Moda e Solidarietà


Bulgari - Save the children

La storia dell’uomo è stata segnata, sin dai suoi albori, dall’affermazione di un senso di solidarietà e disponibilità verso gli altri. Anche la moda, con il passare del tempo, diventa “impegnata”. Una coalizione vincente tra creatività e impegno sociale, che comincia a dare i suoi frutti anche in Italia. La moda non è solo bellezza: sempre più manifestazioni e campagne di sensibilizzazione promuovono il connubio tra fashion e charity.

Così, Gucci celebra il terzo anniversario della partnership Gucci for Unicef con il lancio della borsa Sukey e dona il 25% di tutte le vendite a sostegno del progetto Schools for Africa per estendere l’accesso all’istruzione primaria in Malawi e in Mozambico.

Per celebrare il suo passato, Bulgari fa un investimento nel futuro di migliaia di bambini e conferma il supporto a Save the Children, con il generoso impegno a raccogliere fondi da investire in progetti di educazione nel mondo, raccolti grazie a un iconico anello che riprende il design unico del celebre Bzero1.

Margherita Missoni realizza per M Missoni una capsule collection il cui ricavato viene, in parte, devoluto a Orphan Aid Africa, ONG che restituisce una famiglia agli orfani ghanesi.

Anche Marni supporta l’infanzia, con il progetto Children’s Imaginary World realizza una collezione di T-shirts e shopping bags sulle quali sono impressi i disegni realizzati dai bambini di varie parti del mondo: India, Cambogia, Brasile, Colombia, Guatemala , Tibet e Sierra Leone.

Un aiuto alle donne viene dalla fondazione di Jimmy Choo, istituto di beneficienza presieduto da Tamara Mellon, che «intende sostenerle nel loro cammino verso l’emancipazione». Alla Fondazione andrà anche il dieci per cento delle vendite della collezione Icons.

E se Hermès, con il carrè Graff, promuove la creatività tra i giovani artisti dei quartieri disagiati, Jacob Cohen contribuisce alla ricostruzione post-terremoto con la collezione Jacob Cohen loves Japan: un singolo pantalone cinque tasche per sostenere il Giappone colpito dal disastro nel 2011.

Infine, alcune T-Shirts molto speciali: Maison Martin Margiela le dedica alla lotta contro l’AIDS. «Il y a plus a faire pour combattre le SIDA que de porter ce t-shirt mais c’est un bon debut»: slogan in francese (ogni anno viene stampato in una lingua differente) e, come sempre, nascosto in parte all’interno dello scollo a V per stimolare un dialogo a proposito del virus; se non riesci a leggere il testo per intero, sei portato a chiederne il significato a chi la indossa.

Abiti ed accessori rigorosamente politically-correct, dunque. Acquistando anche solo uno di questi prodotti si tende una mano a chi ne ha bisogno. Bastano i nomi a stuzzicare la frenesia d’acquisto, che per una volta può essere a buon fine!

2 Comments

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    • Manuela Gualtieri

      Come unire l’utile al dilettevole: assicurarsi un bel vestito o accessorio e dare una valida mano a chi cerca di costruire un futuro migliore a tanti bambini che vivono in situazioni talmente precarie che i nostri amati (e viziati) pargoli neppure possono immaginare.

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