“E quindi uscimmo a riveder le stelle…”. Saluti e ringraziamenti a chi ha creduto nel basket.


È difficile iniziare un articolo di saluto e ringraziamento a chi ci ha seguito fin qui, senza trasformarlo in una sorta di Cahier des doléances, di spazio dove lamentarsi, in questo caso della propria posizione marginale rispetto a chi domina la scena. È difficile perché la tentazione di trasformarlo in un “Siamo noi (del basket) contro tutti” oggettivamente c’è ed è forte. Marcello Lippi e José Mourinho, non certo gli ultimi arrivati, hanno vinto rispettivamente un Mondiale e due Champions League in questo modo: sedimentando e cementando lo spirito dei propri giocatori attraverso la voglia di smentire chi non gli riconosceva la posizione che avevano acquisito con l’ impegno e la determinazione profusi sul campo.
Ecco quindi che chi legge spero voglia perdonare, e anzi comprendere, questa tentazione iniziale e naturale per chi di fatto rappresenta una minoranza. E, volenti o nolenti, la pallacanestro lo è, in Italia come altrove. Sembrerà strano, ma anche negli stessi USA, dove lo sport della palla a spicchi è nato nell’ Ottocento grazie alla brillante mente di James Naismith, non è la disciplina con più seguito: nell’ ordine, lo precedono il baseball e il football americano. Questo non impedisce certo agli statunitensi di considerare i paesi esteri come una sorta di scolaretti, a cui ogni tanto va fatto un ripasso della lezione, perché non la sanno o non è rimasta a mente. Dimenticandosi però che occasioni di ribaltare i ruoli e far fare a loro la figura dei pivelli ce ne sono state parecchie nel corso del tempo (i Mondiali di Indianapolis nel 2002 , quelli di Tokyo del 2006  e le Olimpiadi di Atene 2004 sono i casi più recenti ed eclatanti). È sintomatico, e anche buffo per certi versi, che proprio la patria del basket  releghi il proprio “pargolo” in terza fascia nelle proprie preferenze. D’ altra parte, va anche considerato come di fatto la pallacanestro sia lo sport globale per eccellenza, capace di unire i paesi industrializzati (USA, Francia, Germania, Italia, Cina, Brasile ecc.) e quelli meno agiati (di Asia e Africa in particolare) ad ogni latitudine e longitudine, come non riesce nemmeno allo stesso calcio.
Saluti e ringraziamenti, dunque. A chi ci ha seguito dall’inizio, a chi ci ha letto di tanto in tanto, persino a chi ci legge per la prima volta con questo articolo. Perché il basket è uno sport che vive nel cono d’ ombra del pallone (così come la pallavolo, la pallanuoto e tutti gli altri che non posso citare perché diventerebbe una lista infinita) e anche solo un appassionato o un lettore in più è un tesoro da custodire. Per questo voglio ringraziare anche Dissonanze Giornale, che ha avuto il coraggio di dare spazio a qualcosa di minoritario, inusuale, non convenzionale. Sarebbe stato più facile avere qualcuno che si occupasse di automobilismo, motociclismo, tennis persino. Invece, si è deciso di dare fiducia alla pallacanestro. È stato un bel salto nel buio, per entrambi. I numeri degli articoli letti ci hanno dato ragione, superando persino le aspettative che avevo alla vigilia di questa avventura. Ciò mi fa ben sperare per il futuro, oltre ad essere una notevole gratifica per l’ impegno e il tempo che dedico al mio compito.
In conclusione, non mi resta che augurare serene vacanze a tutti. Il mio auspicio è che la diaspora estiva non estingua nei lettori l’ interesse e la simpatia per il basket, e che anzi sia motivo per seguirne le vicende con ulteriore fervida passione. Sarà un’ estate ardua, da questo punto di vista, dato che l’ evento in assoluto di maggior importanza nell’ambito sportivo, le Olimpiadi, vedrà la pallacanestro confinata nel paradiso semi- inaccessibile delle televisioni a pagamento: la RAI ha infatti deciso che non trasmetterà il basket olimpico, regalando (o relegando, a seconda dei punti di vista) questo ruolo a SKY. E per  gli amanti della disciplina è un colpo durissimo, perché significa minor visibilità e, dunque, minore possibilità di attrarre nuovi appassionati, e dunque minori margini di crescita del movimento cestistico italiano. Ecco quindi che il mio invito ai lettori è a seguire, a informarsi in qualunque modo (internet, giornali ecc.) su quello che succede nel mondo della pallacanestro. Da parte mia, cercherò di tenere aggiornati finché posso: seguendo il torneo di qualificazione pre- olimpico che si svolge dal 2 all’ 8 Luglio, ed  eventualmente, anche il torneo olimpico in contemporanea al suo svolgimento ( 28 luglio- 12 agosto). E vorrei terminare parafrasando uno slogan che ogni anno viene (giustamente) riproposto in questo periodo: quest’estate, non abbandonate la vostra  palla a spicchi.

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