la stessa distanza, apparentemente piccola ma incolmabile, che separa la volpe superba dal grappolo d’uva. E poi ci sono quei 39.000 metri di salto nel vuoto, grazie ai quali Baumgartner quell’uva è riuscito ad afferrarla. Eccome, se c’è riuscito.

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La volpe, l’uva e Felix Baumgartner by Fabio Pirola is licensed under a Creative Commons Attribuzione – Non commerciale 3.0 Unported License.

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