Pasqua rock: i Bud Spencer Blues Explosion al Vidia Club


Se dovessi descriverlo con un colore, sceglierei il blu. Quello del mare.
Se dovessi associarlo a un fenomeno, indicherei un’onda. Non perché voglia sottrarmi dal raccontare il concerto dei Bud Spencer Blues Explosion al Vidia Club dello scorso 8 aprile. Ma perché probabilmente ha ragione Federico Fiumani: «ci sono momenti della musica dal vivo irripetibili. Non te li puoi far raccontare, ci devi essere».

Allora faccio un tentativo differente.

Bene, avete presente un’onda? Di intensità mutevole, che si alza in alto con la potenza dell’acqua per travolgerti, poi s’infrange e si ritira, cullandoti. Seguendo il ritmo continuo, variabile e senza sosta del mare.

Ecco. Un concerto dei Bud Spencer Blues Explosion è più associabile a un’onda, piuttosto che a un’esplosione. L’istantaneità e la distruzione tipiche di un fenomeno fulmineo come la deflagrazione non descrivono con sufficiente fedeltà i ritmi incalzanti della batteria e il protagonismo della chitarra, che accelerano, rallentano, prendendo direzioni imprevedibili. Senza sosta, per travolgerti, infrangersi e ritirarsi, cullandoti; con la pienezza del suono che due soli musicisti instancabili e in perfetta sintonia riescono a creare. Cesare (batteria) dà il tempo sul quale Adriano (chitarra e voce) disegna traiettorie inattese, alle volte sin troppo chiassose.
A metà concerto un microfono che deve essere sistemato diventa occasione per i due musicisti per improvvisare e confermare di che pasta sono fatti.

Un travolgimento continuo, che fa sempre stare allerta: non si corre il rischio di annegare.

Così come il precedente album omonimo, anche “Do It” è un disco fatto per essere suonato.

Ed è proprio la title track, “Dio Odia I Tristi”, ad aprire questo bel set – seppur più breve del previsto – per rendere chiara sin da subito l’essenza del duo:  «”do it” e “dio odia i tristi” sono due concetti che mi piaceva inserire nel disco, perché ci rappresentano. Uno è l’immediatezza con cui noi vogliamo porci nella vita […] l’altro richiama l’importanza nel fare musica – o almeno, nel modo in cui la faccio io è così – di avere un atteggiamento positivo». Così affermava Adriano in un ‘intervista del dicembre scorso rilasciataci in vista del loro concerto al Georg Best Club, e così le aspettative di istintività vengono ancora una volta confermate.

“Do It” e il blues antico e attuale sono protagonisti della scaletta, benché non manchino inserimenti dal disco precedente, e addirittura dal primo EP autoprodotto: ormai “Hamburger in love”, una delle primissime canzoni composte dal duo, è presenza fissa nella setlist. Come “Esci Piano”, “Mi Sento Come Se…”, l’immancabile “Frigido”, e l’intensissima “Hey Boy Hey Girl”, con la quale l’onda dei Bud Spencer Blues Explosion si infrange definitivamente contro gli scogli, per non riformarsi più.

Benché volessero concedere un encore di ben quattro pezzi, come sono soliti fare, la musica della consolle lo ha impedito. La forza del dancefloor e di un party di Pasqua impaziente di cominciare è stata più forte dell’onda anomala.

Con questa disattenzione, il Vidia Club accresce la voglia di fare un altro tuffo in questo movimentato mare ondoso.

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