Il paese di Fretta


Vorrei raccontar di un paese un po’ strano

si trova lungo la strada diretta

verso le Marche, nei dintorni di Fano

si chiama, in breve, paese di Fretta.

 

 

Gli abitanti di questa borgata

che ci sia il sole, il vento o il maltempo

corrono sempre – all’impazzata!-

per non rischiare di perdere il tempo.

 

Nei bar di Fretta, già ben più di venti

restano in piedi persino i preti

e per guadagnare un minuto, i clienti

bevono caffè e thé già zuccherati.

 

Il controllore dei tram di Fretta,

invece che andarlo a vedere da ognuno,

si limita a controllare il biglietto

più velocemente: per alzata di mano.

 

“Bravi, ben fatto”, diranno i più scaltri

“Risparmio di tempo, denaro e parola!”

Non fosse che la mania d’andar svelti

ha contagiato infine la scuola.

 

Infatti a Fretta, ahimè, gli insegnanti

si sono dati un ritmo serrato

per inculcar nelle giovani menti

tutto il sapere che ad oggi ci è dato.

 

Non solo! Per prender tempo i docenti,

hanno proibito “perché” e braccia alzate

e hanno attaccato cartelli giganti

con sopra scritto “Domande vietate”

 

Ora: a me pare

che questo modo di ragionare

già in passato

si sia dimostrato

in gran parte sbagliato.

 

Perciò propongo alla gente di Fretta:

clessidre bandite in tutte le scuole,

almeno li sotto chiave, ben chiuse.

Poi ognuno faccia un po’ ciò che vuole,

anche se è vero e lo sarà sempre

che ci  vuol tempo a imparare le cose.

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